Auto a idrogeno: perché tutti ne parlano male?

Auto a idrogeno: perché tutti ne parlano male?
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La scomoda verità sulle auto a idrogeno: perché attirano tante critiche?
17 aprile 2025

Nel panorama della mobilità sostenibile, le auto a idrogeno sembrano essere diventate il bersaglio preferito di critiche e scetticismo, nonostante rappresentino una delle possibili soluzioni per un futuro a zero emissioni. Ma cosa si nasconde dietro questa opposizione? Perché una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria viene sistematicamente attaccata?

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Una battaglia di fede, non di ragione

Il dibattito sulla mobilità eco-friendly si è trasformato in una sorta di guerra di religione. Da un lato troviamo i ferventi sostenitori dei veicoli elettrici a batteria (BEV), dall'altro coloro che esplorano soluzioni alternative come le auto a idrogeno con celle a combustibile (FCEV). Ciò che colpisce è come questo confronto abbia abbandonato il terreno della ragione per trasformarsi in una questione di fede: i sostenitori dei BEV sembrano respingere categoricamente qualsiasi alternativa, come se ammettere la validità di altre tecnologie minasse la loro posizione.

Motore ad idrogeno BMW
Motore ad idrogeno BMW BMW

I reali problemi dell'idrogeno

Parlando con franchezza, l'idrogeno si trova ad affrontare sfide non indifferenti che ne hanno finora limitato l'adozione su larga scala. Il costo rappresenta un ostacolo significativo: attualmente un chilogrammo di idrogeno verde oscilla tra i 4 e i 10 euro al chilogrammo una cifra con una forbice piuttosto ampia che, secondo esperti del settore come Alexander Vlaskamp di MAN, è circa quattro volte superiore a quanto sarebbe economicamente sostenibile per i consumatori. A questo si aggiunge la carenza cronica di infrastrutture: le stazioni di rifornimento di idrogeno sono così rare che creare una rete capillare sembra un'impresa titanica. È il classico circolo vizioso: pochi acquistano veicoli a idrogeno perché non sanno dove rifornirsi, e gli imprenditori non investono in stazioni di rifornimento perché la domanda è troppo bassa. Come se non bastasse, c'è la questione della produzione: la maggior parte dell'idrogeno oggi disponibile deriva dal gas naturale, un processo che solleva legittimi dubbi sulla sua effettiva sostenibilità ambientale.

Colonnine ionity
Colonnine ionity Ionity

I vantaggi ignorati

Nonostante le difficoltà, l'idrogeno offre vantaggi che meriterebbero maggiore considerazione nel dibattito sulla mobilità sostenibile. La velocità di rifornimento è forse il più evidente: mentre un'auto elettrica più avanzata richiede almeno 20 minuti per una ricarica dall'5% all'80%, un veicolo a idrogeno si rifornisce completamente in meno di 5 minuti, un'esperienza molto più simile a quella tradizionale dei carburanti fossili. Questa caratteristica diventa particolarmente preziosa nei lunghi viaggi, dove le soste prolungate per la ricarica possono trasformarsi in un vero inconveniente. Le auto a idrogeno brillano proprio in questo scenario, offrendo autonomie paragonabili ai veicoli convenzionali senza compromettere i tempi di percorrenza con lunghe attese alle colonnine. Particolarmente interessanti sono i progetti ibridi come la Renault Scenic Vision, che combina una batteria sufficiente per gli spostamenti quotidiani (circa 100 km) con celle a combustibile a idrogeno come riserva energetica per i viaggi più lunghi. Questo approccio potrebbe rappresentare il miglior compromesso tra praticità quotidiana e flessibilità nei lunghi tragitti.

Motrice ad idrogeno
Motrice ad idrogeno Toyota

Prospettive future

Il futuro dell'idrogeno potrebbe essere molto più luminoso di quanto i suoi detrattori siano disposti ad ammettere. La ricerca sta facendo passi da gigante nello sviluppo di nuovi metodi di produzione da fonti rinnovabili, con l'obiettivo di abbattere drasticamente i costi attuali. In Brasile, ad esempio, si stanno testando riformatori di etanolo installati direttamente nelle stazioni di servizio, capaci di produrre idrogeno in loco, eliminando così i costosi problemi di trasporto e stoccaggio. L'idrogeno verde, prodotto tramite elettrolisi dell'acqua utilizzando energia rinnovabile, rappresenta un'altra frontiera promettente che potrebbe risolvere contemporaneamente i problemi di costo e sostenibilità. C'è poi una visione più ampia in cui l'idrogeno non compete con le batterie ma le complementa: una rete energetica diversificata dove l'idrogeno funge da riserva strategica, particolarmente utile per gestire i picchi di domanda o le situazioni in cui la ricarica rapida è essenziale. Le tecnologie si stanno evolvendo rapidamente e ciò che oggi sembra economicamente proibitivo potrebbe diventare competitivo in pochi anni, proprio come è accaduto con le batterie agli ioni di litio, che hanno rivoluzionato il settore dei veicoli elettrici.

La produzione di idrogeno dal metano con il metodo dello steam reforming
La produzione di idrogeno dal metano con il metodo dello steam reforming

Oltre l'opposizione ideologica

La critica principale mossa dai sostenitori dei BEV è che sia inefficiente utilizzare energia elettrica per produrre idrogeno che poi viene riconvertito in elettricità. Questa argomentazione, però, ignora deliberatamente il contesto: i limiti pratici delle batterie in termini di tempi di ricarica e praticità nei lunghi viaggi.

In una società veramente interessata alla neutralità carbonica, tutte le soluzioni promettenti dovrebbero essere esplorate e sviluppate. L'opposizione categorica all'idrogeno rivela una posizione dogmatica più che pratica.

La vera domanda è: vogliamo davvero ridurre le emissioni con ogni mezzo possibile, o stiamo semplicemente difendendo la soluzione che preferiamo a prescindere dai fatti? Nel futuro della mobilità sostenibile, l'idrogeno merita almeno una considerazione onesta, libera da pregiudizi e opposizioni ideologiche.

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