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La cancellazione del Salone di Ginevra 2020 è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Ma è stata l'assenza di preavviso ad aver causato diversi problemi alle case automobilistiche, impegnate nell'allestimento degli stand fino a poche ore fa.
Abbiamo cercato di fare il punto della situazione insieme a Michele Crisci, Presidente Unrae, che ci ha spiegato come stanno reagendo i costruttori. Ma soprattutto cosa ci dobbiamo aspettare nei prossimi mesi, che saranno inevitabilmente segnati dagli effetti del Coronavirus.
"A poche ore dall'inizio del Salone - spiega Crisci - il disagio da un punto di vista logistico è enorme: ci sono molti stand impegnativi dal punto di vista strutturale, ma anche di quello dei costi". Per un costruttore, invece, "i costi di un Salone come questo sono elevati, ma non impattano più di tanto sull'andamento finanziario di un marchio. Le case potrebbero pensare ad eventi singoli in giro per l'Europa, anche se allo stato attuale delle cose uno scenario del genere appare rischioso".
"Fa sensazione - riflette Crisci - pensare che un evento del genere, il più importante in Europa tra i Saloni, abbia fatto le spese di questa situazione. Si capisce quanto quello che sta succedendo possa essere dannoso in termini economici. Non voglio difendere gli organizzatori, ma in questo clima tutti stanno vivendo alla giornata".
Quanto alle ripercussioni sulla filiera dell'auto, Crisci rivela: "Guardando ai dati sulle performance dei concessionari, si nota un calo delle presenze. Ora è presto per quantificarlo, ma nel breve termine potrebbero verificarsi problemi di liquidità per gli operatori del settore, se i clienti dovessero decidere di posticipare l'acquisto, ma anche la manutenzione delle vetture. Potrebbero poi verificarsi reazioni a catena in termini economici se gli altri settori dovessero trovarsi in difficoltà".
Sarà necessario trovare delle misure che possano contenere i disagi che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi, come spiega Crisci. "Raccogliamo informazioni dai marchi di concerto con le altre associazioni per capire l'impatto previsto e che proposte fare al governo per lenire la situazione. Si potrebbe, ad esempio pensare di aumentare gli incentivi per spingere verso il rinnovo del parco circolante".