Airbag Takata e Stellantis: la ricostruzione dei fatti di Francebleu e Radiofrance

Airbag Takata e Stellantis: la ricostruzione dei fatti di Francebleu e Radiofrance
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Gli airbag difettosi di Takata e il richiamo di oltre mezzo milione di auto in Europa: in Francia s'indaga sui ritardi e le colpe di Stellantis
17 gennaio 2025

Il caso degli airbag Takata e dei modelli Stellantis che sono stati richiamati per questo difetto (Citroen C3 e DS DS3), oltre a vedere numerosi cittadini italiani coinvolti, sta occupando le prime pagine dei giornali francesi dove il numero dei veicoli che hanno ricevuto l'intimazione del "divieto di guida" è ancora più numeroso. Il sito francese Francebleu.fr e Radio France hanno resa pubblica un'inchiesta molto approfondita sulle cause e su come Stellantis avrebbe mal gestito i tempi di intervento e il successivo risanamento.

Dato che anche in Italia il tema è molto caldo (e se n'è occupata di recente anche la trasmissione Mi manda Rai3 con un servizio di Edoardo Gentile), vi proponiamo un estratto dell'articolo che ribadisce i rischi per chi non ha ancora avuto l'airbag sostituito e di come procedono le class action in Francia. 

La prima cosa che hanno appurato i giornalisti d'Oltralpe è che un ritardo nell'agire c'è stato ed è difficile da giustificare, visto anche il numero elevato di esemplari coinvolti - quasi 600.000. I primi allarmi risalgano al 2016, ma il primo incidente documentato in Francia è del 2023, accaduto a Tom Benquet. "Era come se mi avessero sparato ", dice Tom. Il 15 novembre il giovane di 19 anni, è stato investito dall'auto che lo precedeva nei pressi di Garlin, nei Pirenei Atlantici. L'airbag della sua Citroën C3 è esploso, ha accusato un dolore violento alla spalla e, soprattutto, ha perso molto sangue. In ospedale, i medici hanno notato un oggetto metallico di 2 cm conficcato nella sua spalla, era un pezzo metallico dell'airbag, esploso con una detonazione fuori controllo a causa del degrado del nitrato di ammonio contenuto all'interno del generatore di gas fabbricato dalla giapponese Takata.

 

La ferita di Tom Benquet e il pezzo di metallo che gli ha colpito la spalla il 15 novembre 2023  (foto della famiglia Benquet)
La ferita di Tom Benquet e il pezzo di metallo che gli ha colpito la spalla il 15 novembre 2023 (foto della famiglia Benquet)
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Le prime avvisaglie negli Stati Uniti

Nel 2014, i dipendenti Takata negli Stati Uniti hanno rivelato alla stampa e al sistema giudiziario americano che il loro datore di lavoro aveva nascosto per anni i risultati inadeguati dei test degli airbag. L'FBI e l'NHTSA, l'autorità americana per la sicurezza stradale, hanno quindi avviato le indagini.

"Già nel 2000, delle capsule esplodevano nel caveau del nostro laboratorio a La Grange (Georgia) durante i test per la Honda" spiega David Schumann, ex ingegnere americano del fornitore giapponese e autore del libro In Your Face, uscito nel 2019. Ma i loro dirigenti faranno finta che i test siano andati bene e permetteranno ai produttori di installare centinaia di milioni di pericolosi airbag nei volanti. 

Una volta stabilita la responsabilità di Takata, la società è stata multata per oltre 1 miliardo di dollari e tre dei suoi dirigenti saranno condannati per frode e cospirazione. Takata è poi fallita nel 2017 a causa dei risarcimenti e delle contese legali e ha provocato il più grande richiamo nella storia dell'automobile con almeno trenta produttori interessati e più di un centinaio di modelli di automobili diversi. I costi di risanamento sono talmente enormi che i costruttori, che sono responsabili di fronte alla legge per i componenti che usano, decidono di procedere per gradi a cominciare dalle auto vendute nei Paesi caldi e umidi, visto che il nitrato di ammonio si deteriora più rapidamente in queste aree. Ma nel frattempo si verificano molti incidenti. 

I primi ad agire: Honda e Toyota in Francia

In Francia, dal 2013, Honda farà cambiare gli airbag di alcuni modelli, seguita da Toyota dal 2015. Non così fa Citroën, che continua ad equipaggiare vari modelli di C3 e DS3 di airbag Takata. Un ex dirigente PSA di allora ha ricordato che "Quando Takata ha confessato nel 2014 di avere un problema con la sua prima generazione di airbag, tutti hanno chiesto se anche quelli di oggi avessero lo stesso un problema, ma Takata dice di no. E molti ci credono, ma a questo punto sei tu ad avere un problema enorme". E il perché è semplicela sua cartuccia esplosiva al nitrato di ammonio è meno costosa e ingombrante di altre tecnologie esistenti ed è molto adatta per il mercato delle piccole city car. Stranamente, Renault non li utilizza. Si mormora che all'epoca un alto funzionario responsabile della sicurezza, ex militare, conoscesse bene i pericoli del nitrato di ammonio e non lo volesse nelle auto.

