Incarnazione attuale di un’icona statunitense per il mondo fuoristrada. Con Jeep Wrangler si esibisce, in forma compatta, tutto il fascino tipico derivante dalle gloriose Jeep del secolo scorso, ma con un occhio (minimo) di riguardo al conducente moderno. Apprezzata e appartenente alla fascia comunque alta del segmento, ha tratti forti e netti come allora, trazione integrale con ridotte, altezza elevata da terra: una vera struttura atta ad andare un po’ ovunque e quindi si rinuncia a certo lusso interno, nonostante i costi. Quattro i posti, nei 4,22 metri di ingombro longitudinale, con due porte ma la possibilità di togliere l’hard-top volendo. Limiti, tipici, nella comodità e visibilità ridotte al posteriore, come nel bagagliaio.
Disponibile benzina, più esosa e dotata, oppure onesta diesel cui se si pensi di farne un uso frequente e anche urbano, visto il costo elevato già di base, possibile inserire dotazioni maggiori nelle versioni top di gamma.
Tiene bene il proprio valore e ha una più che discreta appetibilità anche quando usata dopo vari anni, la Jeep Wrangler. Diffusa in Italia maggiormente con motori a gasolio, denota anche una buona affidabilità tecnica, pur sapendo che qualora capiti, la manutenzione straordinaria è meglio affidarla alla rete o a uno specialista di Jeep.
Debutta nel 1986 quale sostituta della CJ, ovviamente rispettando la tradizione di telaio e trasmissione adatti fuoristrada vero, in misura media, con qualche occhio di possibile riguardo per l’uso anche stradale. Già la prima Wrangler della AMC non eredita però tutto differenziandosi leggermente dalle storiche Jeep che l’anno preceduta, per i sistemi propulsivi parzialmente condivisi al tempo con la Cherokee. Un primo aggiornamento nel 1996, con la YJ sostituita dalla TJ e dotata di migliori sospensioni, poi un secondo nel 2006, con la JK, a sua volta declinata in molte differenti versioni secondo gli usi.
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