La monovolume sette posti Citroen si connota per una linea moderna, personale e accattivante ben più di chi la ha preceduta, pur offrendo sempre degna abitabilità e spazio fruibile con buona modularità di tutti i sedili, con un bagagliaio a partire da 645 litri, nei 4,6 metri di ingombro. Si sceglie perché piace l’immagine, quasi futurista (es. nei fari 3D) e certamente tecnologica anche internamente, dove è in parte avvolgente, ma al contrario della sorella di poco più corta (la C4 Picasso, -17cm) qui non mancano volumi per accogliere passeggeri e bagagli in abbondanza. Non siamo a livello premium, da top di segmento su 360°, ma quasi: a Gran C4 Picasso non mancano i sistemi più recenti di sicurezza e assistenza alla guida, come anche possibilità di discreto lusso per finiture e dotazioni (a costi crescenti). Meno estremo rispetto a certa concorrenza invece, il fattore propulsivo, comunque ottimale per uso famigliare.
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Poker di cubature sovralimentate, con i tricilindrici 1.2 benzina pensati più per l’uso urbano, il prestante 2.0 THP, per chi voglia piena prestazione in assenza di vibrazioni e gasolio, oppure i due diesel: 1.6 BlueHDi pienamente gradito all’automobilista medio (nella variante potenza preferita) o 2.0 che non fa rimpiangere cavalleria. I più prestanti con il buon cambio EAT6 (non corsaiolo ma gradito). Quattro (più il Business) anche gli allestimenti, con quello top che punta alla fascia superiore (es. display 7” + 12” HD, ASL e Cruise attivo) incrementando però non poco il prezzo.
Le Grand C4 Picasso prima serie presenti sul fronte dell’usato, soprattutto nella motorizzazione 1.6 HDI, son un classico per le monovolume francesi, popolari anche da noi. Vettura ambita per famiglie numerose e chi voglia caricar comodamente, non resta mai invenduta essendo più appetibile delle altre C4, le quotazioni però scendono parecchio con il susseguirsi dei rinnovi modello. Attenzione sulle più vecchie alle manutenzioni “fai da te”, a non dimenticare alcune alimentazioni batteria pericolosamente esposte, in vano motore (a fare il danno si fa presto, con l’elettronica). La seconda serie ha buona tenuta di valore il primo anno, ma non è poi indenne dal comune deprezzamento attuale, complici le promozioni della rete sul nuovo.
Nel 2004 C4 prende il posto della Xsara, mettendo in strada quasi un secolo dopo il medesimo nome di una vecchia Citroen di fine anni Venti. Condivide con la Peugeot 307 del tempo pianale e tutti i sistemi autoveicolistici, perdendo qualche chicca tipica nel passato per le vetture della Casa, almeno a livello di sistema sospensioni, ma ha un design molto originale che le frutta alcuni riconoscimenti internazionali (2° in classifica come Auto dell’anno). Nel 2006 l’apprezzata versione MPV, Picasso prende posizione in gamma con ruolo primario compiendo un bel salto di stile rispetto alla precedente Xsara Picasso e differenziandosi in due varianti di volume (sette o dal 2007 anche cinque posti). Dal 2009 sotto il cofano compare il nuovo motore condiviso con la Mini, un 1.6 benzina sovralimentato. Per il 2010 arriva un restyling mentre è dal 2013 che sono in commercio le nuove generazioni Picasso, molto moderne e quasi sportive nell’immagine, soprattutto differenziate tecnicamente, nella piattaforma, rispetto alle altre C4. Anche per la monovolume si manifesta il target ecologico con il premiato downsizing (il Puretech è engine of the year 2015) mentre il successo commerciale in Europa prosegue.
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