Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Ingolstadt - Parlare con Luca De Meo, Responsabile globale per vendite e marketing e membro del board Audi, permette di farsi un'idea piuttosto chiara sul futuro della Casa dei Quattro Anelli.
Espansione su nuovi mercati e consolidamento delle quote di mercato in Europa sono gli obiettivi principali del marchio tedesco, perennemente in lotta con gli storici rivali BMW e Mercedes-Benz. Per raggiungerli Audi amplierà la gamma fino a 60 modelli, puntando in maniera particolare su SUV e crossover, costruirà nuovi stabilimenti e punterà su nuove tecnologie, primo fra tutti il plug-in hybrid.
Volete allargare la vostra gamma fino a raggiungere 60 modelli. E' vero che volete creare una nuova famiglia di vettura derivate dalla sportiva TT?
«C'è l'idea di sfruttare la famiglia della TT per dare origine a nuove auto. Nei prossimi anni rinnoveremo i nostri prodotti più forti, con l'arrivo dei modelli di nuova generazione, ma la nostra priorità rimane l'allargamento della gamma Q sia verso l'alto che verso il basso. Basta vedere i tassi di crescita vertiginosi del segmento di SUV e crossover per capire le motivazioni che stanno alla base di questa scelta. Ci aspettiamo molto dalla futura Q1».
Molti vostri concorrenti puntano su ibrido ed elettrico. Voi invece puntate tutto sull'ibrido plug-in, perché?
«Siamo convinti che oggi la migliore tecnologia nel campo della mobilità sostenibile per Audi sia la plug-in hybrid. Perché è una tecnologia premium, dove il cliente è disposto a pagare qualcosa di più ricevendo un valore aggiunto non trascurabile rispetto ad un prodotto tradizionale. La nuova A3 Plug-In Hybrid non chiede nessun compromesso al cliente, nemmeno in termini di autonomia. Grazie alle nostre piattaforme poi saremmo in grado prossimamente di offrire la tecnologia plug-in hybrid su svariate tipologie di modelli, dalle berline ai SUV».
Il Plug-In Hybrid sostituirà il diesel?
«Noi non crediamo che il plug-in sostituirà il diesel, che ha ancora grandi potenzialità di sviluppo».
“La nostra priorità rimane l'allargamento della gamma Q sia verso l'alto che verso il basso”
Non stanno nascendo davvero troppi modelli del Gruppo Volkswagen su piattaforma MQB (VW Golf, Skoda Rapid, Seat Leon, Audi A3, ndr)? Non c'è il rischio è che i prodotti finiscano per assomigliarsi tutti l'un con l'altro?
«Dipende da che tipo di prodotti si fanno. Se si fanno fare bene e sono credibili la piattaforma MQB diventa solo una grande risorsa. Penso che ci sarà una grande crescita del segmento SUV e noi siamo assolutamente credibile grazie alla lunga tradizione della trazione integrale quattro, che oggi viene scelta dal 44,4% dei nostri clienti».
Per Audi innovazione significa anche abbandonare i confini tradizionali del mondo dell'auto, per presentare nuovi prodotti in contesti inediti e atipici. Un perfetto esempio è stata la vostra partecipazione al CES di Las Vegas, dove avete svelato gli interni della nuova TT. Com'è andata?
«Partecipare al CES di Las Vegas è stata una scelta perfettamente in linea con la nostra volontà di sperimentare soluzioni innovative. Si è rivelata un successo. Si dice spesso che i più giovani oggi non sono più attratti dalle auto ma da smartphone e tablet. Al CES tutto il pubblico era nel nostro stand e guardavano le macchine. Siamo in piena contaminazione, le auto sono sempre più tecnologiche e in questo Audi è davvero all'avanguardia».
“L'anno scorso la A1 nelle varianti di carrozzeria tre porte e Sportback ha venduto in Europa più della Mini e della Mini Clubman messe insieme”
Quest'anno l'Italia si ritrova all'improvviso con due saloni dell'auto, uno a Milano l'altro a Bologna. Come considera questa situazione?
