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Il Salone di Ginevra ha visto il debutto di una novità importante per la casa di Mlada Boleslav, il SUV compatto Kamiq. Proprio alla kermesse ginevrina abbiamo parlato con il direttore del marchio Skoda Italia, Francesco Cimmino, che ci ha raccontato del presente di Skoda, rappresentato dall’arrivo della Scala, e del suo futuro, anticipato dalla concept Vision iV, al debutto sul palcoscenico svizzero.
Vorrei che tracciasse un bilancio del 2018, un anno segnato dal clima di incertezza per i consumatori e dalle regolamentazioni che riguardano il settore automotive e che mettono a rischio l’utilizzo di certe propulsioni sul nostro territorio. Sono stati 12 mesi positivi per Skoda nonostante questo?
Francesco Cimmino: «Il 2018 per noi è stato sicuramente un anno positivo, che conferma un trend di crescita che abbiamo avuto negli ultimi tempi. Grazie alla qualità raggiunta dalla rete dei nostri concessionari e ad una pianificazione ottimale condotta l’anno scorso, siamo riusciti a tamponare parzialmente quello che è stato il cambio omologativo, che ha visto un rallentamento nella disponibilità di prodotti».
«Dal punto di vista dei numeri, noi abbiamo chiuso con un immatricolato di circa 25.500 macchine. Questo risultato rappresenta un’ulteriore crescita e rispetto al 2013 abbiamo raddoppiato i volumi. Per quanto riguarda i vari prodotti, si confermano best seller Octavia e Fabia, ma è stato registrato un ottimo recupero rispetto all’anno precedente dei SUV: abbiamo chiuso con circa 4.300 Karoq e con 2.500 Kodiaq, grazie alla maggiore disponibilità».
«In relazione alla sua domanda, il tema del bonus/malus paventato dalla Legge di Bilancio diventato operativo dal 1 marzo 2019 ha sicuramente creato incertezza. In questo momento il mercato è decisamente strano: vediamo una crescita dei privati, ma si assiste ad una sostituzione di vetture datate con auto low cost, per cui si registra un aumento dei segmenti molto piccoli insieme ad un incremento della domanda dell’usato. Si tratta di una domanda di sostituzione per necessità, non di acquisto. È chiaro che aver deciso di mettere un malus su automobili di taglia più grande sicuramente non favorisce la qualità dell’acquisto. È vero che i malus non sono elevati in proporzione ai prezzi delle vetture, perché per auto dal costo alto non si tratta di importi impattanti, ma sicuramente non aiuta a fare qualità nelle vendite».
Il bonus mi sembra soprattutto circoscritto ad una parte di veicoli che oggi non può rappresentare numericamente la sostituzione del vecchio parco circolante
«Quello che dice è vero; facendo una banale operazione matematica, se fossero 60 i milioni di euro disponibili per il bonus, con un incentivo medio di 5.000 Euro, stiamo parlando di 10/15.000 macchine. Paragonato al mercato, parliamo di cifre irrisorie».
Senza calcolare l’effetto negativo che deriva dalla comunicazione di quel tipo di intervento
«È un messaggio in direzione del rinnovo del parco verso alimentazioni alternative, però non favorisce sicuramente la domanda, e ci sono aziende, famiglie e industrie legate a questo business che nel futuro prossimo potrebbero accusare difficoltà».
Il fatto di non poter avere una visione a lungo termine vi ha costretto ad adattare le vostre strategie in termini di rapporti con la rete e di offerte commerciali?
«Noi stiamo cercando di andare incontro a queste incertezze diffuse sul mercato con una formula finanziaria che abbiamo chiamato clever value, utilizzata anche da altri costruttori, ma che noi abbiamo applicato a molti modelli. Prevede l’acquisto della vettura con un minimo anticipo e una serie di rate molto accessibili e con la possibilità di avere una restituzione dell’oggetto a tre/quattro anni».
«Con questa formula rassicuriamo i clienti su eventuali indecisioni in merito alla propulsione del veicolo, perché siamo noi a farci carico del problema. In questa fase le motorizzazioni tradizionali sono ancora le migliori in molti casi, per esempio i diesel sulla lunga percorrenza, grazie alla generazione Euro 6d-Temp, con livelli di emissioni e di consumi molto bassi. Questa formula sta ottenendo grande successo dal punto di vista delle percentuali di vendita e crea una serie di meccanismi di fidelizzazione interessanti per il brand».
