De Meo: «Più SUV, guida autonoma e plug-in. Ecco il futuro secondo Audi»

De Meo: «Più SUV, guida autonoma e plug-in. Ecco il futuro secondo Audi»
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Parlare con Luca De Meo, Responsabile globale per vendite e marketing e membro del board Audi, è sempre l'occasione ideale per capire come si evolverà nel prossimo futuro la Casa dei Quattro Anelli
10 marzo 2015

Monaco – Parlare con Luca De Meo, Responsabile globale per vendite e marketing e membro del board Audi, è sempre l'occasione ideale per capire come si evolverà nel prossimo futuro la Casa dei Quattro Anelli. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione dei risultati di vendita record ottenuti lo scorso anno, ecco cosa ci ha raccontato.

 

Audi è uno dei costruttori in prima linea per lo sviluppo della guida autonoma. Quando potremo vedere le prime reali applicazioni? C'è il rischio di perdere parte del piacere di guida?
«Più che guida autonoma direi auto connessa. Non si può costruire una vettura connessa senza abbinare tecnologie che conentano all'auto di procedere anche da sola. Le due cose arriveranno assieme. C'è tanta gente che ancora oggi vola per diletto. 30 anni fa magari su un aereo era tutto manuale ma oggi è innegabile che i veivoli atterrino meglio grazie all'elettronica. Si può dire che chi è appasionato di volo oggi abbia meno piacere nel guidare un aereo? Io direi di no».

 

Pensate che i clienti possano essere realmente interessati alle potenzialità della guida autonoma?
Ci sono due strade per vendere questa tecnologia: attraverso la sicurezza e il confort. Il 90% degli incidenti sono legati ad errori umani e queste tecnologie possono dare una mano. Ma migliorano anche la qualità del viaggio perché se ti ritrovi in coda puoi fare dell'altro mantenendo un livello di sicurezza eccezionale. Pensiamo poi all'auto che parcheggia da sola o che torna autonomamente dal proprietario. Il nostro obiettivo non è quello di mandare gente a 200 km/h leggendo il giornale. Volendo avremmo anche la tecnologia per farlo ma questo non è il nostro obiettivo».

audi a7 guida autonoma ces2015
Audi sta investendo moltissimo sullo sviluppo della guida autonoma


Google ed Apple sembrano sempre più interessati al mondo dell'auto. Qual è il vostro rapporto con queste due aziende? Fanno davvero paura al mondo dell'auto?
«Con loro collaboriamo per integrare le loro tecnologie nelle nostre vetture. Da un certo punto di vista sono dei partner. Penso che la loro battaglia sarà quella di sviluppare la tecnologia che permetterà di portare l'auto nell'ecosistema digitale. Aziende così innovative e forti diventano uno stimolo nel nostro settore per fare ancora meglio. Sono sicuro che la necessità di investire in queste nuove tecnologie ci stimolerà a fare sempre meglio».

 

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro in termini di motorizzazioni? Si affermerà per davvero l'auto elettrica?
«La tipologia di motori sarà decisa in base alle legislazioni. Tra 15-20 anni ci saranno un paio di tecnologie che emergeranno. Fuel cell, ibrido, elettrico? Ora è presto per dire quale tecnologia sarà prevalente. In Norvegia per intenderci vanno molto le elettriche ma è una questione di strutture e di vantaggio fiscale. Noi non abbiamo mai detto che faremo solo l'elettrico. Stiamo pensando molto al plug-in hybrid perché questa tecnologia permette di avere più versatilità di utilizzo. Inoltre questa soluzione è perfetta per essere integrata con i nostri attuali pianali. La A3 e-tron non costringe a nessun  compromesso anzi, è offre persino qualcosa in più perché consente di viaggiare per 50 km in elettrico».

audi a3 e tron 14
La A3 e-tron è il primo modello plug-in della gamma

 

Il plug in sembra lo scenario più credibile. È corretto?
«Abbiamo capito che il plug-in hybrid è una tecnologia che funziona e per questo la metteremo su tutta la nostra linea di prodotto. Quando migliorerà la tecnologia delle batterie in termini di costi e performance non avremo più compromessi e allora diventerà veramente interessante. Iniziamo a parlare di vetture elettriche da 500 km e con questi valori in gioco si potrà iniziare a ragionare».

 

Voi avete fatto del diesel la vostra bandiera. Che fine farà ora?
«Il diesel non è morto. Audi spinge ancora questa tecnologia e secondo noi c'è spazio di crescita. In Corea e Giappone per esempio vendiamo tanti Diesel, ma anche in America dove siamo arrivati ad una quota del 50% delle nostre vendite! Numeri incredibili e inaspettati».

 

La tecnologia plug in per ora sembra pensata solo per dare un contentino ai legislatori europei, ma di fatto non si è ancora ancora diffusa sulle strade. Le cose stanno così?
«Con queste nuove tecnologie vogliamo fare volumi. Il sistema di calcolo delle emissioni è legato sul consumo medio di una intera flotta. Se si vogliono rispettare i parametri imposti dall'Europa bisogna per forza fare volumi e spalmare le tecnologia sui vari modelli della gamma. Per questo la vera sfida è realizzare tecnologie sempre più accessibili».

