Opel Corsa OPC

Opel Corsa OPC
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Palma di Maiorca - Dal supermercato alla pista (e ritorno)!
3 gennaio 2007

Palma di Maiorca – Fino a un paio di anni fa una compatta da quasi 200 cavalli era una cosa inimmaginabile, a meno di non volersi iscrivere ad un rally o affidarsi alle cure di qualche preparatore. L’escalation delle potenze, però, dopo il settore delle GT ha contagiato anche le “piccole bombe” e così Opel, per l’attesissima Corsa OPC, ha pensato bene di mettere tutti d’accordo con un 1.6 turbo capace di sviluppare la bellezza di 192 cavalli, naturalmente abbinati ad un assetto e un “vestito” altrettanto grintosi.
Con questo biglietto da visita, la nuova Corsa OPC costituisce sicuramente una delle vetture più attese dell’anno per gli appassionati, nonché la sfidante più accreditata al titolo di reginetta delle compatte ad alte prestazioni. Quello stesso titolo al quale ambiscono, tanto per non fare nomi, anche le recentissime e agguerrite Renault Clio RS e Mini Cooper S.


Non passa inosservata
Quasi a voler spaventare le potenziali rivali già a motore spento, la nuova Opel Corsa OPC esibisce un body kit decisamente vistoso, soprattutto se si opta per il classico blu metallizzato che è di fatto il colore “ufficiale” di tutte le Opel ad alte prestazioni (bella, comunque, anche rossa, mentre per chi vuole un tocco di eleganza in più consigliamo il nero. E guai a chi oserà ordinarla con il solito grigio metallizzato!).
La ricetta è quella consueta per questo genere di reintepretazioni: passaruota allargati, nuovo fascione anteriore grondante di prese d’aria (alcune però… finte, peccato), cerchi in lega che lasciano ammirare l’impianto frenante (belle le pastiglie di colore blu) e specchietti aerodinamici; in coda, poi, la personalizzazione è ancora più vistosa se possibile, grazie al paraurti “muscoloso”, all’immancabile spoiler posto sopra il lunotto, all'estrattore aerodinamico orgogliosamente esibito e allo scarico centrale di forma triangolare.
Interventi che trovano terreno fertile nelle linee già piuttosto dinamiche della Corsa standard, ottenendo come risultato finale una vettura che certamente non passa inosservata, non propriamente elegante, ma molto grintosa: i fan del genere ringraziano.


Ricetta classica ma ben “cucinata” anche per l’abitacolo, dove troviamo la pedaliera in metallo, il volante sportivo (tagliato in basso, secondo la moda del momento) rivestito in pelle con cuciture a vista e soprattutto due splendidi sedili Recaro – rivestiti in pelle nell’esemplare provato - tanto belli da guardare quanto efficaci nel trattenere il corpo durante le curve ad alto tasso di g, e senza essere per questo troppo scomodi.

 

Overboost!
Insomma, nell’abitacolo come all’esterno la presenza scenica è assicurata, ma in OPC non si sono preoccupati solo della forma, tutt’altro. Come anticipato, punto di forza della più potente Corsa mai entrata in produzione è il quattro cilindri di 1.6 litri sovralimentato, che già avevamo avuto modo di apprezza durante la nostra prova della Merica OPC da 180 CV. Per la Corsa, però, i tecnici di GM hanno ulteriormente evoluto questa unità, fino a raggiungere una potenza di 192 CV a 5.850 giri e una coppia massima di 230 Nm sempre disponibili tra i 1.980 e i 5.800 giri. Quando si richiede alla vettura la massima spinta, inoltre, grazie alla funzione overboost si può contare sull’apporto temporaneo di altri 36 Nm, per un totale di 266 Nm.
Le prestazioni dichiarate sono di assoluto rilievo: da 0 a 100 km/h in 7,2 secondi, 6,7 secondi per passare da 80 a 120 km/h in quinta marcia e 225 km/h di velocità massima. Il tutto con consumi ragionevoli: 7,9 litri ogni 100 km nel ciclo misto.


La potenza naturalmente è scaricata a terra attraverso le ruote anteriori con l’ausilio di un cambio manuale a sei marce e di una completa rete elettronica di sicurezza (ABS, controllo di trazione ed ESP sono di serie, così come gli airbags frontali e laterali). Niente differenziale autobloccante, quindi, che certamente avrebbe aiutato a sfruttare tutta la potenza disponibile ma avrebbe anche innalzato il costo finale della vettura.
Al di là dell’elettronica, comunque, la Corsa OPC si affida innanzi tutto ad un assetto abbassato di 15 mm rispetto a quello delle altre Opel Corsa, con l’assale posteriore irrigidito fino ad aumentare del 25% la resistenza al rollio, i gruppi molla/ammortizzatori con taratura specifica ed una diversa regolazione degli ammortizzatori a gas. Il controllo elettronico della tenuta di strada (ESP) è di serie, ma può essere disattivato ed è stato adattato al temperamento sportivo della vettura.
Potenziato anche l’impianto frenante, con quattro dischi di grandi dimensioni (quelli anteriori sono ventilati da 308 mm, quelli posteriori sono pieni e hanno un diametro di 264 mm), mentre lo sterzo vanta un nuovo sistema di servoassistenza variabile in funzione della velocità, grazie al quale a variare non è solo la resistenza ma anche il diametro di sterzata. Con un rapporto di 13,0:1 nella marcia in rettilineo, è già molto diretto, ma lo diventa ancora di più aumentando l’angolo di sterzata: ad un’angolazione di 90 gradi corrisponde un rapporto di 11,8:1. La progressione variabile fa sì che la risposta aumenti ancora con una maggiore angolazione dello sterzo, fino ad un rapporto di 13,3:1, semplificando anche le manovre di parcheggio.

