Da oltre quaranta anni in produzione, rimane il simbolo premium del proprio segmento non solo per stile, che si rinnova, ma anche per contenuti e prestazioni costantemente al vertice. Fascino tipico Jeep con doti di guida ottime per la categoria e oggi anche un po’ di Italia se proprio si voglia includibile in porzioni del suo DNA originariamente tutto “from USA”. L’immagine è fresca di debutto per il 2014 e anche molto personale, con linee fluide e dettagli marcatamente identificativi, come il cofano spiovente e i gruppi ottici posti in alto. Anche la tecnica però, come da tradizione non è da meno, offrendo sicurezza certificata ai massimi riferimenti, infotainment avanzato e una trasmissione a nove marce. Si paga parecchio prendendone tutte le doti, ma è poi capace di cose non comuni a tanti veicoli che gli s’ispirano, forte di ben tre tipologie di trasmissione integrale con disconnessione dell’asse posteriore, per ottimizzare i flussi energetici.
Disponibile anche a sola trazione anteriore e potenza limitata, ha una gamma motori che parte dai quattro cilindri diesel di origine Fiat, in due varianti, fino al 3200cc V6 benzina Pentastar capace di oltre 270 CV. Non è mai un vero proiettile di velocità, ma ci si gratifica abbastanza alla guida soprattutto con le doti fuoristradiste della versione Trailhawk. Dei tre allestimenti, Limited identifica la versione più ricca come da tradizione. La trasmissione automatica a nove marce è riservata alle motorizzazioni più potenti, mentre il sistema U-connect che può integrare web e navigazione, ha display da 8,4 pollici. Accessori Mopar da scegliere, volendo, in gran quantità.
Come veicolo simbolo non sente il peso dell’età rispetto alla media, apprezzato dagli amatori del genere e pur nelle versioni meno moderne ed ecologiche, mantiene discreto valore, forte di una meccanica solida. Le generazioni più recenti, anche se abbordabili a un’ampia fascia di utenza da usate, richiedono spesso di doversi affidare alla rete ufficiale per manutenzioni straordinarie, quando capitino (rare ma esistono, come su qualche modulo elettronico abitacolo delle versioni XJ Euro2 o gestione motore delle KJ Euro3).
Nasce nel 1974 il primissimo modello SJ, con quella che fu poi dieci anni dopo, nel 1984, una piccola rivoluzione seguita dai competitor: dalla XJ proporre una generazione di “medium” SUV monoscocca dalla massa ridotta nonostante le doti di rigidità e la trazione adatta al fuoristrada. Prodotta inizialmente nell’Ohio è poi stata diffusa globalmente e assemblata in ogni continente, incluse nazioni quali Cina, Venezuela o Egitto, variate poi nel corso dei decenni. Tra i suoi poderosi motori di un tempo si annoverano i V8 AMC da 6,6 litri, mentre oggi ci sono quelli a gasolio figli del matrimonio con il gruppo Fiat. Molte le varianti susseguite nei decenni, che si differenziano per allestimento in funzione del mercato e anche per nome, poiché la Cherokee europea per alcuni anni era in realtà la Liberty americana, poi messa da parte per riprendere il glorioso nome ormai icona globale in questo taglio medio dei SUV integrali.
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