Un giro per la vita 2012: da Sapri a Napoli

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311 Km lungo le splendide strade della costiera amalfitana, fino a Napoli, dove ci attende anche una spiacevole disavventura...La Panamera S Hybrid ha veleggiato ad Emissioni Zero per il 51% del percorso, mentre la Duke ha percorso 18,66 Km/l
7 giugno 2012

Il salto della cena ci ha fatto bene, al mattino ci alziamo con un grande appetito e con la voglia frenetica di ripartire. Finalmente oggi abbiamo una tappa rilassata, una fra le più brevi del nostro tour ma anche fra le più suggestive e poi, a fine serata, non mancherà nemmeno una scossa di adrenalina!

 

Il percorso che ci ha portato da Sapri a Napoli

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Sapri, "la piccola gemma del mare del sud"

Scopriamo un po’ meglio l’anima di Sapri solamente al mattino, una tranquilla cittadina la notte ma animatissima già alle prime ore del giorno. Siamo proprio nel cuore del golfo di Policastro ed il nome di questo piccolo borgo, il più a sud della Campania, è legato ad un episodio della nostra storia, quando nel 1857 Carlo Pisacane sbarcò con oltre trecento compagni cercando l’insurrezione dei contadini contro i Borboni.

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La costiera amalfitana: uno dei percorsi mitici segnalati da Moto.it

Ma Sapri ha una memoria storica ben più lunga di questa e dalla Punta del Fortino, proprio dov’è situato il faro, si intravedono nell’acqua le arcate Camerelle, antichissime vestigia dei magazzini alimentari in età romanica imperiale. Anche Cicerone la visitò, definendola “la piccola gemma del mare del sud”.

KTM 690 Duke: a suo agio tra le curve e i tornanti della costiera amalfitana 

Proseguiamo nel nostro cammino lungo-costa, immaginando quanto sia più bello e spettacolare questo percorso piuttosto che risalire a nord attraverso la temibile Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada-scandalo italiana. Ed è proprio da Salerno che inizia il bello di questa nostra giornata, imboccando la costiera amalfitana che personalmente inserirei subito, e senza discussioni, fra i percorsi mitici segnalati da Moto.it. E così siamo a due, dopo la Puglia.


Inutile dirvi che la Duke ha dato il meglio di se stessa, impossibile tentare di resisterle, fra curve e tornanti il vantaggio era abissale e allora per un breve tratto ci siamo separati lasciando al buon Nino, e alla sua Ktm, uno fra i più autentici piaceri di guida. Anche qui abbiamo trovato il solito gruppo di smanettoni ma stavolta la Panamera non avrebbe avuto modo di esprimere al meglio la grinta dei suoi 380 CV, allora tanto meglio veleggiare in piena tranquillità.

Le bellezze naturalistiche di questo tratto di costa vengono riconosciute in tutto il mondo, tanto che parte dei suoi siti sono considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Due le perle del lungo costa: una sicuramente è Amalfi, dalla quale prende anche il nome la costiera e l’altra è Positano.

Amalfi e il duomo di Sant'Andrea...

Conosciuta come una delle quattro repubbliche marinare assieme a Venezia, Pisa e Genova, ad Amalfi molto probabilmente si deve anche l’invenzione della bussola a nome di Flavio Gioia e comunque i suoi naviganti in passato furono fra i primi ad utilizzare questo strumento.

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Il bellissimo duomo di Sant'Andrea ad Amalfi, realizzato nel riconoscibile stile arabo-siciliano


Il bellissimo duomo di Sant’Andrea, in stile arabo-siciliano, è il monumento più celebre di fronte al quale si snoda anche la vita post-marittima della città. Bar, caffè, ristoranti e decine di negozi di souvenir sembrano straripare dai vicoli ed i prezzi, anche di un semplice parcheggio, sono proporzionati al fascino pittoresco della città. Come italiano però, ma anche come semplice turista, mi sento un po’ oltraggiato da questo caro-vita, ma evidentemente deve essere una caratteristica delle due opposte repubbliche marinare, visto che a Venezia è la stessa storia…

Positano con i suoi saliscendi

E Positano non può che rispondere senza fare eccezioni anzi, visto che basa la sua fama proprio su un turismo elitario. Arroccata su pendii rocciosi che scendono a picco sul mare, Positano è tutta un saliscendi: faticosissima da percorrere a piedi, assai impegnativa con una Porsche da quasi 5 metri, ma tutta da vivere in sella ad una Duke!