 

Spinta generosa
Al momento di metterci al volante, comunque, il pensiero corre soprattutto ai 192 CV infilati sotto il cofano, che sul corpo vettura compatto (beh, in realtà siamo a quota 4 metri, ma ormai nel segmento B la regola è questa..) della Corsa promettono forti emozioni.
Già a vettura ferma la prima impressione è subito positiva, grazie ai sedili sportivi che contengono perfettamente il corpo ma senza fasciarlo troppo e alle ampie possibilità di regolazione di sedile e volante, che consentono di trovare un “assetto” ideale a chiunque. Naturalmente, vista la tipologia di vettura e il percorso che ci attende (oltre 100 km sulle stradine strette e tortuose dell’entroterra di Palma di Maiorca) optiamo per un’impostazione rallystica, con le braccia raccolte per un migliore controllo del volante in caso di correzioni improvvise e il busto verticale.


I primi metri ci svelano subito delle informazioni importanti: la frizione è molto morbida, da vera city car, a tutto vantaggio della praticità nella guida in mezzo al traffico, e il cambio è ben manovrabile. Molto leggero è anche lo sterzo, ma strada facendo scopriremo che la sua resistenza aumenta all’aumentare della velocità. Il suono, in compenso, è da vera auto da rally: un rombo pieno e cupo che invade l’abitacolo ad ogni affondo sull’acceleratore, con il pregio per nulla trascurabile di rimanere silenzioso se si marcia a velocità costante nella fascia inferiore del contagiri. Insomma, esattamente ciò che si vorrebbe da una compatta ad alte prestazioni destinata comunque anche ad un uso quotidiano, e non solo a improvvisate prove speciali “dove si può”.

I primi km in mezzo al traffico del mattino di Palma di Maiorca ci svelano anche un altro pregio del propulsore: per essere un 1.6 da 192 CV è sorprendentemente elastico, con una spinta continua e nessun “buco” di erogazione, al punto da consentire di riprendere da 50 km/h in sesta marcia senza troppe proteste.
Siccome però non stiamo guidando l’ennesima monovolume per famiglie ma una piccola tutto pepe accogliamo con vera gioia l’arrivo di strade più tortuose e soprattutto meno frequentate…
L’andatura cresce e la nuova Opel Corsa OPC si cala subito nei panni della “piccola bomba”, consentendo di raggiungere in pochi secondi velocità ragguardevoli. In queste situazioni la spinta del motore è costante e senza strappi: decisamente efficace, anche se il rischio in questi casi è quello di non avere la percezione di tutta la potenza disponibile (e utilizzata), perdendosi una parte del divertimento promesso dalla scheda tecnica. Va anche detto, a questo riguardo, che ormai siamo fin troppo viziati: se in Opel avessero realizzato un turbo “vecchia maniera”, con un po’ di ritardo nella risposta e una fascia di utilizzo più ristretta sicuramente ne avremmo criticato la scarsa fruibilità; sarebbe ingiusto, quindi, lamentarsi ora per avere a disposizione un propulsore da 120 CV/litro straordinariamente trattabile…

 

Nella guida sportiva, per altro, la nuova Corsa OPC si fa apprezzare anche per il comportamento stradale, con lo sterzo preciso negli inserimenti (anche se un po’ troppo “filtrato” nelle informazioni trasmesse al volante) e un sottosterzo molto contenuto, per lo meno se non si esagera palesemente con il gas a ruote sterzate. In percorrenza di curva l’appoggio è sempre sicuro: una certa deriva è emersa solo nella prova in pista, affrontando i curvoni veloci (intorno ai 100 km/h) con cambi di pendenza. Una situazione limite difficile da riscontrare e nella quale, almeno su strada, sarebbe per altro sconsigliato di non avventurarsi con qualsiasi auto.
Rigido, ma non troppo per l’uso quotidiano, l’assetto, che trasmette abbastanza chiaramente le sconnessioni del fondo stradale ma senza generare fenomeni di saltellamento dei pneumatici che finirebbero per penalizzare l’aderenza. Per chi poi ha una discreta esperienza di guida, la Corsa OPC lascia anche “giocare” con il posteriore: sempre stabile in condizioni normali, se provocato può alleggerirsi favorendo l’inserimento in curva.


Competitiva anche nel portafoglio
Con queste caratteristiche, l’Opel Corsa OPC si rivela la vettura ideale per chi cerca una compatta ad alte prestazioni relativamente versatile, ma anche divertente da guidare senza risultare per questo troppo impegnativo.
In Italia la commercializzazione inizierà nelle prossime settimane con la previsione di venderne tra le 200 e le 300 unità da qui a fine anno. Il prezzo definitivo sarà svelato in occasione del My Special Car Show di Rimini, ma si sa già che sarà compreso tra i 22.500 e i 23.000 euro, perfettamente in linea quindi con quella Renault Clio RS da 200 CV che costituisce la sua più diretta concorrente. Rispetto alla vettura francese, per altro, la Corsa OPC può contare su un vantaggio importante dal punto di vista dei costi di gestione: la cilindrata di soli 1.6 litri – contro i 2.0 litri della Clio RS – che dovrebbe consentire un bel risparmio sul fronte dell’assicurazione, e senza rinunce in termini di cavalleria… Decisamente più cara, invece, l’altra concorrente sul mercato: la Mini Cooper S JKW, che a parità di potenza supera i 25.500 euro.


Da comprare perché:
- garantisce prestazioni elevate e facili da sfruttare
- rapporto costo\prestazioni vantaggioso
- offre un 1.6 turbo da 192 CV incredibilmente progressivo e trattabile


Da rivedere:
- motore molto efficace, ma con un "carattere" non sempre all'altezza delle prestazioni
- accessibilità al divano posteriore

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