Dopo una partenza "matta" la C3 Max portata in pista dal nostro Perucca e da Massimo Arduini stava riuscendo nell'incredibile intento di vincere la seconda divisione. Un sensore da 5 euro, però, ha fermato il sogno
29 settembre 2015
Che spettacolo la C3 Max. Dico davvero, un'auto spettacolare, costruita con grande cura e attenzione per il dettaglio dalla ProCar sulla base di una vettura da città tra le più apprezzate in Italia ed in Europa.
Certo, su questa C3 Max della vettura di serie rimane poco ma la proverbiale compattezza ed agilità che caratterizzano la vettura di serie si ritrovano in gran parte anche tra le curve di una gara in salita o nella prima parte di Misano adriatico dove il differenziale di potenza veniva letteralmente annullato dalla capacità di cambiare direzione in modo repentino ma soprattutto sicuro.
Una velocità di percorrenza delle curve strette che nella prima parte di gara 2 ci è servita per dare filo da torcere alle più potenti BMW, Seat ed Honda che hanno in tutti i modi cercato di venire a prenderci, spesso senza riuscirci. Ma andiamo con ordine e partiamo dalla qualifica.
Si parte quarti: bella sensazione
Siamo quarti in griglia grazie ad una qualifica davvero eccezionale e sabato sera penso e ripenso al plotone di vetture che mi seguirà in partenza, ma soprattutto alla mandria di cavalli che sta sotto al loro cofano: la nostra C3 Max ne ha 260, le altre come minimo 300...per non parlare di vetture come il Cinquone di Ferraris (che mi parte a fianco) o le varie BMW M3 che vanno dai 350 ai 400. Numeri incredibili di certo lontanissimi da quelli sprigionati dal nostro quattro cilindri millesei turbo, comunque dotato di una buona erogazione e soprattutto abbinato ad un cambio racing elettroattuato che spara marce come fucilate.
Un giro di Misano a bordo della Citroen C3 Max
C3 Max: grande bilanciamento
Fattori su cui devo puntare, alla stregua della qualità del bilanciamento trovato da ProCar, per dare a Max una vettura meccanicamente perfetta (gomme e freni in ordine) ma soprattutto in testa alla seconda divisione, dove ce la giochiamo per la vittoria di classe: l'obiettivo del resto è prenderci quello che in gara 1 ci è stato negato da un banale contatto con la BMW di Fumagalli.
Il giro di riscaldamento della vettura, ma soprattutto quello di ricognizione, passano veloci ed ho buone sensazioni. Quello che non mi torna però è uno scivolamento del posteriore in entrata di curva, che però attribuisco alle gomme fredde ed al fatto di essere la prima corsa del mattino. La realtà, però, è diversa.
Partenza...funambolica
Partenza lanciata, mi incollo al retro della Seat Leon TCR di Valentina Albanese e ci lanciamo verso la prima curva. Grazie alla scia e ad uno scatto perfetto non ho problemi a girare ancora in quarta posizione alla prima curva ma nell'affrontare l'inserimento qualcosa non torna...il ponte posteriore si blocca e sono costretto ad una manovra d'emergenza per non finire la corsa intraversato.
Tra me e me, stupidamente, penso "toh, la C3 Max in prima posizione...
Taglio la chicane, passo sulla vernice che è più scivolosa del ghiacchio (controsterzando anche qui abbonatemente) e mi ripresento in pista in prima posizione!
Tra me e me, stupidamente, penso "toh, la C3 Max in prima posizione..." ma poi, passato il momento euforico, penso a come ridare le tre posizioni rubate senza farmi "fiondare" anche da Filippo Maria Zanin, di cui vedo il muso della BMW pronto a farsi spazio. Curva quattro e cinque, giro alla grande e ci portiamo alla Quercia. Sono ancora quarto e capisco che giocando sugli errori degli altri e sul fatto che la pioggia ha scombussolato le carte posso rimanere a lungo in questa posizione gestendo le varie rimonte dei piloti di prima divisione con una certa tranquillità.
La partenza di gara 2
Cambia la ripartizione dei freni!
C'è però un problema. Al secondo giro sono vittima di un incredibile traverso in curva quattro, che riesco miracolosamente a riprendere senza perdere tempo ma capisco che c'è qualcosa che non torna perché ormai anche le gomme dietro dovrebbero essere calde. Gianpaolo (Procar) mi chiama alla radio e mi dice: "Senti ti abbiamo visto in TV. Hai fatto un traverso incredibile. O stai facendo lo scemo o hai la ripartizione della frenata spostata al retrotreno. Manda avanti il manettino!"
Ti abbiamo visto in TV. Hai fatto un traverso incredibile. O stai facendo lo scemo o hai la ripartizione della frenata spostata al retrotreno...
Mando avanti il manettino e la guida assume in effetti un'altra dimensione. Non mi ero accorto, salendo in macchina, di averlo accidentalmente spostato al retrotreno ed ora tutto cambia. Le staccate sono molto più facili e riesco ad affondare di più arrivando a staccare più avanti. Il passo da 49/50 si abbassa di un secondo e riesco a gestire i sorpassi ma soprattutto l'affondo di Zanin senza grossi problemi.
Metà corsa: siamo avanti
Restituisco la C3 Max in perfette condizioni a Max in settima posizione con alcuni secondi di vantaggio su Zanin che, comunque, deve pagare 30 secondi di gap regolamentare (è primo in campionato) ai box: Max ha dunque strada libera, può arrivare alla vittoria girando tranquillo, magari fumandosi una sigaretta (cosa che in gara in passato ha fatto davvero! ndr).
Però la fortuna è cieca e la sfiga ci vede benissimo e dopo un solo giro la C3 Max viene inquadrata dalle telecamere di Sportitalia e si ammutolisce con lo scarico in fiamme. Max chiama via radio, ci parla di messaggi sul cruscottino digitale Marelli, cerchiamo di resettare l'elettronica e di ripartire, ma non c'è verso. La vettura non riparte. Per Max è ritiro e per noi è la fine di un sogno, quello di salire sul podio, che avevamo toccato con mano anche il giorno precedente. Guasto? Un banale sensore da 5 euro.
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La nostra C3 Max è andata forte ma non ha vissuto un weekend particolarmente fortunato
Non finisce in pista...
Peccato. Stavamo andando forte, avevamo tutto quello che serviva per puntare alla vittoria, ma evidentemente qualcosa non è andato come doveva: se poi pensiamo che il proprietario della ProCar ha bucato sulla via di casa ed io sono rimasto a piedi con la mia auto in autostrada si capisce perfettamente perché questo weekend non poteva che andare così. Ce l'abbiamo messa tutta.
Non abbiamo ottenuto molto se non la consapevolezza che la C3 Max è davvero una piccola grande vettura. Me l'aveva dimostrato già a Gubbio, nella gara in salita in cui siamo arrivati secondi di classe, me l'ha dimostrato anche a Misano: speriamo ci sia modo di incontrarsi nuovamente anche nel 2016.
CITE 2015, Misano, gara 2: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede bene