Salone di Los Angeles 2018, Beppu: «Mazda3? Una sfida ingegneristica»

Salone di Los Angeles 2018, Beppu: «Mazda3? Una sfida ingegneristica»
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In occasione del Salone di Los Angeles 2018, abbiamo intervistato Kota Beppu, Programme Manager di Mazda3, che ci ha raccontato la filosofia e lo studio ingegneristico dietro alla nuova generazione di Mazda3
30 novembre 2018

La nuova Mazda3 è tra le novità più attese presentate al Salone di Los Angeles 2018. Proprio in occasione della kermesse americana abbiamo avuto la possibilità di parlare con Kota Beppu, Programme Manager di Mazda3, che ci ha spiegato la genesi dell’inedita generazione della vettura della casa nipponica.

Congratulazioni per la macchina. Quali sono le differenze tra la versione precedente e quella attuale?

Kota Beppu: «Credo che ci siano tre differenze principali. La prima riguarda il design: volevamo dare due tagli distintivi alla hatchback e alla sedan. La seconda riguarda la dinamica: abbiamo cercato di capire come massimizzare le possibilità e le capacità di chi guida la macchina, e credo che abbiamo compiuto passi da gigante in questo campo. La terza è il miglioramento della qualità dello spazio nell’abitacolo in diverse aree: prima di tutto la silenziosità, e poi l’impianto audio, completamente ricostruito da capo. Abbiamo studiato attentamente il posizionamento degli altoparlanti, sistemandoli nei punti ottimali per garantire il miglior sound a tutti gli occupanti del veicolo».

In questo momento il segmento C sta subendo una forte contrazione per via della concorrenza dei SUV. La Mazda3 è ancora importante per voi, o pensate di concentrarvi maggiormente sui SUV nel futuro?

«Ci sono due ragioni per cui abbiamo scelto questo segmento e Mazda3 per introdurre la nuova generazione dei nostri veicoli. La prima è che Mazda3 rappresenta una sfida dal punto di vista ingegneristico per noi, perché il segmento C è la base. La macchina deve essere perfetta, non c’è margine di errore: se c’è qualcosa di sbagliato, è evidente».

«Volevamo che la Mazda3 trasudasse la nostra filosofia, Kodo Design, in modo tale che la direzione di Mazda nei prossimi anni sia evidente anche solo guardando la vettura. Questa è la ragione per cui abbiamo incorporato su Mazda3 tutte le tecnologie più nuove. Il secondo motivo è che, ragionando in termini di portfolio, sebbene sul mercato si registri un forte spostamento delle preferenze del pubblico verso i crossover, Mazda3 rimane comunque un’ottima entry level per chi vuole diventare nostro cliente».

La nuova Mazda3
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Ci sarà anche una Mazda3 station wagon in futuro?

«Al momento non abbiamo intenzione di introdurre una versione station wagon nella gamma di Mazda3».

Parliamo di motorsport: il WTCR sta crescendo molto, ci sono molti costruttori tra i partecipanti. Avete intenzione di preparare una variante da corsa della Mazda3?

«Come costruttore, non pianifichiamo lo sviluppo di varianti da corsa delle nostre auto, ma c’è la possibilità che le nostre divisioni locali possano dare vita a programmi nel motorsport».

In Giappone tempo fa guidai la scorsa generazione di Mazda3 con un powertrain Toyota ibrido, disponibile solo per quel mercato. È possibile rivedere una soluzione del genere?

«Dal punto di vista puramente tecnico, sì, possiamo installare un sistema ibrido di questo tipo sulla vettura. Ma, a differenza della scorsa generazione, abbiamo una nuova arma, i motori Skyactiv-X. Per questo, non pensiamo di aver bisogno di quella tipologia di ibrido».

Ci sono alcune collaborazioni con Toyota in programma?

«Penso che la più grande sinergia riguardi la condivisione di stabilimenti produttivi nel Nord America».

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