Fondata dagli abitanti di Paestum in fuga dalla città assediata dai Saraceni, la Positano di oggi vale veramente la pena di una sosta di almeno due o tre giorni. Portafoglio permettendo. Trappola per la vista e per l’olfatto ma anche per il gusto, sono sicuramente i limoni, straordinari in tutto e per tutto e non a caso il limoncello di Positano e zone limitrofe, specie se artigianale, è di una qualità imparagonabile alle volgari imitazioni da supermercato.

A Napoli per gustare la mitica pizza di Brandi

Cetara e le sue alici, Conca dei Marini e la sfogliatella ci fanno capire quanto questa tratto di costa abbia molto da offrire anche da un punto di vista gastronomico. Ma anche se presi per il palato, non possiamo venir meno al nostro dovere e abbiamo promesso a Simona, brillantissima location-manager per Napoli, di raggiungerla in piazza del Plebiscito alle 21.30 per andare a gustare la pizza, ma non una pizza qualunque, quella di Brandi!

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La storica pizzeria Brandi di Napoli inventò la pizza margherita nel 1889


Ed è proprio in questo locale che nel 1889 in onore della regina Margherita nacque la pizza più famosa al mondo, quella che probabilmente dopo le opere dei nostri grandi maestri rinascimentali ha portato maggiormente all’estero il buon nome dell’Italia. E almeno di questo, lasciatemelo dire, ne sono un po’ fiero.

Come nasce la pizza margherita

«La nascita della pizza, come alimento, si perde nella notte dei tempi – ci racconta Paolo Pagnani, titolare della pizzeria Brandi – la pizza Margherita invece è un alimento più moderno perché nasce come piatto nel 1889. La Regina Margherita di Savoia invitò a corte Raffaele Esposito che allora, assieme a Giovanna Brandi, era titolare di questa antica pizzeria.


«Il pizzaiolo si recò a corte e fece due tipi di pizza già esistenti ed un terzo tipo, ispirato ai colori della bandiera italiana. Bianco della mozzarella, rosso del pomodoro e verde del basilico. La pizza per Napoli rappresenta tutto: i colori del Mediterraneo, il mangiare mediterraneo, il sapore…e in questi colori anche l’allegria e tutto sommato è ambasciatrice della napoletanità positiva nel mondo e anche dell’italianità positiva nel mondo, oserei dire.»

Napoli e il suo fascino tutto particolare

Napoli è davvero una bellissima città: caotica, confusionaria e inquinata quanto vogliamo ma possiede un fascino tutto proprio, al quale è praticamente impossibile sottrarsi. Facciamo tardi andando un po’ in giro a fare qualche ripresa notturna, a bere un caffè  al Gambrinus e verso le due e mezza decidiamo di rientrare.


L’hotel scelto per questa notte è un quattro stelle posizionato su uno dei colli che sovrastano il porto di Napoli, ottimo punto di osservazione per le nostre riprese. Imposto l’indirizzo sul navigatore e scelgo il percorso più breve che dal centro città dista circa 6 chilometri.

Napoli è davvero una bellissima città: caotica, confusionaria e inquinata quanto vogliamo ma possiede un fascino tutto proprio, al quale è praticamente impossibile sottrarsi

Di notte, nei vicoli del quartiere Sanità...

Non siamo stanchi, al contrario, siamo euforici e molto soddisfatti. Continuo a seguire le indicazioni del navigatore, lasciamo l’arteria principale e ci immettiamo in un strada non molto larga. Una serie di curve e ci ritroviamo a breve in un vicolo decisamente stretto. Eppure il percorso è quello giusto, stiamo andando nella direzione corretta e la distanza diminuisce.


