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Il 2017 ha portato diverse novità in casa Volvo: oltre alle première di prodotto, come la nuova generazione XC60 e l’inedita XC40, Polestar è diventato un brand a sé stante, sotto il cui cappello vedranno la luce veicoli elettrici ad altre prestazioni. In occasione del Salone di Ginevra 2018 ne abbiamo parlato con Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia.
Partirei dal vostro bilancio del 2017. Siete soddisfatti?
Michele Crisci: «Il 2017 è stato un anno scoppiettante, in cui abbiamo perfezionato il debutto delle Serie 90 e abbiamo lanciato le due vetture che per lungo tempo saranno protagoniste delle nostre vendite sia a livello europeo che mondiale, le due XC più piccole, la nuova generazione della XC60, e la XC40. XC60, best seller da sempre, ha riscosso ancora una volta il gradimento del pubblico, mentre XC40 ha già ottenuto un grande successo nelle concessionarie di mezza Europa. È stato anche l’anno della consacrazione dei risultati economici e commerciali di Volvo, perché abbiamo abbattuto ancora una volta il muro del record di vendite, toccando quota 570.000 macchine prodotte e consegnate. Un risultato, questo, che pochi anni fa sembrava un sogno».
Abbiamo consuntivato quasi 1,5 miliardi di margine operativo, un altro risultato pazzesco; solo qualche anno fa era impossibile immaginare un ritorno sul fatturato del 6%, e oggi registriamo cifre addirittura superiori
«Abbiamo consuntivato quasi 1,5 miliardi di margine operativo, un altro risultato pazzesco; solo qualche anno fa era impossibile immaginare un ritorno sul fatturato del 6%, e oggi registriamo cifre addirittura superiori. Abbiamo avviato il lancio di nuovi brand a livello di gruppo, come Polestar e Lynk & Co, che arriveranno a fine anno con ruoli diversi per portare Volvo ad essere il gruppo più elettrificato e sostenibile al mondo. Un altro traguardo particolarmente faticoso, ma appagante, è l’implementazione del sistema di abbonamento (Care by Volvo, ndr)».
«Sia dal punto di vista della distribuzione che da quello dell’esperienza con il cliente e del lancio delle vetture è stato un anno fantastico. In Italia abbiamo poi introdotto con grande soddisfazione il Volvo Studio, che ci sta regalando un feedback positivo da parte del pubblico. Il 2017 è stato un anno molto intenso».
Al Salone di Ginevra siete stati proclamati vincitori del premio Car of the Year con XC40...
«Si tratta di un riconoscimento importante sotto due punti di vista. Da un lato, il premio va alla XC40, una vettura che a noi mancava completamente, perché è un piccolo SUV urbano ma dalle qualità fuoristradistiche notevolissime. È un modello che rappresenta una novità nel nostro portfolio per dimensioni e per pubblico di riferimento, più giovanile, magari anche femminile. La macchina presenta delle soluzioni interessanti in merito agli interni, alla linea, e alle possibilità di personalizzazione. Il fatto che sia stata lanciata con il Care by Volvo, il sistema di abbonamento, ha contribuito molto. La grande sfida era poi capire quanto la nuova piattaforma (la modulare CMA, ndr) potesse essere comparabile all’architettura Spa; è emerso che per certi versi è anche meglio».
«Quello ricevuto a Ginevra è stato un premio al prodotto, ma credo anche che sia stato anche un riconoscimento per tutto quello che Volvo ha fatto negli ultimi quattro anni. Non abbiamo vissuto solo un incessante lancio di nuovi prodotti, ma ci siamo impegnati sul mercato con le nostre scelte strategiche legate alla visione 2020, facendo anche grandi passi in avanti sull’elettrificazione e la guida autonoma. Credo che tutto questo abbia avuto una convergenza sulla XC40 e penso che Car of the Year 2018 sia un premio al brand in toto».
Sempre a Ginevra presentate la nuova V60, auto per voi strategica
«Esatto. La V rappresenta il DNA di Volvo, perché Volvo è sinonimo di station wagon. Questa vettura ha un ruolo molto significativo, perché è una segmento medio dalle dimensioni abbastanza importanti. Parliamo di una macchina lunga 4,70 mt, come la vecchia V70, per intenderci. Si tratta di un’auto perfetta per le famiglie, ma noi ci aspettiamo anche che abbia un grande successo nell’ambito delle flotte. Abbiamo grandi aspettative per questa macchina, che dal punto di vista del design è meravigliosa. Sarà lanciata a settembre sul mercato, e confidiamo che tutte le motorizzazioni più importanti siano già disponibili all’arrivo nelle concessionarie. Non solo avremo i diesel e i benzina quelli nostri tradizionali, diesel D3, D4 da 190 CV, ma avremo anche le versioni ibride, il T6 da 340 CV e il T8 da 390 CV».
Geely, che controlla Volvo, sta proseguendo nella sua campagna di espansione. Cosa ne pensa dell’ultima mossa in questo senso, l’acquisto del 9,7% delle quote di Daimler?
«Sicuramente si tratta di un’operazione impressionante, anche dal punto di vista della potenza economica necessaria a perfezionarla. Immagino che oltre ai risvolti finanziari ed economici ci siano anche degli orizzonti di collaborazione di prodotto molto importanti. Noi già sappiamo che Zenuity (società controllata da Geely, ndr) sarà deputata a produrre tutti i sistemi di automazione non solo per Volvo, ma anche per altri marchi automobilistici; potrebbero crearsi altre sinergie. L’aspetto finanziario è importante, ma siamo di fronte anche ad un’alleanza industriale di grandissimo livello».
Fa sensazione vedere come una proprietà cinese che nel 2010 ci ha raccolto da Ford Motor Company suscitando i dubbi di molti, oggi si stia imponendo sul mercato internazionale del nostro settore come uno dei principali operatori
«Fa sensazione vedere come una proprietà cinese che nel 2010 ci ha raccolto da Ford Motor Company suscitando i dubbi di molti, oggi si stia imponendo sul mercato internazionale del nostro settore come uno dei principali operatori. Pensiamo all’investimento in Lotus, Polestar, Lynk&Co, a quello volto allo sviluppo del servizio di taxi elettrici basati sulla piattaforma Spa. C’è un dinamismo straordinario, che naturalmente si basa su una potenza economica imponente, ma che a mio avviso sottintende anche una visione strategica particolarmente interessante».