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L’esplosione di gioia al termine delle Targa Florio numero 100 vuol dire per Paolo Andreucci, ma anche per Anna Andreussi, per il Team Peugeot Sport Italia e per l’ormai affettuosamente antropomorfizzata 208 T16 regina dell’Italiano, che quella vittoria vale di più, e non solo per il coefficiente regolamentare maggiorato rispetto alle altre Gare del CIR. Se poi aggiungiamo la visibile tensione che per tre giorni ha consumato i lineamenti del Fuoriclasse toscano, allora si può avere la certezza che in Sicilia non era questione di leadership, ma di Targa Florio. Così, quando siamo andati a chiedere a Paolo cosa ne pensava, giusto ai piedi del suggestivo podio di piazza del Duomo a Cefalù, non abbiamo avuto neanche il tempo di fare domande. Una sonora, liberatoria pacca sulle spalle, e giù come un terrente in piena.
Paolo Andreucci. “Devo dirlo. Che sono molto, molto felice. Moltissimo felicissimo. Mi sembra di volare. 10 vittorie al Targa Florio. Dieci Targhe di ottone, pesantissime. Pesantissime non solo per il materiale con cui sono state realizzate, ma per l’anima della Targa Florio e della Sicilia che vi è fusa insieme. Dieci. Questo è un numero che non si dimenticherà mai, che io non potrò mai dimenticare. Anche quando, prima o poi, sarò un po’ “rimbiscarito”, non avrò difficoltà a ricordarmene. Nove, otto, sei, magari sono numeri che, anche se altrettanto importanti, fanno più fatica a restare nella memoria con precisione. Dieci no, è un numero tondo, con un significato globale indimenticabile, tale per cui anche l’emozione avrà il sopravvento sull’efficacia della memoria. È naturalmente una grandissima soddisfazione, per me ma anche per Anna, per la Squadra che ha investito e creduto tanto in me, nei programmi che diventano sempre più ambiziosi ogni anno che passa.
Devo dirlo. Che sono molto, molto felice. Moltissimo felicissimo. Mi sembra di volare. 10 vittorie al Targa Florio. Dieci Targhe di ottone, pesantissime
Questa Gara è meravigliosa, esattamente come lo è la Sicilia e come lo sono i siciliani. Come la Sicilia e i Siciliani, come tutti quelli che hanno un carattere e una personalità forti, la Targa Florio non è mai una Gara facile. Tutt’altro che facile, devo dire, ora che posso rilassarmi e pensarci. Le emozioni si mescolano, si sovrappongono come livelli diversi che si fondono in un sapore molto particolare, buono. Il sapore della vittoria nuda e cruda. Il sapore della vittoria al centesimo Targa Florio, il sapore della decima volta. E il sapore che, tutto insieme, mi fa gustare in pieno questa meravigliosa Corsa nel meraviglioso contesto di questa Isola meravigliosa. È il sapore di un Rally che vale molto di più della leadership del CIR, più dell’intero Campionato. Provate a immaginare voi se sono felice o no, e quanto!”
Ti abbiamo visto, una volta tanto, sotto pressione. C’è un motivo particolare o era il contesto generale difficile da gestire emotivamente?
PA. “Ma, sai, così come sono impostati i regolamenti del CIR di oggi, è molto facile, quando non certo, che le gare siano “tirate”. Pochi chilometri al giorno, i Rally spezzati in due con Gara 1 e Gara 2, le poche gomme che dobbiamo amministrare nei due giorni dell’evento, finisce che solo alla fine si viene a sapere chi è stato bravo a gestire bene tutte le variabili in campo. Senza contare che, indubbiamente il Targa esercita la sua particolare atmosfera su tutti quanti. Lo fa perché nel caso specifico è la Gara del… secolo, perché tutti di conseguenza ci tengono a mettersi in mostra e ci danno dentro a più non posso. Perché è logico che un Pilota siciliano come Nucita, si senta che gli spuntano le ali. Ecco, quindi, che ne viene fuori un impegno molto difficile, e più che difficile direi delicato, con molte situazioni, tecniche, di “feeling” e squisitamente emotive da gestire.”
