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Era un bel giugno del 2000, anno d’inizio del nuovo secolo. La prosecuzione di una storia nota per Alfa Romeo vedeva un nuovo capitolo aprirsi, presso uno dei molti Saloni dell'auto che oggi non ci sono più: quello di Torino. Da noi, in casa, debuttava la poco mitica ma efficace 147. Una Alfa Romeo che per i puristi o conoscitori del DNA di marchio, già non era troppo Alfa. Eppure, sarebbe stata era una bella e brava Alfa per l’azienda e soprattutto il gruppo, Fiat.
Già, perché la 147 aveva la trazione anteriore come la 156 e riprendeva un pianale che nella "galassia torinese" veniva usato anche da altri modelli, come Lancia Lybra. Però il modello A.R.937 fatto a Pomigliano, rispetto alle concorrenti si connotava per le sospensioni più raffinate, davanti e dietro; poi era sportiva con i motori Twin Spark che partivano dal 1.6 105 cavalli versione economica, addirittura senza la geometria variabile, passando poi per il 120CV e salire, con i 1.8 e 2.0 TS. A fondo scala e listino, per qualche anno la nota 147 GTA:quella con il sei cilindri da 250 cavalli (medesimo della 156 GTA).
L'Alfa 147 non ha infiammato le piste o avuto gloria nel cinema, tra i VIP. Nemmeno grandi aneddoti di portata oltre i confini d'Italia, però è stata di grande volume e anche le casse di Alfa Romeo, con Fiat / FCA ne hanno beneficiato, per un decennio.
Le unità prodotte hanno superato di poco le 650mila e di clienti delusi, o messi nelle grane piuttosto che nelle spese, se ne contano certo meno che per altre rivali di segmento, magari anche più “premium” della 147. L’Alfa Romeo compatta che aveva tre o cinque porte, volendo anche il cambio robotizzato Marelli (CFC Selespeed) e un differenziale autobloccante (147 Q2) marciava tanto pure con i motori diesel, i JTD.
I primi comon-rail Unijet Euro3. Perchè incredibilmente la 147 fu la prima auto del grande gruppo che era pronta in anticipo sulla normativa obbligatoria da gennaio 2001 (le altre si vendevano fino a 31/12/00 ancora con motori Euro2, es. i 105 e 110 CV JTD, potendo). Poi a seguire anche gli Euro4, da 2004, con poca correzione per i benzina TS mentre il Multijet 16 valvole sempre 1.9, vedeva salire le potenze: erano ben oltre i 115CV iniziali, con 140 cavalli nella maggior parte dei casi e il debutto addirittura di una versione da 170 cavalli, a fine carriera.
Sì è vista in gara per un trofeo monomarca, la 147, ma ha acceso poca passione negli autodromi. Soprattutto è stata vettura "onesta" e capace di mantenere vive le vendite Alfa Romeo grazie al suo stile azzeccato, durato molti anni con pochissime correzioni. Era disegnata a quattro mani da due noti designer (Egger e De Silva) ed ha saputo combattere degnamente, almeno a inizio carriera, contro modelli anche tedeschi di costo superiore (VW, Audi e BMW i riferimenti).
La ricordiamo con piacere oggi non solo per la guida, il salto generazionale imposto alla gamma (145/146 pensionate, parte di dotazioni e sistemi anticipati di sei mesi alle sorellone 156 e 166) e un meritato premio di Auto dell’anno 2001. Soprattutto fece un piccolo centro con la fantasia: quella di darsi nome “plug-in” per uno dei suoi tanti allestimenti. Potremmo persino dire che sotto un certo punto di vista, non di sostanza ma di termine, la A.R. model 937 ha anticipato Tonale o altri Crossover SUV eredi, con pianali e motori derivati dal matrimonio FCA-PSA.
Quelli che useranno motorizzazioni ibride condivise, negli anni Venti e pure elettriche. Mentre lei beveva tanta benzina con i 1.8 e 2.0 a doppia accensione (a fiumi con il V6) e pure parecchio gasolio, quando il 1.9 era molto “macinato” ma non tenuto in ordine.
Alfa Romeo
Corso Giovani Agnelli, 200
10135 Torino
(TO) - Italia
800 253 200
https://www.alfaromeo.it/
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