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Avanti con le tecnologie utili e risparmiose, quando impiegate su grande scala. Al recupero di energia in frenata, in uso da tempo sulle monoposto da F1 e in alcune vetture premium, eravamo già abituati, ma ora Audi propone qualcosa di nuovo, almeno sul fronte delle vetture stradali, con il sistema eROT. Non rompe niente a dispetto del nome letto in italiano e anzi, sembra portare i tedeschi in vantaggio su un terreno ai tempi ben presidiato dai francesi, quello delle sospensioni (ma allora non erano né elettriche né elettroniche, al massimo pneumatiche).
Cambiano le tecnologie da cavalcare ed ecco che l’eROT (magari il nome lo evolveranno..) aiuta a ottimizzare l’equilibrio energetico insieme a quello dinamico delle vetture. Basato sui movimenti delle sospensioni filtrati da un ammortizzatore elettromeccanico rotativo, capace di convertire, grazie all’oggi meno complesso e ingombrante di un tempo sistema a monte, l'energia cinetica dei movimenti sospensione in energia elettrica. Si tratta di una soluzione molto interessante per ridurre i consumi e migliorare il rendimento generale delle vetture soprattutto elettriche o ibride, anche se non ci è data ora per certa la stima di quanta energia si riesca a gestire, o meglio a convertire utilmente, nel momento in cui arriveranno davvero nella produzione di serie. I costi non saranno un limite insuperabile, partendo da certe nicchie di mercato, ma non iniziate a pensare che facendo sobbalzi esagerati sui dossi o andando per sentieri, piuttosto che curvando a manetta per accentuare il rollio, incrementerete poi di molto l’autonomia delle future auto ibride in arrivo dalla casa dei quattro anelli. Sarebbe un’ipotesi poco razionale.
Alla base ci sono in primis i moderni sistemi propulsivi con corrente base su veicolo a 48 Volt, quindi le nuove sospensioni attive in oggetto, con due motori elettrici posteriori, collegati a una batteria che per il momento è di capacità 0.5 kilowatt (picco 13 kilowatts). In questo modo, per prima cosa si libererebbe dello spazio normalmente occupato verticalmente dai normali ammortizzatori (quindi meglio per abitabilità, vano bagagli e baricentro, dato che il sistema è più orizzontale) quindi l'energia cinetica generata dai movimenti tipici per le irregolarità stradali o semplicemente per le curve, verrebbe convertita e resa disponibile al sistema propulsivo, senza contare poi che per la dinamica di guida si tratterebbe sempre di sospensioni “intelligenti” e non statiche, regolabili singolarmente.
Vantaggi non da poco sulla carta, sistema però articolato da gestire e forse poi anche mantenere, nel lungo periodo di vita di un’auto che prima o poi qualche urto può anche prenderlo, pur senza volere, in giro per il mondo. Con il tempo e la diffusione però potrebbe essere una buona strada per molti, questa aperta da Audi. I valori di “guadagno elettrico” sono parecchio variabili, si parla al momento di 100-150 watt medi, oscillando dai pochissimi convertiti per un manto stradale perfetto, percorso linearmente, agli oltre seicento di una strada dissestata, con un risparmio ambientale stimato fino a 3 g/km di CO2 in meno. Il prossimo anno questo sistema potrà essere impiegato su una nuova mild hybrid di alte prestazioni della Casa tedesca, verificando un possibile risparmio carburante fino a 0,7 l/100 km: mica male, anche se dietro c’è un sistema di quelli necessariamente onerosi, specie nel momento delle prime applicazioni.
Audi
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