Per noi il plug-in non è una rinuncia o un compromesso. È una tecnologia che garantisce un piacere di guida molto particolare

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E come la mettiamo con il piacere di guida?
«Per noi il plug-in non è una rinuncia o un compromesso. È una tecnologia che garantisce un piacere di guida molto particolare. Non è un sistema per aggirare le normative europee, ha un suo charme ed è un piacere guidare con questi valori di coppia avvolti nel silenzio».

 

Con la digitalizzazione dilagante cambierà per davvero il modo di vendere auto?
«Il concessionario rimane al centro del nostro sistema di distribuzione. Il nostro compito è fare in modo che i concessionari guadagnino di più grazie al marchio Audi. Poi è vero, con lo sviluppo del digitale e l'accesso immediato alle informazioni garantito da Internet è calata la necessità di andare in concessionaria. Quindici anni fa prima dell'acquisto un cliente andava in concessionaria 6 o 7 volte. Oggi 1 o 2 ma i tassi di conversione sono più alti che in passato. I clienti oggi sono preparatissimi sul prodotto, quindi dobbiamo lavorare ad altro, curando di gli aspetti finanziari e la digitilizzazione».

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Luca De Meo, Responsabile globale per vendite e marketing e membro del board Audi

 

Ci sono reali vantaggi con il concessionario virtuale?
«Abbiamo scoperto che facendo conoscere le possibilità di personalizzazione di un'auto in digitale, il cliente arriva a configurare un modello più costoso di circa il 20%. E questo si verifica perché i clienti scoprono l'esistenza di tecnologie, allestimenti, materiali e accessori che non avrebbero mai conosciuto senza la configurazione digitale».

 

Il vostro sito web è uno dei pià avanzati al mondo. A cosa è servito investire così tanto sulla Rete?
«Lavoriamo in 98 Paesi con lo stesso sito web. È stato un incubo realizzarlo sotto il profilo di investimento anche perché abbiamo scelto di trasformare il sito da strumento di marketing a strumento di vendita, con il configuratore al centro dell'attenzione. Configurare una vettura, prenotare un test drive, elaborare una proposta di finanziamento sono tutte operazioni che si possono fare direttamente sul nostro sito. Il gioco però vale la candela. In questo modo però il cliente fa gran parte del lavoro autonomamente, da casa, e libera il venditore da una serie di incarichi che prima rubavano un sacco di tempo. Vendite e servizi devono digitalizzarsi se vogliamo veramente risparmiare tempo. Diciamo comunque che il web aiuta ma non le cose non sono andate come si pensava fino a qualche anno fa. Le vendite non passano esclusivamente da web e il rapporto umano è ancora oggi fondamentale».

audi q1
L'Audi Q1 concept conferma la volontà di Audi di realizzare un SUV ultra-compatto

 

Avete appena presentato la nuova Q7, ma presto arriverà la vostra SUV ultra-compatta. La famiglia Q si allarga sempre di più...
«Quest'anno un terzo dei nostri volumi è stato rappresentato dai SUV e forse cresceremo ancora in questo segmento. I clienti ci chiedono questo tipo di auto perché sono spaziose comode e in tutti gli stati c'è una grande richiesta. Stiamo ottenendo numeri eccezionali tanto che anche la Q7 al settimo anno di vita ha continuato a crescere nelle vendite. Per questo siamo leader assoluti in questa fascia di mercato. È vero, con la Q7 non siamo leader del segmento ma è un gap che possiamo chiudere con la nuova generazione».

 

Siete tornati a credere nelle berline a tre volumi. Ha funzionato?
Riusciamo a crescere anche qui. La A3 Sedan l'abbiamo pensata per Stati Uniti e Cina. In questi due mercati è un modello che funziona bene perché abbiamo portato tecnologia premium nel segmento delle berline inferiore. In Europa il calo delle berline invece è cronico. In Italia e Germania sono ancora molto richieste le station ma la verità è che sempre più clienti lasciano berline e station in favore dei suv».

Negli Stati Uniti siamo in ritardo perché mentre BMW e Mercedes si concentravano in America noi lavoravamo in Cina

 

Non siete ancora riusciti a raggiungere BMW e Mercedes in termini di vendite in America. Perché?
«Negli Stati Uniti siamo in ritardo perché mentre BMW e Mercedes si concentravano in America noi lavoravamo in Cina. Noi abbiamo fatto il percorso inverso ma non ci lamentiamo perché il nostro gap in America è meno critico rispetto a quello che hanno BMW e Mercedes in Cina rispetto a noi. In America del resto stiamo registrando record divendite da 50 mesi di fila, abbiamo raddoppiato i volumi in quattro anni ed i nostri concessionari sono molto contenti di noi».

 

Italdesign è un'altra eccellenza italiana entrata a far parte della galassia Volkswagen. Di cosa si sta occupando?
«Italdesign lavora in tema di ingegneria e design per tutto il Gruppo Volkswagen e non solo per Audi. È una azienda che continua a crescere e che ha assunto nuovi collaboratori. Non essendo un marchio commerciale come Lamborghini o Ducati Italdesign sembra un po' nascosta ma in realtà lavora alla grande!»

 

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