A Mirafiori sanno fare le auto come i cinesi?

Nelle pieghe dell'annuncio di Carlo Tavares fatto ieri, 14 maggio, sull'arrivo in Italia e in altri 8 Paesi europei delle nuove auto Leapmotor c'era anche uno spiraglio di apertura sulla possibilità di costruire questi modelli in Italia, a Mirafiori, dove le linee di produzione auto sono oramai ferme. Ora, per prima cosa dobbiamo intenderci sul termine "costruire" perché il processo di realizzazione di un'auto è complesso e strutturato, e in genere quando si parla di costruire ci si riferisce ad una produzione completa con tutti i reparti come la lastratura, la saldatura, la verniciatura, i motori, la finizione eccetera, tutte cose che a Mirafiori sanno fare da 85 anni. Ho visitato molti stabilimenti nel mondo e sono tutti così, da una parte entra l'acciaio e dall'altra parte escono le auto.

Per parola dello stesso CEO di Stellantis, i cinesi hanno un vantaggio competitivo di almeno il 30% sul costo di produzione purché, naturalmente, si parli di una fabbrica cinese con manodopera cinese, salari e orari cinesi. Insomma, regole del gioco molto diverse da quelle italiane ed europee, È pur vero che qualcosina si perde per la strada sotto forma di trasporto e dazi d'importazione (per auto complete), ma, insomma, il vantaggio è incolmabile. E allora i casi sono due: o Stellantis riesce ad applicare i metodi produttivi della Repubblica Popolare Cinese a Mirafiori oppure c'è qualcosa che non quadra. A latere il Ministro Adolfo Urso ha ricordato che gli aiuti di stato (oddio, sono vietati!... ma non in Cina) possono arrivare solo a chi produce in Italia, ma i costi più alti, anche tenendo conto dei sussidi, non potrebbero mai compensare il vantaggio competitivo dei cinesi. Del resto Carlos Tavares non manca mai di sottolineare quanto importanti siano i margini di guadagno: per esempio parlando della Alfa Romeo Junior fatta in Polonia ha indicato che se fosse fabbricata da noi costerebbe 10.000 euro in più. Quindi a Mirafiori sarebbero più che capaci di fare la Leapmotor T03 o la C10, ma sono condannati - salvo colpi di scena clamorosi al seguito delle prossime elezioni europee - ad assemblare pezzi di auto cinesi. I sindacati sono giustamente preoccupati di questa ipotesi e forse è tempo di rispolverare la "marcia dei 40.000" del 1980. Peccato che a Mirafiori, secondo gli ultimi dati, siano rimasti in 2.260.