Cars & Coffee 2017 a Verona, ecco come è andata [Video]

Oltre 300 tra supercar, hypercar e storiche, per oltre 20 mila spettatori che hanno invaso il parco giardino Sigurtà durante la scorsa domenica 9 aprile. Questi sono i numeri con cui riparte Cars and Coffee Italy, a un anno esatto dal primo appuntamento. Anno costellato di successi in giro per tutto lo stivale, tra raduni e rally, che hanno fatto brillare sempre di più i format proposti agli appassionati.

Alta anche la soddisfazione del fondatore dell'evento Francesco Canta, il quale ha asserito: "Giudicando la soddisfazione e l’entusiasmo finale dei partecipanti, l’interesse mediatico generato ed un coinvolgimento emotivo davvero esuberante, possiamo dire che abbiamo superato ogni record stabilito nelle precedenti stagioni. Pur essendo orgogliosi di quanto realizzato, siamo altrettanto concentrati sulle nuove sfide che ci attendono nel corso del 2017, per continuare ad accrescere il successo della manifestazione”.

Manifestazione che continua a convincere le migliaia di appassionati giunti, come i proprietari delle vetture, da tutta Europa per assistere alla sfilata della carovana composta da Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Mazzanti, Porsche, Audi, BMW, Mercedes e tante altre ancora; tra ultimi arrivi del settore e icone che hanno segnato la storia dell'automobilismo, come le leggendarie Miura e F40, passando dalla diabolica Carrera GT fino ad arrivare alle chicche dei giorni nostri tra Aventador SV roadster, F12 TDF e Huayra Roadster.

Ma più del contenuto è il contesto a rendere speciali questi eventi, l'atmosfera di convivialità che si percepisce, la disponibilità dello staff e la possibilità di poter tranquillamente interagire con i proprietari, nel tentativo di soddisfare le proprie curiosità sulle vetture. Cars and Coffee è un'istituzione a custodia di un mondo spesso mal considerato, capace però di dare molto a chiunque provi profonda passione per questo universo fatto di carne e metallo e per questo, da veri appassionati, non possiamo fare altro che augurargli lunga vita.

Alberto Pellegrinetti