La nuova versione del prestante SUV Hyundai punta al ravvicinamento stilistico verso il mondo delle berline, con il proprio effetto definito “tempesta” (storm edge) in realtà educato nel pur solido impatto estetico e accogliente alla prova. Dato il ruolo cercato nel difficile segmento, non certo di fascia bassa o economica, nei 4,7 metri di lunghezza ci sono spazio ben adeguato per cinque persone, buona ergonomia e finiture, moderne dotazioni sicurezza, più ovviamente una valida meccanica sotto il vestito. Non teme i fondi difficili Santa Fe, ma non nasce con DNA da fuoristrada “vero”. Tra i plus anche i cinque anni di garanzia, senza limite di percorrenza.
Distinzione fondamentale tra versioni due oppure quattro ruote motrici: con le prime target rimangono le strade più ordinarie, avendo il TOD invece l’ausilio della trazione posteriore (che si attiva quando serve) supporta parecchio per uscirne. Santa Fe è disponibile anche in versione sette posti, sacrificando parte dell’ampio bagagliaio (da 585 l.). I motori entrambi Euro6, sovralimentati a gasolio, sono un onesto 2000 e un 2200 che raggiunge i 200 CV: abbinato alla trazione integrale e al cambio assistito, regala buone sensazioni. Quattro gli allestimenti, anche se quello base riservato alla 2.0 non include il navigatore e per avere tutti i nuovi sistemi di aiuto alla guida occorre stare sul top di gamma. In ogni caso buona la varietà di colori per carrozzeria e anche interni.
Il modello è ben apprezzato in Italia come altrove sin dal debutto, forte di una buona affidabilità che genericamente non riserva sorprese. Facilmente commerciabile, anche se sente abbastanza il deprezzamento con gli anni e il rinnovarsi della gamma. Le prime versioni, Euro3, sono a prezzi molto popolari e pur senza spiccare per potenza e reattività nella guida, sono buoni affari quando tenute e incontrino il gusto dell’acquirente. Medesimo discorso per i modelli seguenti che, con la crescente complessità dei sistemi presenti a bordo si legano maggiormente alla rete della Casa, qualora capitino (è raro) manutenzioni straordinarie.
È il primo SUV della Casa coreana, nato nel 2000 con il nome a onore della cittadina nel Nuovo Messico. Santa Fe ha contribuito fortemente al rinnovo d’immagine e percezione per Hyundai nei mercati esteri, soprattutto negli USA dove ha riscosso grande successo commerciale sin dal debutto. Realizzata su pianale condiviso con la Hyundai Sonata, la prima generazione (SM) usa motori quattro e sei cilindri benzina, oltre un diesel 2000 dedicato prioritariamente all’Europa. La seconda serie (CM) del 2006 si evolve nello stile, senza sconvolgimenti, mentre l’attuale (DM) è in produzione dal 2012 con un incremento della sportività e della personalità propria. L’ultimo restyling è datato 2015. Da veicolo globale qual è, Santa Fe si è adattata ai diversi mercati di sbocco con varianti di motorizzazione ma anche carrozzeria. Quella che per qualcuno è la versione a passo lungo, in certe Nazioni è indipendente, chiamata Maxcruz o Grand Santa Fe. Non è mancata una ibrida che combina il V6 aspirato benzina con un elettrico (Blue Hybrid). Solo per alcuni mercati, ufficialmente sino al 2010, una Santa Fe più economica è assemblata dalla cinese Hawtai, con motorizzazioni d’ispirazione Rover (tra cui anche un 1800cc turbo benzina): viene venduta sotto il nome di C9.
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