I giornalisti francesi hanno anche appurato che sino ad allora nessuna autorità in Francia ha imposto misure di richiamo, cosa che invece è successa in Cina, Corea, Malesia, Giappone e Australia"Sono stati i governi di questi paesi a richiedere a tutti i produttori di richiamare i loro veicoli dotati di airbag Takata tra il 2017 e il 2019", ammette Stéphane Cesareo, direttore della comunicazione di Citröen.

Allarme rosso in Francia

Nel gennaio 2024 l'autorità francese però è in allarme: il dipartimento di controllo delle Case auto SSMVM (che un po' è come l'NHTSA americano) partecipa alle indagini dell'incidente di Tom perché - spiega Catherine Bieth, capo della SSMVM - il produttore è già nel mirino. "Già nell'estate del 2023 abbiamo chiesto a Stellantis di adottare misure a seguito di un incidente in Grecia, poiché possiamo considerare il clima nel sud della Francia simile". Quindi Stellantis è ben informata del problema ed è coinvolta in una ventina di indagini giudiziarie. Nel 2023 è stato persino consultata dalla Gendarmeria per scrivere una nota interna sugli incidenti causati dagli airbag Takata. All'epoca non era in corso nessun richiamo in Europa e nella Francia continentale, ma solo nei Paesi tropicali, perché ci sono già stati molti incidenti e il livello di umidità fa deteriorare più rapidamente la capsula del gas. Ma l'incidente di Tom Benquet dimostrerà che questo può accadere ovunque, infatti è accaduto anche in Italia e non è andata altrettanto bene come a Tom: Martina Guzzi  è deceduta lo scorso agosto a bordo della C3 del fidanzato.

Parte il richiamo in Francia nel maggio 2024

Ci sono voluti diversi mesi dopo la morte di un altro automobilista negli Alti Pirenei, vicino a Lannemezan, perché Stellantis annunciasse una misura senza precedenti il 17 maggio 2024: uno "stop drive", una lettera, inviata a quasi 300.000 automobilisti francesi chiedendo loro di fermare immediatamente l'uso dei loro veicoli a causa di un pericolo mortale. Fa la stessa cosa in altri Paesi dell'Europa meridionale come l'Italia e nel Maghreb. Com'è accaduto da noi, molti automobilisti francesi non riescono a prendere un appuntamento in officina per cambiare l'airbag e si ritrovano senza una soluzione per andare al lavoro e guidano le loro auto a proprio rischio e pericolo e si moltiplicano le azioni legali. Un vero caos che potrebbe anche essere stata una delle cause che è costata il posto a Carlos Tavares. Un anziano ex-dirigente Stellantis che ha preferito non identificarsi ha detto "È come scegliere fra la peste e il colera: la prima cosa che fa un reparto post-vendita è valutare l'urgenza, l'importanza, la probabilità, il metodo di riparazione, la quantità di parti e la data in cui è possibile annunciare un richiamo per non creare una corsa alle concessionarie e una situazione ingestibile. Se ci fermiamo all'improvviso e abbiamo milioni di persone che rimangono senza mezzi di trasporto per mesi, potremmo aver evitato 30 incidenti! Non esiste una scelta ideale". Curiosamente le lettere di richiamo di Stellantis inviate nei dominions come La Guadalupa, nelle Antille francesi, la Guyana francese e la Martinica, non imponevano di fermare l'auto. 

La falsa pista dello sparo

I primi casi di esplosione incontrollata dell'airbag hanno colto così di sorpresa la Polizia di Reunion da aver, per un certo tempo, "depistato" le indagini involontariamente: nel dicembre 2019 Elisa, al volante della sua C3, segue l'auto del suo ex fidanzato e lo tampona mentre stava frenando su un dosso. L'impatto non è molto forte, ma fa scattare l'airbag che le ferisce la mascella. Il rumore è così forte da sembrare ai passanti come un colpo di pistola, e il pubblico ministero ha quindi aperto un'indagine per tentato omicidio, arrestando il fidanzato, ma la pistola non c'è e alla fine il caso viene archiviato. Nel maggio 2023 Evelyne è stata vittima del suo airbag a Guadalupa. I vigili del fuoco, vedendo un buco nel parabrezza e la gravità delle sue ferite, hanno pensato di nuovo che fosse stata colpita da una pistola. Da allora anche in questi Paesi tropicali parte lo "Stop Drive" di Stellantis.

Gli airbag Takata possono scoppiare da soli?

Un'altra domanda sorge spontanea: visto che parliamo di airbag difettosi, possono scoppiare da soli senza urti? Il direttore della comunicazione di Citroën, Stéphane Cesareo, nega categoricamente: "In nessun caso l'airbag si attiva da solo È sempre il risultato di un incidente". Tuttavia, negli Stati Uniti, l'NHTSA ha confermato ai giornalisti di Radio France che sta indagando su quelle che definisce "attivazioni spontanee" di airbag, ma in questo caso non sono coinvolte vetture Stellantis. Lo scorso novembre l'eurodeputato italiano Salvatore De Meo ha rivolto  alla Commissione Europea una interrogazione per conoscere quali iniziative s'intendono prendere per tutelare gli automobilisti. In Italia il Tribunale di Torino ha un'istruttoria aperta sul caso e nelle prossime settimane si conosceranno gli esiti.

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