10 anni di Smart

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Un anniversario importante per un progetto rivoluzionario
17 agosto 2008

I primi dieci anni possono sembrare un anniversario poco importante per una casa automobilistica, in un mercato in cui i marchi più prestigiosi vantano oltre un secolo di storia, ma Smar è tutto tranne che un marchio come gli altri. Anzi, in un'epoca in cui il "brand" sembra essere l'ossessione delle Case, l'elemento che può fare la differenza tra successo e fallimento grazie alle magie del marketing, Smart è qualcosa di più di un marchio: è innanzi tutto un progetto, un'idea rivoluzionaria che ha impiegato questi primi dieci anni ad affinarsi e farsi comprendere, fino ad un successo che oggi appare indiscutibile.

Il merito, naturalmente, va anche ad un costruttore come Daimler-Benz che ha avuto prima il merito di credere in un progetto molto lontano dai prodotti tradizionali commercializzati con il marchio Mercedes, e successivamente di riconoscere implicitamente alcuni errori che sono stati commessi, prima intervenendo sulla Fortwo e quindi rivedendo una gamma che nel frattempo era cresciuta senza ottenere un adeguato riscontro sul mercato. Dimostrazioni di intelligenza e lungimiranza che ora sono premiate da numeri in crescita e da prospettive di crescita importanti su scala globale: è recente, infatti, il debutto negli USA, mentre a breve è previsto lo sbarco in Cina.

Le origini
Ma ora facciamo un passo indietro, perchè a ben guardare questi dieci anni sono stati davvero ricchi di eventi importanti per Smart.
Tutto ha inizio nei primi anni Novanta, quando Nicolas G. Hayek - fondatore del marchio Swatch - intuisce che nel panorama automobilistico dell'epoca c'è spazio per un veicolo compatto ed economico, pensato per fornire una risposta intelligente alla mobilità urbana. L'idea era rivoluzionaria, proprio come i primi orologi che gli avevano dato ricchezza e notorietà, ma Hayek era anche realista: sapeva che non avrebbe mai potuto concretizzare il suo progetto da solo. E così ben presto iniziarono i contatti con i principali costruttori automobilistici, alla ricerca di un partner disposto a investire nell'iniziativa: alla fine a dimostrare di credere realmente nel progetto è Daimler-Benz, con cui viene creata una nuova società: la MCC (Micro Compact Car).
 
Il debutto ufficiale della Smart Fortwo avviene al Salone di Francoforte del 1997, ma è subito evidente che qualcosa era cambiato rispetto all'idea iniziale di Hayek: la vettura mantiene infatti le dimensioni ultracompatte, con due posti soli e un piccolo bagagliaio, ma l'influenza di Daimler-Benz evidentemente si era fatta sentire, concretizzandosi in un progetto tecnologicamente all'avanguardia (2,5 m di lunghezza, una cellula di sicurezza d alta resistenza, motore posteiorre da 599 cc con blocco e cilindri in alluminio da 45 o 55 CV, cambio semiautomatico), ma anche piuttosto costoso e, anche per giustificare il prezzo finale superiore ai 20 milioni di lire, in un posizionamento da piccola "trendy" piuttosto che da soluzione compatta ed economica per la mobilità urbana.
Quasi a sottolineare questa forma di "gigantismo", la commercializzazione è affidata agli Smart Center, caratterizzati da una suggestiva torre in cristallo.

Troppo per Hayek, che poco dopo l'avvio della produzione cede a Daimler-Benz anche il proprio pacchetto azionario.
Ora il costruttore tedesco aveva il controllo completo del progetto Smart, ma ben presto si trovò ad affrontare una serie difficoltà di mercato: la risposta arrivò ben presto sotto forma di un assetto e di un controllo della stabilità rivisto, che migliorarono non poco il comportamento stradale della vettura. Le vendite migliorano, ma non consentono ancora di portare raggiugnere il pareggio di bilancio, men che meno i primi profitti.

Una crescita sbagliata
La risposta di Daimler al tiepido riscontro del mercato non si limita comunque ai perfezionamenti apportati alla Fortwo: del resto la creazione di una rete di vendita dedicata non poteva essere giustificata dalla commercializzazione di un'unico modello, per di più di nicchia. Ecco quindi arrivare una versione Cabrio della Fortwo e successivamente, per i più sportivi la Roadster e la Roadster Coupé, che condividono con la Fortwo la meccanica e il telaio, ma vantano una carrozzeria specifica, bassa e sportiva. Nel 2004 arriva anche la quattro posti Forfour, realizzata in joint venture con Mitsubishi (la basa è costituita dalla Colt).
I nuovi modelli, tuttavia, non riescono a riportare in sesto i conti della Casa, anzi si aggravano le perdite e così ecco arrivare la drastica decisione: la produzione dei modelli sportivi viene interrotta nel 2005 e quella della Forfour già nel 2006, dunque solo due anni dopo il suo debutto.

Si riparte dalla Fortwo
Il nuovo piano industriale prevede di concentrare le risorse sul modello che presenta indiscutibilmente il potenziale più interessante: la Fortow, della quale nel 2007 viene presentata la seconda generazione, caratterizzata dalla medesima impostazione ma da dimensioni leggermente maggiori, per incrementarne comfort, sicurezza e capacità di carico. Anche la meccanica viene evoluta: il propulsore ha sempre 3 cilindri, ma ora la cilindrata è di 999 cc.  con potenze da 61 e 71 CV nella versione aspirata, 84 per la turbo (ben 98 per la prestigios  o turbocompresso da 84 CV - 98 CV per la versione Brabus. Non manca nemmeno un turbodiesel (che aveva già debuttato con la prima generazione)  da 45 CV e 3,3 l/100 km. Anche il cambio è nuovo, con passaggi di marcia più veloci, mentre l'assetto appare più confortevole e allo stesso tempo più sicuro.

Nel frattempo lo scenario internazionale è cambiato profondamente rispetto a pochi anni fa: i timori per il prezzo del greggio - e di conseguenza del caro-benzina - stanno diventando rapidamente realtà e il risparmio di carburante ed emissioni sono diventati concetti strategici per ogni costruttore. E così Smart, da veicolo indubbiamente pratico ma anche un po' modaiolo, torna ad appropriarsi del proprio status originario di automobile all'avanguardia, capace di trovare risposte originali ed efficaci a problemi sempre più complessi di mobilità.

Ecco allora l'introduzione recente della versione "micro hybrid drive" con sistema start/stop, mentre per il 2010 è previsto il debutto di una versione elettrica, già in fase avanzata di test.
Solide argomentazioni tecniche e sociali che a dieci anni da suo debutto confermano e rilanciano la validità del progetto Smart, che a questo punto sembra davvero destinato ad un futuro lungo e luminoso.

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