«Oggi c'è grandissima concorrenza nel mondo dei motor show. Spero che il Salone di Milano o il Motor Show di Bologna sappiano offrire davvero qualcosa di più e di diverso rispetto agli altri».
Daimler offre il mondo smart, BMW invece ha la gamma Mini. Non avete bisogno anche voi di un altro marchio "di sfogo"?
«L'anno scorso la A1 nelle varianti di carrozzeria tre porte e Sportback ha venduto in Europa più della Mini e della Mini Clubman messe insieme. É vero che i prodotti del Gruppo BMW erano a fine ciclo di vita, però è anche vero che noi vendiamo ad un prezzo medio più alto e che l'80% dei clienti che scelgono la A1 sono di nuovi al mondo Audi».
Il Gruppo Daimler ha investito tantissimo nel car sharing con le smart di car2go, BMW sembra essere intenzionata a seguire la stessa strada con la i3 e le Mini. Come mai voi non avete ancora sfoderato la carta dell'auto in condivisione nelle grandi città?
«A Berlino ci siamo inventati una sorta di leasing privato. All'interno di un determinato lasso di tempo – che può essere per esempio di 12 o 24 mesi – il cliente continua a pagare la rata del suo leasing ma nel frattempo può cambiare modello, scegliendo per esempio una cabrio per l'estate e il SUV per l'inverno. Audi vuole studiare nuove forme di mobilità, a patto che siano premium. Non ci siamo avventurati nel mondo del car sharing perché pensiamo sia un servizio perfetto per un marchio di volume. Noi siamo un marchio premium, quindi cerchiamo una clientela disposta a pagare qualcosa in più per avere maggiori servizi».
“Il marchio Audi negli Stati Uniti in un primo momento ha vissuto alti e bassi. Poi abbiamo deciso di puntare a 360° sulla qualità e ora ne stiamo raccogliendo i frutti”
Rispetto solo a pochi anni fa il marchio Audi si sta affermando sempre di più negli Stati Uniti. Qual è il segreto di una strategia così vincente?
«Il marchio Audi negli Stati Uniti in un primo momento ha vissuto alti e bassi. Poi abbiamo deciso di puntare a 360° sulla qualità e ora ne stiamo raccogliendo i frutti. L'anno scorso 1/3 dei nostri volumi negli Stati Uniti erano rappresentati da modelli dalla A6 in su, un risultato importantissimo perché se così non fosse non potremmo essere considerati un costruttore premium credibile. Gli USA sono il primo mercato per la R8, ma abbiamo fatto grandi numeri anche con i modelli della gamma S ed RS. In America inoltre i clienti Audi sono mediamente più giovani e hanno maggiore potere d'acquisto rispetto agli Europei».
Quali sono i nuovi modelli attraverso cui volete espandervi ancora di più negli Stati Uniti?
«Negli USA sta arrivando la nuova A3 Sedan, un'auto importantissima per quel mercato, che apprezza molto le tre volumi. Basta vedere il successo che ha avuto Mercedes con la CLA. Il mercato dei SUV compatti vale 2.400.000 pezzi, una cifra enorme. Vediamo quanti di questi si orienteranno sul mondo premium. Noi portiamo quest'anno il Q3 negli Stati Uniti e speriamo che sia un successo».
Un espansione simile deve passare anche per nuovi stabilimenti, non è vero?
«Assolutamente sì, per questo nel 2016 entrerà in funzione la nostra fabbrica in Messico, un impianto per la produzione mondiale della prossima generazione del Q5».
Il rapporto tra Audi Group e il nostro Paese si fa sempre più stretto, non solo per la presenza di Lamborghini e Ducati, di proprietà dei Quattro Anelli, ma anche per una serie di iniative particolari come Start Up Italia. Di che si tratta?
«Abbiamo realizzato un programma per assumere fino a 100 nuovi ingegneri italiani, che faranno un primo periodo preso Ducati o Lamborghini e poi andranno in Germania per essere infine assunti. Abbiamo già avuto circa 800 richieste da giovani laureati».
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
https://www.audi.it/it/web/it.html
Audi
Viale Gerhard Richard Gumpert, 1
Verona
(VR) - Italia
800 283 454
info@audi.it
https://www.audi.it/it/web/it.html