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Ginevra - La nuova Renault Twingo, che giunge alla terza generazione proponendo uno schema meccanico "tutto dietro" a dir poco fuori dal comune, è una delle novità più attese del Salone di Ginevra 2014.
Per andare a scoprire nei dettagli la nuova citycar della Losanga, realizzata in collaborazione con il marchio smart, abbiamo parlato con Ali Kassai, Program Director Small Cars Range di Renault.
La nuova Twingo, con un'architettura "tutta dietro", rappresenta un progetto davvero ambizioso. Qual è il senso di questo investimento?
«Il senso di un progetto così ambizioso si trova se si considerano le esigenze dei clienti che oggi ci chiedono auto pratiche, estremamente facili e compatte. Del resto con il diffondersi delle compagnie low cost le persone oggi viaggiano molto di più in aereo e lasciano a casa l’auto per i lunghi viaggi. Ecco perché vogliono auto piccole, ideali per i brevi spostamenti in città. Inoltre un modello come la Twingo ci torna utile per attirare nuovi clienti così da far loro conoscere i modelli di alta gamma che offriamo».
Come e quando è nata l'idea di costrutire una citycar con motore posteriore?
«La genesi di questo progetto risale al 2007-2008 quando abbiamo iniziato a rimettere in discussione i concetti di abitabilità e compattezza, mettendo l'accento sulle nuove norme di sicurezza. La compattezza è nemica della sicurezza di un’auto, inoltre rischia di abbattersi in maniera negativa sul design. Per uscire da questo vicolo cieco bisognava fare una rivoluzione. Purtroppo però all'inizio del 2009 è arrivata la crisi e tutte le idee sono state congelate. Non avevamo i mezzi per portare avanti da soli un progetto così ambizioso e quindi ci siamo ritrovati a stringere un’alleanza strategica con il Gruppo Daimler. Un’alleanza che ci ha permesso di realizzare questo sogno».
Come risponderanno i clienti ad un prodotto così fuori dagli schemi? Non avete paura che qualcuno possa sentirsi intimorito da questo schema meccanico a trazione posteriore?
«Abbiamo già fatto provare ad una serie di potenziali clienti la nuova Twingo per capire se questo schema “tutto dietro” avrebbe suscitato dubbi, paure o perplessità visto che un tempo le auto col motore posteriore avevano il difetto di surriscaldarsi. Abbiamo scoperto che oggi invece i clienti hanno capito che questa scelta progettuale non implica più problemi e complicazioni, ma anche che molti uomini sono davvero attirati da questa soluzione tecnica. Abbiamo riscontrato poi persone che hanno apprezzato la grande abitabilità dell'abitacolo e la comodità degli interni. La nuova Twingo è un’auto pensata anche per le donne. Non importa se il motore si trovi davanti o dietro».
Quanto è importante per voi il segmento delle citycar per voi?
«Considerando le vendite mondiali il segmento A pesa per un trentesimo del totale. È un segmento che riguarda prettamente il mercato europeo. Noi di Renault però siamo orgogliosi di essere stati pionieri nel mondo delle citycar presentando Twingo una ventina di anni fa, un modello che ora se la deve vedere con una quarantina di agguerrite concorrenti. Noi vogliamo continuare a difendere la nostra quota di mercato, sviluppandola sempre di più».
Proporre citycar fa anche parte di una progetto strategico più ampio, per rimanere competitivi sul mercato all'interno di regole governative sempre più stringenti. E' proprio così?
«Nei prossimi anni rinnoveremo tutta la nostra gamma e avere una posizione forte sul mercato è importante. È vero che c'è un segmento molto agguerrito e sarà sempre più difficile essere competitivi ma le normative europee obbligheranno i costruttori ad abbattere le emissioni medie delle proprie gamme entro il 2020. I costruttori che non hanno sviluppato auto compatte, con basse emissioni, saranno costretti a sviluppare tecnologie complesse e costose, ibride per esempio, per modelli di fascia più alta».
Il telaio di Twingo è condiviso con smart? Avete lavorato insieme a Daimler nello sviluppo oppure ognuno ha seguito la sua strada in maniera indipendente?
«Il telaio non è condiviso con la smart perché è stato riprogettato da zero. È vero, il concetto di motore posteriore era già stato utilizzato da smart, ma per concepire questo modello siamo partiti da un foglio di carta bianco. Renault aveva una maggiore competenza sulle auto compatte, ma abbiamo lavorato a fianco con smart, ognuno mettendo le proprie conoscenze. Abbiamo avuto delle equipe uniche che si sono occupate dello sviluppo dei tre modelli (Renault Twingo, smart fortwo, smart forfour, ndr) che verranno prodotti in contemporanea in due stabilimenti. Lo sviluppo del deisng però è rimasto sempre separato in modo tale da non influenzarci a vicenda».
“Il senso di un progetto così ambizioso si trova se si considerano le esigenze dei clienti che oggi ci chiedono auto pratiche, estremamente facili e compatte”
La maggior parte delle componenti sono condivise tra Renault e smart?
