E’ la rossa attualmente più compatta e forse più nota, o facile da notare per strade e circuiti, vista la “popolarità” nel proprio elevatissimo genere. Svetta per grinta con il tipico DNA di Maranello in chiave moderna, nulla a che vedere con le pensionate progenitrici del secolo scorso, in quanto a comodità (relativamente al mondo sportivo) e sicurezza, ma anche prestazione ottenibile senza essere dei consumati piloti. Averla vuole dire richiamare il mondo delle corse anche più che con le sorelle maggiori, poiché corre in pista da sempre nel Trofeo dedicatole e nelle varie categorie delle serie internazionali. Il V8 centrale posteriore aspirato, combinato all’efficientissimo cambio sette marce e le sospensioni attive, con regolazioni variabili, regala emozioni a non finire, neppure troppo impegnative a bassi giri con i controlli tutti attivi (e gestibili dal volante, come una vera monoposto). Vettura che fa innamorare facilmente nonostante il costo e risulta persino “abbastanza” gestibile anche in percorsi urbani, se si deva, pur se non è certo il suo habitat viste le doti e l’impressionante ma equilibrata cattiveria che può esprimere a controlli disattivi. La 458 Spider si caratterizza per il tetto rigido ripiegabile in quattordici secondi e qualche conseguente limitazione nel bagagliaio, rispetto alla coupé.
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Rimasta in vendita a fine carriera nella sola in configurazione Speciale, più costosa ma soprattutto potente, leggera e corsaiola della versione di debutto, può anche avere un eventuale allestimento pronto a correre in pista: per piacere o per competizione vera, godendo poi di tutti i benefits di essere parte delle Corse Clienti Ferrari. Le personalizzazioni sono sempre realizzabili e molto varie in quanto a finiture, pur sempre d’impronta definita.
Diffusa in Italia per circa un quarto dei modelli in versione aperta, la 458 è sempre molto commerciabile, quindi investimento valido anche nel breve termine, automobilisticamente parlando. È persino “ben acquistabile” sapendone riconoscere la validità tecnica indipendentemente dal chilometraggio o dall’uso pistaiolo (che per contro può aver lasciato tracce di incidenti e molteplici sostituzioni di parti, anche importanti). Le riparazioni straordinarie, qualora capitino, anche nel lungo termine vanno affidate a specialisti del Cavallino.
Arriva sui mercati nel 2009, in sostituzione della F430. Il nome è composto da numeri identificanti cubatura (4,5 litri) e numero cilindri (8). Realizzata non solo con derivazioni dalle dirette esperienze in pista nelle varie formule, ma anche con la consulenza di Michael Schumacher quale tester. Quattro le versioni: Italia, inizialmente, quindi dal 2011 anche Spider o dal 2013 Speciale e Speciale A (aperta, dal 2014), con solo l’ultima ancora in commercio prima che la nuova 488 GTB rimpiazzi totalmente il modello. Le edizioni più particolare sono limitate spesso a esemplari da esposizione, con qualche derivazione estrema come quella di Pininfarina (la roadster Sergio, prodotta in sole sei unità), oppure realizzate quasi su commissione con specifiche estetiche più che tecniche. Tra la altre, notevole per i segni distintivi del mondo asiatico, la serie 20th Anniversary S.E. per il mercato cinese. Nata anche per il Motorsport, la 458 in versione pistaiola (circa 100 Kg in meno senza però sconvolgimenti nella tecnica complessiva) anima una serie di apprezzati e globalmente attivi campionati, dedicati a lei nel Ferrari Challenge. Le versioni GT hanno disputato con buon successo anche serie iridate come il WEC, ottenendo due titoli e parecchie affermazioni di classe nelle grandi classiche di durata in ogni continente.
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