È la seconda, migliorata ma non sconvolta, generazione Honda Jazz. Piccolo monovolume di buon equilibrio e anche successo sui mercati, si compra oggi a prezzi contenuti e con limiti solo di immagine, semplicità e classe Euro5, ha pur sempre buona funzionalità se non si abbiano pretese. Bagagliaio e spazio sono ottimali rispetto l’ingombro.
Motorizzazioni unicamente a benzina, 1.2 o 1.4 senza invero grandi differenze quando si parli di usato per i costi, con anche una ibrida dal 2011 che però non ha trovato molta diffusione. Meglio le più dotate in allestimento, dei quattro prodotti e con cambio CVT se non si ami faticare sapendo di non poter correre.
Diffusa in Italia unicamente con motori a benzina (e qualche installazione di GPL più che ibrida), la Jazz denota da sempre una buona affidabilità di meccanica e sistemi, non altrettanto buona la tenuta valore specie nel medio - lungo termine. Non è mai stata certo regina delle vendite, eppure sapendo scegliere qualora serva, il rendimento è buono e le manutenzioni straordinarie percentualmente ridotte.
Nasce nel 2001, arrivando in Italia nel 2002, per rimpiazzare la precedente Honda Logo. La prima generazione è caratterizzata per lo stile da piccolo monovolume, dai tratti netti e il frontale corto, cui segue nel 2008 la seconda, leggermente più grande, molto più arrotondata, ma sempre fedele a sole motorizzazioni benzina. Assemblata in vari stabilimenti sparsi per sette Paesi del globo (in UK per l’Europa ma principalmente a Oriente) Jazz ottiene grande successo in madre patria e non solo. Dal 2011 la gamma include la prima Hybrid. Il nome Jazz non si applica in Giappone, Cina e USA dove è sostituito da Fit, con il plus dell’eventuale trazione integrale. Data la diffusione globale e gli assemblaggi dedicati nei vari continenti, si possono avere versioni leggermente diverse della Jazz, soprattutto in Giappone dove oltre le varianti 4WD esiste anche la familiare, Shuttle.
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