«I motori sono di origine Renault mentre le trasmissioni sono condivise e tutte le altre componenti sono state sviluppate da zero in comune. Quello che conta però è che il 95% degli elementi visibili sono diversi tra le due auto. La nostra sfida infatti era quella di ottenere un prodotto che fosse largamente condiviso a livello tecnico e progettuale, ma molto differente a livello estetico e visivo».
Storicamente Francesi e Tedeschi non sono mai andati troppo d'accordo. Voi invece vi siste trovati a braccetto con Daimler. Come sta andando?
«Io sono di origine iraniana, ho sviluppato auto con Nissan in India e ho avuto la fortuna nell'ambito del Gruppo Renault-Nissan di vivere in un’ambiente dove non ci sono differenze di nazionalità. Daimler e Renault sono aziende con una cultura diversa. Non so se questa diversità sia data dal fatto che sono tedeschi o che sono uomini di Daimler. Non saprei davvero. Però ci siamo incontrati e ci siamo piaciuti reciprocamente, quindi ora non resta che vedere se da questa coppia arriveranno altri figli in futuro».
Perché Renault ha lanciato prima la nuova Twingo rispetto a smart, che non ha ancora presentato la nuova fortwo?
«Fin dall'inizio era stato previsto che Renault avrebbe lanciato il suo modello per prima. Le motivazioni sono essenzialmente tecniche perché Twingo avrebbe dovuto convalidare l’efficacia della nuova piattaforma. Un’operazione che smart non avrebbe potuto fare perché sfrutta un’architettura a cui sono stati aggiunti una serie di elementi addizionali».
Un'auto con motore e trazione entrambi posteriori, con un passo così corto ed un peso così contenuto sembra costruita apposta per regalare tanto divertimento. Arriverà una versione sportiva ad alte prestazioni firmata RS?
«E’ possibile che presenteremo una versione sportiva RS. Se dovessimo entrare in questa nicchia di mercato però lo faremmo diversamente, vorremmo proporre un prodotto che si faccia notare ma anche comprare perché altrimenti non serve a niente. E comunque già dal lancio offriremo una versione con pacchetto estetico sportivo».
La nuova Renault Twingo arriverà anche in una versione a tre porte? Ci sarà anche diesel?
«Non sono previste varianti a tre porte per la nuova Renault Twingo. Offriremo solo la carrozzeria a cinque porte che riesce a garantire a tutti i clienti un accesso comodo, ma non svilupperemo una versione diesel, perché i clienti che viaggiano in città non necessitano di questo tipo di alimentazione, sempre più ostacolata peraltro dalle normative antinquinamento».
“Noi di Renault ci siamo incontrati con quelli di Daimler e ci siamo piaciuti reciprocamente, quindi ora non resta che vedere se da questa coppia arriveranno altri figli in futuro”
Ci sarà una variante ecologica? E una elettrica?
«Non ci sarà una variante ecologica, perché la nuova Twingo offre già di per sé livelli di consumi e di emissioni bassissimi. Per quanto riguarda l’elettrico abbiamo già una gamma a zero emissioni, che copre anche il mondo delle citycar con la Zoe».
La seconda generazione di Twingo non ha saputo raccogliere lo stesso successo, travolgente, del primo modello. E' proprio così?
«L'attuale Twingo di seconda generazione ha venduto più di 1 milione e mezzo di unità, un risultato certamente da non sottovalutare, anche se con il nuovo modello ci aspettiamo risultati ancora più grandi».
In tanti hanno accusato la nuova Renault Twingo di essere troppo simile alla Fiat 500...
«Con la miriade di proposte presenti sul mercato è difficile immaginare di riuscire a realizzare un'auto che non assomigli a nessun’altra. Pensiamo che la nuova Twingo si ispiri molto al suo passato, diversi elementi si rifanno direttamente al modello di prima generazione».
Twingo potrebbe essere l’auto ideale per il car sharing, non trovate?
«Seguiamo molto attentamente il fenomeno del car sharing e sono convinto che Twingo possa essere un’auto ideale per le esigenze di questo tipo di moderna forma di mobilità, soprattutto in città. Del resto Twingo con la sua estrema compattezza e la sua grandissima abitabilità sarebbe perfettamente adeguata per un servizio di car sharing».
“Noi di Renault non ascoltiamo gli altri ma quello che desiderano i clienti”
La prima Twingo è stata lanciata in pompa magna a Parigi, dove siete di casa. Perché non avete fatto lo stesso con la terza generazione?
«Il Salone di Parigi era troppo tardi rispetto ai nostri programmi di lancio.»
Winrerkorn, CEO del Gruppo VW, ha detto che in futuro i loro marchi offriranno sempre più modelli differenziati rinnovando al tempo stesso molto più velocemente le gamme di prodottoSembra l'esatto opposto del vostro approccio, è proprio così?
«Noi di Renault non ascoltiamo gli altri ma quello che desiderano i clienti. Quando lavoriamo sui modelli viviamo pensando alle esigenze dei clienti. Se i clienti ci chiedessero di fare molti modelli diversi sarebbe davvero curioso perché non sapremmo dove esporli nei nostri show room. Secondo noi bisogna offrire ciò che realmente serve».
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