Mi sembra che ci siano dei segnali di apertura verso i diesel: la Francia ha messo il bollino viola agli Euro 6d-Temp e in Germania l’anno scorso Volkswagen ha venduto più diesel che nel 2017 tra i privati. Segno di un’inversione di tendenza?
«La percezione che abbiamo noi è che come sempre il legislatore è più veloce rispetto alla capacità dell’industria di adeguarsi alle normative. Questo fa sì che nel medio e lungo periodo ci siano delle fasi di transizione piuttosto complesse. È importante avere un piano, cercando di garantire trasparenza nei confronti dei clienti, assicurando valori residui e la tenuta del bene. Per i diesel il problema non è la loro validità, ma la tenuta del valore residuo. Con la nostra formula assicuriamo il massimo valore al cliente, in un progressivo avvicinamento all’elettrico».
L’elettrico per Skoda è oggi rappresentato dalla concept Vision iV, mostrata proprio a Ginevra?
«La direzione presa dal Gruppo è questa: per tutti i brand a partire dal 2020 ci sarà una massiva introduzione di prodotti 100% elettrici. È chiaro che la velocità con cui l’alimentazione elettrica prenderà piede in Italia farà sì che nella transizione si venderanno ancora prodotti con motorizzazioni tradizionali, tra cui benzina e diesel. Oggi ci occupiamo dei prodotti più appetibili per la clientela italiana. Quest’anno ci aspettano due lanci importanti, la Scala, che è già stata svelata, e la Kamiq, presentata a Ginevra, due vetture molto interessanti».
Qual è il target della Scala?
«Credo che la vettura si rivolga ad un cliente un po’ più tradizionale, che non ha un’ossessione per le vetture alte, un consumatore che ha bisogno di tante certezze, e di tecnologia accessibile. Scala offre due asset fondamentali: da un lato la sicurezza, dall’altro la tecnologia. La vettura vanterà di serie l’Adaptive Cruise Control e gli ADAS attivi come il Lane Assist, per garantire un’esperienza di guida sicura. Dall’altra parte sarà tecnologicamente avanzata, perché è tra le prime vetture del gruppo ad introdurre il sistema di infotainment MB3, che, ad esempio, offre lo SmartLink connesso al wi-fi. Scala è un prodotto per giovani famiglie che hanno la necessità di spazio, ma anche per un cliente tradizionale, non particolarmente giovane, abituato a guidare berline classiche ma che in Scala troverà la modernità e l’eleganza, con una sensazione di lusso inedita per questo segmento. Stiamo anche pensando a degli allestimenti sportivi. La gamma di motorizzazioni, poi, è ampia e copre le esigenze di tutti».
Penso che il passaparola dei clienti e la fedeltà sul marchio siano la rappresentazione di una soddisfazione da parte dei consumatori sia per quanto riguarda i concessionari che per l’assistenza
E’ lampante il grande lavoro fatto in Skoda in questi ultimi anni sul prodotto, mentre è meno evidente l’impegno a livello di marchio in generale e della sua percezione, è effettivamente così?
«Noi non dimentichiamo di far parte di un gruppo che è una costellazione di brand. Se facessimo tutti la stessa cosa, alla fine la percezione del cliente diventerebbe diluita. Io sono convinto che Skoda sia un prodotto intrinsecamente valido e con delle soluzioni peculiari. Penso che il passaparola dei clienti e la fedeltà sul marchio siano la rappresentazione di una soddisfazione da parte dei consumatori sia per quanto riguarda i concessionari che per l’assistenza. La qualità del prodotto è altissima, abbiamo pochissime campagne di richiamo. La sostanza complessiva del prodotto è molto valida. Non disdegniamo però il brand, realizzando delle attività mirate per alcuni prodotti, come la prova andata-ritorno da Capo Nord con Kodiaq RS in meno di 24 ore. Noi vogliamo rendere i clienti di Skoda orgogliosi del proprio acquisto. La solidità, la qualità fanno la differenza».