Ancora qualche centinaio di metri e finiamo quasi imbottigliati. Un paio di ragazzi ci seguono in scooter, senza casco naturalmente. Facciamo fatica a passare dalle strade acciottolate del vicolo, i due ci osservano, prendono il cellulare e ci sorpassano. Alla curva successiva sono una manciata i “guaglion’” che ci aspettano, non faccio nemmeno in tempo a pensare cosa possa accaderci che dopo pochi metri devo fermarmi per una vettura parcheggiata in maniera ignobile e che ostacola il passaggio.

Nino che ci segue in moto inizia a preoccuparsi, osserva le gesta dei ragazzi e ad un certo punto ci affianca gridandoci: “forza voi due, cercate di passare da lì, quelli si stanno già organizzando, abbiamo i minuti contati…”. Non penso tanto al valore della vettura che è super assicurata e dotata di impianto satellitare, quanto piuttosto a tutti i filmati e alle immagini finora prodotte. Fabio si innervosisce, mette la testa fuori e mi grida: «c…o Luca ce la fai, passa adesso ma fai in fretta, muoviti!!!.»

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La Porsche Panamera S Hybrid e la KTM 690 Duke, protagoniste indiscusse del nostro viaggio lungo le coste della Penisola

Tensione e un po' di paura, per portare in salvo la Panamera e tutto il materiale multimediale

Capisco che sono pochi secondi a separarci da tutto. Sicuramente dalla fine del nostro viaggio. Controllo a sinistra e mancano pochi centimetri, a destra pure. Do’ un colpo di gas e trattengo il respiro. Il V6 sbuffa per un attimo ma la Panamera esce senza problemi e sfregamenti da quel maledetto imbuto. Nino è già più avanti che ci precede e strilla «forza, ce l’abbiamo quasi fatta….dai è l’ultima curva…».


Aveva ragione, dopo un centinaio di metri ci ritroviamo come per miracolo all’ingresso del nostro hotel, cha ha una cancellata esterna barricata fino a tre metri di altezza. Entriamo dentro un po’ sbiancati ma ci abbracciamo da veri fratelli. Il tempo di raccontare la storia al portiere di notte e ci dice subito che abbiamo scelto il percorso più breve ma anche il meno sicuro.

«Siete finiti nel rione Sanità – ci ribadisce guardandoci dritti negli occhi - uno fra i più rischiosi di tutta Napoli, ma siete stati anche molto fortunati perché talvolta capita di ritrovarsi una scala in legno in mezzo alla strada e li devi davvero fermarti. E’ successo anche a me in motorino e sono tornato indietro…».

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La Porsche Panamera S Hybrid ha veleggiato ad Emissioni Zero per il 51% del viaggio

Emissioni Zero per il 51% del percorso

Siamo così sbigottiti che entriamo in camera senza nemmeno prendere i riferimenti chilometrici e di consumo. Torno indietro, esco in ciabatte nel parcheggio, tanto il peggio è passato. Con stupore ma non troppo, visti i ripetuti passaggi avanti-indietro in costiera amalfitana e anche a Napoli, scopro che nei 311 chilometri di questa giornata la Panamera S Hybrid ha percorso appena 9,6 chilometri con un litro di verde, velggiando ad Emissioni Zero per il 51% del viaggio, mentre la Duke 690 si è attestata su una percorrenza di 18,66 Km/l. Almeno domani faremo un bel pieno. Soldi spesi bene, se penso che potevamo tornare a casa in treno…

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  • Prezzo da 116.891
    a 250.104 €
  • Numero posti da 4
    a 5
  • Lunghezza da 505
    a 520 cm
  • Larghezza 194 cm
  • Altezza da 142
    a 143 cm
  • Bagagliaio da 421
    a 1.385 dm3
  • Peso da 1.960
    a 2.535 Kg
  • Carrozzeria Berlina
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