Trieste - Viaggiare e veleggiare. Portando avanti quella ricerca interiore fatta di piccole scoperte e curiosità che ognuno di noi, un po’ Marco Polo nell’anima, porta dentro di se. Ma farlo in silenzio, cullati dalle onde e sospinti dal vento, oppure scegliere il sibilo quasi impercettibile di un’energia che sembra venire dal niente…
“Un giro per la vita”, un progetto meraviglioso messo a punto dal velista padovano Alfredo Giacon che con una barca a vela circumnavigherà le coste dell’Italia percorrendo 1.500 miglia in 64 giorni di navigazione. A fargli compagnia, creando un altro punto di vista, sarà una Porsche Panamera Hybrid, la prima vettura interamente ibrida fra le granturismo, in grado di “veleggiare” sotto i 165 orari, perché capace di disaccoppiarsi dal motore termico e lasciarsi spingere dall’energia pulita di un motore elettrico.
-
-
La Sly42 Fun sfrutterà il vento per portare il messaggio di un Giro per la vita. KTM 690 Duke e Porsche Panamera Hybrid, invece, consumeranno poca benzina assicurando, però, grande piacere di guida
3.600 km: in auto, moto e barca (a vela)
“Siamo in debito con la natura – spiega Giacon, convinto ambientalista noto per le sue avventure nei mari di tutto il mondo – e bisogna saper vivere in armonia scegliendo vie alternative”. Il mare visto dalla terra, la terra vista dal mare. “Un giro per la vita” è un progetto bello quanto ambizioso, atto a promuovere un turismo ecosostenibile sfruttando nuove tecnologie a basso impatto ambientale. Insomma, per dirla in breve è il primo eco-tour italiano che vede protagonisti uno Sly 42 ed una Porsche Panamera ma noi, per non far torto a nessuno e tantomeno agli amanti delle due ruote, abbiamo pensato di aggiungere un terzo protagonista a questo viaggio, una Ktm Duke 690, altro mezzo a basso impatto ambientale.
Ne vincitori ne vinti. A vantaggio dell'ecologia
Si parte da Trieste per giungere ad Andora, con una “r” sola, nel cuore pulsante della Liguria. Il via è il 1 maggio da piazza dell’Unità d’Italia per la Porsche Panamera che dovrà compiere 3.600 chilometri, e dal molo, sul lato opposto, per la barca a vela. Noi facciamo parte dell’equipaggio per così dire motorizzato. La Ktm Duke è una monocilindrica da 690 cc. e 70 cavalli di potenza, la Panamera è spinta da un V6 da 2.995 cc. in grado di sviluppare 333 cavalli. Ma questa volta non si tratta di una gara, non ci saranno ne vincitori ne vinti, lo scopo è quello di scoprire il piacere della guida e di saper apprezzare quanto la tecnologia possa aiutare a farci vivere il meglio il nostro tempo.
Visualizzazione ingrandita della mappa
“Iniziamo a percorrere i primi chilometri, poco più di una ventina, per fare la nostra prima sosta al Villaggio del pescatore, a pochi minuti dalle fonti del Timavo. Franco pesca i mitili da oltre venti anni, ama il suo lavoro almeno quanto la sua barca, ma ci confessa che i cambiamenti climatici stanno sconvolgendo i cicli e i ritmi della natura”
Trieste e l'Australia non ancora scoperta
Trieste ha sempre il suo fascino di città di confine, ha il sapore dei suoi storici caffè triestini, è la città di Italo Svevo ma anche quella preferita da James Joyce. E nella sua piazza centrale, quella dove appunto parte il nostro lungo viaggio, sorge una fontana che raffigura i 4 continenti, visto che quando fu costruita, nel 1751, l’Australia non era ancora stata scoperta…
Punti di vista: Franco il pescatore
Iniziamo a percorrere i primi chilometri, poco più di una ventina, per fare la nostra prima sosta al Villaggio del pescatore, a pochi minuti dalle fonti del Timavo. Franco pesca i mitili da oltre venti anni, ama il suo lavoro almeno quanto la sua barca, ma ci confessa che i cambiamenti climatici stanno sconvolgendo i cicli e i ritmi della natura.
“Le temperature delle acque - parla il pescatore - sono in costante aumento e la schiusa dei molluschi avviene in ritardo. Fortunatamente questa in cui viviamo è davvero un’oasi e almeno l’inquinamento è un problema che non ci riguarda”.
-
-
"Il turismo sta rovinando Venezia. I canali sono pieni di barche a motore che con i loro passaggi creano il moto ondoso che danneggia le fondamenta di Venezia" ci racconta Luigi, gondoliere
Punti di vista: Luigi, il gondoliere
Noi intanto proseguiamo la nostra marcia e dopo Grado, Aquilea, Caorle e Jesolo la meta obbligatoria non può che essere Venezia. Oltre a non aver accesso per ovvie ragioni, auto e moto non sono certo benvenute nella ex repubblica marinara e non sapendo più come estorcere soldi ai turisti i parcheggi chiedono una tariffa non più ad ore ma fissa: 26 euro per la giornaliera. Venezia non è semplicemente bella, è una raffinata opera d’arte unica al mondo.
Curiosi quanto scontrosi, i gondolieri non amano parlare molto, sono una casta quasi inavvicinabile che si schiude solo se abbiamo la fortuna di incontrare la persona giusta. Luigi è uno dei pochi e ci tiene a farlo per lanciare la sua denuncia personale a chi amministra la città in cui è nato e cresciuto.
“Ormai le grandi agenzie stanno deturpando tutto il nostro patrimonio - afferma il gondoliere - facendo una corsa smisurata verso il turismo. I canali sono pieni di barche a motore che con i loro continui passaggi creano un moto ondoso che lentamente danneggia le palafitte sulle quali poggia il cuore di Venezia. Il legno con i continui riflussi tende a smuoversi ed in alcuni punti sta scendendo di mezzo centimetro all’anno facendo lentamente affondare la città”.
-
-
Il veleggiare della nostra Panamera ha permesso un consumo di carburante molto contenuto, vista la stazza della vettura e le prestazioni che è in grado di assicurare: la media è di 11,8 km/litro
276 km a 11,8 km/litro: niente male
E’ da Venezia che ripartiamo per completare a Chioggia la nostra prima tappa ufficiale. I sofisticati sistemi di lettura della Panamera ci dicono che abbiamo percorso 276 chilometri con un media di ben 11.8 km/litro, grazie ad un intervento piuttosto costante del sistema ibrido: sistema che, oltre ad abbinare la forza del motore a benzina a quella dell'elettrico, prevede una funzione "sailing" (veleggiare) del tutto simile a quella di una barca a vela.
La vettura, infatti, quando il percorso lo permette (basta una leggerissima discesa) spegne V6 e disaccoppia motore e cambio, sfruttando al massimo l'energia cinetica accumulata, pur mantenendo attivi tutti i servizi. Nel nostro percorso, in alcuni tratti, siamo arrivati a sfiorare il 50% di utilizzo di questa funzionalità, che si disattiva immediatamente quando si richiede spinta con il pedale del gas: senza esagerare con il gas la spinta torna ad essere assicurata prima dal motore elettrico, a tutto vantaggio dei consumi, e poi se necessario dal motore a benzina.
Altra piacevole scoperta è il fatto che in questa parte dell’Italia la benzina verde cosi costi attorno ad 1.70 euro al litro, circa 20 centesimi in meno che in buona parte della nostra penisola.