Crossover muscolosa, più alta da terra e spaziosa, magari con trazione integrale? Certo, esiste anche per Mini e si chiama Countryman. La linea è 100% Mini ma dimensioni (oltre i 4 metri) e doti telaistiche sono lievemente diverse, per la tosta di famiglia che non rinuncia alle varianti più estreme e personali, tipiche di Mini. Condivide ricchezza di contenuti e dotazioni degne di classi superiori con le altre sorelline Countryman, aggiungendo però la possibilità di andare in scioltezza su fondi più impegnativi (non però vero fuoristrada) e stare un po’ più comodi, in 4 o 5, a scelta; questo poichè essendo la XL della gamma, è dotata di cinque porte e altezza da terra 15 cm, con anche i motori più potenti disponibili. Non si paga poco, non ha troppo spazio per chi sieda dietro come per i bagagli di un’eventuale famiglia (pur abbondante e flessibile rispetto alle altre Mini “corte”), nemmeno può risultare totalmente confortevole, ma ripaga per le prestazioni in formato compatto, immagine molto apprezzata e solidità.
In primis da scegliere se voluta con trazione solo anteriore oppure ALL4, intelligentemente posta anche a dietro, quanto serva. Molte le declinazioni possibili, con allestimenti e pacchetti di vario tipo, uno su tutti il JCW per il massimo della sportività (a caro prezzo) ma non mancano anche sistemi di infotainment più evoluti, con il grande display centrale da poter arricchire di contenuti, o il Driving Assistant per avere tutti gli ausili di sicurezza attiva durante la guida. I motori sono benzina oppure gasolio (3+3), tutti Euro6 quattro cilindri, tecnicamente raffinati oltre la media e di gran potenza, se si possa spendere, specialmente il quattro cilindri 2.0 turbo da oltre 200 CV. Non si bada troppo ai costi ma al piacere scegliendola, in caso però la base, One (guidabile anche da neopatentati) diesel o benzina, è relativamente parca nei consumi pur se non scattante come le altre Mini.
Parlare di Mini in ambito usato vuole dire espandere il concetto alla miriade di versioni prodotte nel secolo scorso, tra le quali si distinguono ancor oggi per valore alcuni “pezzi” rari e pregiati, di rilevanza storica. Venendo alla Countryman si denota un’ottima tenuta di valore, sopra la media e persino sopra altre Mini "normali". Da tener presente che i costi manutenzione sono in parte coerenti all’immagine e quindi anch’essi maggiori della media, cosa da tener in considerazione soprattutto per le versioni oggetto di tuning esasperato (alcune Mini personalizzate fuori e spremute troppo dentro, possono aver stressato maggiormente la meccanica). Netta la preponderanza dei motori a gasolio.
È lunga oltre mezzo secolo la storia Mini, molte le vetture a fregiarsi del nome di origini britanniche poi esportato e prodotto in tutto il mondo con successo. Quella in produzione oggi appartiene alla famiglia di proprietà BMW, che ha visto la luce nel 2001, ma nel secolo scorso varie Mini sono state prodotte con marchi BMC, Morris, Austin, Rover e anche Innocenti. Tra le caratteristiche delle Mini due porte pre-2001, c’era la potenza elevata pur mantenendo cilindrate ridotte, dentro un piccolo e solido telaio, genericamente basso e dalla guidabilità molto diretta. Dotazioni e livello di finiture erano coerenti al tempo e salvo casi particolari, tendenti alla semplicità; relativamente lacunoso era anche l’aspetto sicurezza. Si contano sei importanti generazioni della “vecchia” Mini, per un totale di oltre cinque milioni di pezzi, ovvero la vettura britannica più venduta in assoluto. La storia più recente è figlia di importanti investimenti da parte di BMW, che ha fatto rinascere una moda estendendola a vero e proprio marchio, creando uno status-symbol non certo economico, dallo stile ispirato al passato ma con dotazioni e prestazioni di primissimo livello. In meno di un decennio sono entrate in produzione molte versioni della nuova Mini. Per il 2007 arriva la seconda generazione, che varia poco l’azzeccatissimo stile ottenuto dai precedenti studi e implementa motorizzazioni più attente ai consumi, oltre il nuovo turbo per la S, sviluppato comunemente ai francesi di PSA. La gamma si arricchisce della Countryman nel 2010, esibendo la prima Mini a 4+1 porte, in stile SUV (più voluminosa delle sorelle) e con possibilità della trazione integrale. Varianti a uso agonistico della Countryman hanno corso nei rally e nei raid. Quella in vendita ora è la terza generazione Mini, basata sul nuovo pianale UKL1 (destinato anche a BMW): sempre più grande e stilizzata, ma sempre uguale nel concetto e sul fronte per dinamica di guida e grinta. Superata da poco la quota dei tre milioni di esemplari, Mini è stata direttamente venduta in ben 110 nazioni mentre l’ultimo aggiornamento modello della Countryman, dopo oltre 350mila esemplari, è datato 2014.
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