SUV che sfora i 4,5 metri ma non troppo, di linea oggi superata ma ancor “pulita” è frutto dell’unione con i coreani di Chevrolet (ex Daewoo) dotato volendo di trazione integrale. Di Antara è nota la fratellanza con Captiva, ma con Opel si hanno qualche centimetro in meno e finiture poco migliori. Se non si eccede in lusso e sfarzo, come nemmeno in prestazioni assolute, tra i plus oltre il tanto spazio a bordo, ci sono: un valido rapporto qualità prezzo, un’immagine equilibrata e un buon sistema di trasmissione.
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Antara è disponibile anche con la sola trazione anteriore e il motore più blando, ma il miglior livello di prestazione e dotazione si ha con il 2.2 CDTI più spinto, che sposa bene l’allestimento più completo. Occhio solo ai consumi.
Con una discreta diffusione sul mercato da nuova, quasi unicamente diesel e una buona affidabilità, Antara si ritaglia un posto anche sul fronte dell’usato, a livello commerciabilità, meno invece per tenuta valore che decade parecchio.
Opel Antara debutta a fine 2006, quando la piattaforma theta General Motors si presta per il veicolo a trazione integrale sudcoreano, realizzato in parallelo alla cugina Chevrolet Captiva. In parte copre lo spazio lasciato vuoto dalla vecchia Opel Frontera, più fuoristradista. Nel 2011 un restyling aggiorna le finiture estetiche del SUV allineandolo alla più recente immagine Opel. In funzione dei mercati, il medesimo veicolo assume marchio e nome diversi, molti anche gli stabilimenti produttivi dove viene assemblato, con componenti spesso in buona parte locali. Le motorizzazioni spaziano dai quattro cilindri diesel ai sei cilindri benzina, anche di grande cubatura. Produzione cessata nel 2015.
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