Una questione chiave è stata la scelta dei pneumatici. Qualcuno ha pensato che tu avessi sbagliato tutto sabato sera per l’ultima prova di Città di Collesano.
PA. “E allora ti dirò che chi ha sbagliato è chi pensava che io avessi… sbagliato. E poi, scusami, noi abbiamo le Pirelli, Pirelli vuol dire le Gomme giuste e, cosa non secondaria in queste circostanze, Terenzio Testoni che veglia sulla nostra Gara e che ci suggerisce le strategie relativamente ai pneumatici da utilizzare. Certo, nessuno può mettere la mano sul fuoco, soprattutto quando piove e non piove, promette di piovere ma poi non mantiene e poi, all’improvviso, viene giù il mondo. Impossibile stare a un gioco così isterico, soprattutto se poi i tempi della Gara, con la sua straordinaria affluenza, diventano un po’ flou. Comunque le nostre scelte si sono rivelate giuste, direi perfette. Penso che gli scettici non avessero capito la nostra strategia più generale, forse distratti dal nuovo regolamento del CIR. A noi premeva prima di tutto vincere il Targa Florio, non le singole giornate di Gara. Ci interessava di più quel numero dieci su cento, firmare con le nostre… gomme gli asfalti della centesima edizione e della decima vittoria.”
E diciamo allora qualcosa su questa edizione numero 100 della Targa Florio?
PA. “Facile dirlo. È stata un’edizione difficile, avvincente e, nel finale, commovente. Quello che si deve dire è che la Targa Florio è un evento stupendo. Detto questo, poi possiamo fare anche altre considerazioni. Per esempio, possiamo pensare che un evento del genere sarà difficile rifarlo, però se riuscissimo a creare un po’ di “movimento” come quest’anno, a richiamare Macchine da Corsa e Storiche, e quel po’ di glamour che non guasta, senza dubbio riusciremmo a far fare alla Targa Florio un salto di qualità anche nei prossimi anni. Un’edizione grandiosa come quella di quest’anno sarà difficile ripeterla, a meno che non ci sia una mossa decisiva degli sponsor e delle istituzioni. E parliamo quindi di investimenti importanti come si son visti quest’anno. La cosa importante, al momento, è che questo movimento c’è stato, che ha innescato un meccanismo positivo, e che ha avuto un esito brillante e molto promettente. Vuol dire che se il trend confermato quest’anno sarà considerato un seme, allora la Targa Florio può avere davanti a sé una bella vita!”
Subentra Eugenio Franzetti, Direttore della Comunicazione del Gruppo PS, ma anche e soprattutto deus ex machina dell’impegno di Peugeot Italia nel CIR, con la sua particolare versione sul fenomeno Andreucci.
Di Piloti come Paolo Andreucci ne nasce uno ogni quarant’anni. Per cui, quello che possiamo considerare il nuovo Andreucci, che oggi ha undici anni, dobbiamo ancora scoprirlo. Andreucci è un Pilota inimitabile, inavvicinabile, non vedo veramente nessuno che possa pensare di essere al suo livello, come uomo e come prestazioni
Eugenio Franzetti. “Voglio fare una dichiarazione, spiegare. Di Piloti come Paolo Andreucci ne nasce uno ogni quarant’anni. Per cui, quello che possiamo considerare il nuovo Andreucci, che oggi ha undici anni, dobbiamo ancora scoprirlo. Andreucci è un Pilota inimitabile, inavvicinabile, non vedo veramente nessuno che possa pensare di essere al suo livello, come uomo e come prestazioni. Incredibile. È incredibile come sa gestire la Gara, le emozioni, lo stress, come sa amministrare Sé stesso e come sa preparare le sue Gare. Veramente uno ogni quarant’anni. Adesso, come dicevamo, il nuovo Andreucci ha undici anni, bisognerà quindi aspettarne altri sette perché possa prendere la patente, e poi vedremo cosa sarà capace di fare. Questo ci fa ben sperare per i nostri prossimi anni di impegno!”