Restyling nel 2013 e motori Euro6 efficientissimi, dotati di turbo, per la sempre verde Coupé dal tetto retrattile della Casa dell’elica. È tedesca, bella, raffinata e dalle prestazioni elevate. Minuta (423 cm) ma con tanti dettagli di pregio, anche sotto il vestito, richiama nel DNA base il concetto di roadster pura, con trazione posteriore e motore anteriore. Poiché si gode di lei alla guida con al massimo un accompagnatore e poco bagaglio nel baule (180 VDA, pena il mantenerla in configurazione chiusa) e non costa oggettivamente poco, la Z4 è anche esclusiva pur condividendo sistemi e tecnologie di base con altri modelli della gamma BMW.
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Il parametro che la definisce maggiormente in dettaglio è sotto il cofano, partendo dai già decorosi (per utilizzo “normale”) ed efficienti quattro cilindri 2000cc che non esagerano nei consumi, arrivando fino ai coinvolgenti sei cilindri. Al di là degli allestimenti, alcuni abbastanza esclusivi, per spendere gratificando pienamente le orecchie e godere senza sosta del diretto ma moderno e sicuro feeling di guida, si sposano al meglio: cambio automatico, controlli di stabilità (che su questo genere di vettura servono sempre, tutti) e motorizzazioni 3000cc.
Come tutte le coupé due posti, o meglio se cabriolet, Z4 mantiene valori interessanti sul fronte dell’usato anche dopo molti anni. La prima generazione, oggi distante dall’attuale sotto vari punti di vista, non solo tecnologici, è popolare in quanto a costo ma potenzialmente onerosa da accudire, se non ben mantenuta: motori sei cilindri e sistemi elettronici personalizzati da BMW legano abbastanza le Z4 alla rete ufficiale, qualora necessitino di sostituzione parti codificate. Non si evidenziano guasti congeniti, salvo qualche rara anomalia allo sterzo elettrico della prima serie.
Nel 2002 il modello E85 debutta prendendo il posto della Z3, di cui riprende al 100% gli ambiziosi obiettivi in seno allo sfizioso segmento delle cabrio due posti, come la configurazione tecnica (motore anteriore, trazione posteriore), ma al contempo si distanzia con stile figlio dell’audace Chris Bangle, ovvero: molto più moderna, spigolosa e d’impatto forte rispetto alla minuta e filante progenitrice. Figlia del concetto nato nel 1987 con la Z1, è assemblata negli USA con motori derivati da quelli in uso sulla serie 3 contemporanea: benzina, genericamente sei cilindri in linea con picchi di potenza esagerati per le versioni M, ma anche quattro cilindri per accontentare tutti i gusti. Nel 2006 si aggiunge alla gamma il modello coupé E86, interessante ma non troppo apprezzato dal mercato. Dal 2009 è in commercio la seconda generazione, E89, totalmente tedesca anche nell’assemblaggio e più raffinata nell’impatto come nella sostanza. Principale dato è che perde la classica capote in tela per usare un tetto retrattile in alluminio. Molti gli ausili elettronici implementati, che la fanno apparire molto lontana dalla gloriosa Z3 non solo per le forme ma soprattutto per la sicurezza. I motori in gamma spaziano dai quattro cilindri di potenza limitata ai sei cilindri ora anche sovralimentati (biturbo) da oltre 300 CV. Tante le versioni artigianali o da pezzo unico, vista la personalità già forte del modello di serie e i volumi contenuti da gestire. Dato lo stile vistoso e apprezzato, le Z4 sono state utilizzate in varie “comparsate” di rilievo mediatico, come anche per attività di Safety car o persino premio nella MotoGP. A livello competizioni, le Z4 sono scese in pista con varie configurazioni e motorizzazioni (sei oppure otto cilindri), sia per gare di durata sia sprint, negli USA come in Europa: in classe GT (GT3, GTE, GTLM) o nel DTM.
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