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Parigi - Il debutto della nuova generazione di Espace è un momento molto importante per Renault e per la storia del modello, che a trent'anni di distanza cambia nella sostanza e nel look. Di questo e molto altro ne abbiamo parlato con Philippe Brunette, Direttore del programma M2S di cui Espace fa parte.
Che tipo di auto è la nuova Espace?
«E' una macchina molto diversa dalla precedente, non solo per via dell'estetica che unisce l'universo delle SUV a quello del monovolume. Anche sotto il profilo tecnico, infatti, abbiamo lavorato moltissimo per assicurare gli stessi valori di spazio della precedente, ma anche migliori prestazioni. Per farlo abbiamo tolto peso fino ad un valore di 250 kg introducendo nuovi materiali come l'alluminio e plastiche speciali».
Questo significa minori consumi?
«Certamente, non possiamo ancora dichiarare i dati ma posso anticipare che ci sarà una differenza media del 20% in favore del nuovo modello».
Una versione ibrida arriverà?
«Per il momento non è prevista ma la tecnologia l'abbiamo e la piattaforma CMF1 la prevede. Si tratta di una piattaforma molto sofisticata, nata dalla alleanza Renault Nissan, e sarà la base su cui svilupperemo tutte le prossime segmento C e D».
E la trazione integrale?
«No, quella non ci sarà. Abbiamo introdotto però qualcosa di molto interessante al retrotreno, ovvero le quattro ruote sterzanti. Si tratta di un sistema che ci permette di far girare su sé stessa, nello spazio di una Clio, una vettura con un passo di 2,88 m ed una lunghezza di 4,85».
Come sta andando il segmento D? In che mercato si inserisce la nuova Espace? Ed a chi si rivolge la vettura?
«La situazione del segmento D si è stabilizzata verso il basso negli ultimi anni ma dalle nostre informazioni abbiamo visto che ci sarà una crescita in futuro e quindi era corretto essere ancora presenti con un prodotto di riferimento. E' un mercato che comunque in Europa conta il 12% quindi non propriamente piccolo. Quello che abbiamo visto è che le crossover in questa fascia sono sempre più apprezzate e quindi siamo certi che molti dei clienti che hanno lasciato Espace per passare ad un SUV torneranno indietro e molti altri approcceranno il nostro marchio per la prima volta. Questa Espace nasce anche come vettura di conquista ed il suo design di rottura può davvero fare la differenza».
“Abbiamo introdotto però qualcosa di molto interessante al retrotreno, ovvero le quattro ruote sterzanti”
Con la Twingo avete introdotto il motore posteriore. Su Espace, vista anche la condivisione della piattaforma con altri modelli, era ovviamente impensabile. Ma lei non ci ha mai fatto un pensiero a questa soluzione?
«Pensiamo sempre a nuove soluzioni e pensare di spostare il motore dietro porterebbe alcuni vantaggi ma anche grandi svantaggi per una monovolume. Avremmo avuto il piano di carico del bagagliaio troppo alto ed avremmo avuto grossi problemi nel posizionare la terza fila di sedili. Cose che, ovviamente, non potevamo permetterci. La soluzione rimane comunque interessante ed a mio parere perfetta per una vettura come la Twingo».
La Initiale diventerà gamma in futuro?
«In questo Salone abbiamo introdotto il brand Initiale su Clio ed Espace. E' presto per dire se diventerà brand. Per il momento ci limitiamo a pensarlo come un livello di personalizzazione più avanzato, per il futuro si vedrà».