Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Cingoli, 16 Settembre - Uno degli argomenti “forti” del Rally del Friulli è stato certamente il ritorno alla competitività di Alessandro Perico. Non che ci fossero dubbi sulla bravura del pilota, del bergamasco i competenti dicono che è uno dei pochi che “ci sa andare”, ma per la brusca “sterzata” impressa alla stagione dal pilota e “titolare” di PA Racing. Dopo averla attesa praticamente dall’inizio della stagione, infatti, finalmente è scesa dai “trespoli” del reparto corse “valligiano” la 208 T16 configurazione R5.
Il tempo di fare qualche chilometro, in pratica di verificare tutt’al più che tutti i bulloni erano serrati a dovere, ed ecco il Rally del Friuli. Asfalto, bene, un percorso quanto mai tecnico e variabile per fondi e tipologie di carreggiata, altimetria, raggi di curvatura, la grossa spinta di un pubblico eccezionale. Un test particolarmente completo, dunque, di lusso. Iniziata con una “giravolta”, una “svista” che spesso caratterizza gli esordi eccitati, e inframezzata dalla foratura “lenta” di domenica, la gara di Perico e del suo nuovo navigatore Mauro Turati si è poi sviluppata nel senso giusto, in un ritmo di “sicurezza” per una progressione che ha portato l’equipaggio sul podio di Udine al terzo posto assoluto. Giusto alle spalle dell’imprendibile Andreucci e di Basso.
Un risultato eccezionale, in assoluto e ancor di più viste le condizioni, per certi ovvi motivi ancora precarie, del debutto nell’abitacolo della macchina appena approntata. E naturalmente una soddisfazione contenuta a stento.
«Contentissimo. La macchina è stata finita giusto alla vigilia della corsa. La scocca era arrivata presto, ma i pezzi per completarla ci hanno tenuti in ballo fino a prima di Madera. Alcuni di questi non erano a posto e li abbiamo dovuti cambiare nel corso del lavoro, e poi non bisogna dimenticare che abbiamo dovuto “imparare” da zero a montare il kit. Finalmente pronta è arrivata anche la seconda macchina che abbiamo acquistato. Contentissimi».
“La macchina è stata finita giusto alla vigilia della corsa. La scocca era arrivata presto, ma i pezzi per completarla ci hanno tenuti in ballo fino a prima di Madera. Alcuni di questi non erano a posto e li abbiamo dovuti cambiare nel corso del lavoro”
Provata quanto, prima della gara in Friuli?
«Provata poco. Abbiamo fatto a malapena un centinaio di chilometri di test. Non è chissà che, ma devo ammettere che ci abbiamo preso subito la mano, e ancora di più durante la gara, adattandoci rapidamente. Sono andato piano durante la prima Prova Speciale, ho ottenuto un buon tempo sulla seconda, poi mi sono “girato” nella terza e sono stato costretto a fare un po’ di manovre per riprendere. Domenica ho “bucato”, ma la gomma non ha subito troppo e sono riuscito a terminare la PS senza perdere troppo tempo».
Poi hai cominciato a spingere?
«Per la verità ho cercato di guidare sempre in sicurezza, senza mai rischiare nulla. Eppure i tempi uscivano. Domenica, alla fine del primo giro, con Paolo che ancora tirava, il nostro ritardo era ancora molto contenuto, ed eravamo molto vicini a Basso».
Che impressione ti ha fatto la macchina?
«Che è molto bella da guidare, e va forte. Secondo me molto più della Ford, che ha già una bella “esperienza” alle spalle. Sono contento dell’acquisto, perché è proprio bella. È divertente da guidare, precisa e sicura. Sai quando dici: “Questa volta l’ho proprio azzeccata!”».
“Avremmo potuto prendere un’altra macchina, pronta prima della 208 T16, ma abbiamo preferito dare al nostro lavoro una linea, una maggiore coerenza, anche di rapporti. Ne abbiamo uno ottimo con Peugeot Italia”
Fate tutto da soli?
«È un altro motivo per cui siamo contenti. Noi siamo un Team privato, e abbiamo dimostrato di saper lavorare bene. Non ci ritiriamo quasi mai, siamo affidabili. Siamo arrivati quarti anche a Madera, con Campus, e tecnicamente non abbiamo avuto alcun problema. E anche in Friuli, non un bullone fuori posto. Siamo un Team privato, eppure… cerchiamo di lavorare bene, di presentarci all’altezza degli impegni che prendiamo, e cerchiamo di dare un’immagine di serietà e di competenza. Ci concentriamo nel rapporto con una marca, Peugeot, che per un team privato non è proprio una consuetudine. Avremmo potuto prendere un’altra macchina, pronta prima della 208 T16, ma abbiamo preferito dare al nostro lavoro una linea, una maggiore coerenza, anche di rapporti. Ne abbiamo uno ottimo con Peugeot Italia, ci ha dato una bella mano Paolo (Andreucci), e un grande aiuto ci è venuto dai Racing Lions, da Fabrizio e da Michele che ne sono gli artefici, e questo ci ha consentito di debuttare con una macchina che, dal punto di vista dello sviluppo, era già avanti di cinque mesi. Penso sia stato un grande privilegio che ci hanno concesso. Non so come ringraziarli, e spero proprio di farlo con i risultati».
Adesso vorrai farcene vedere delle belle…
«Si dai, ci divertiamo, ci proviamo… sull’asfalto. Tutti sanno che non ho una grande simpatia per la terra».
Già, la terra dell’Adriatico questo fine settimana…
«Sì, fosse stata una gara su asfalto sarei certamente più contento. Vorrà dire che d’ora in poi, invece, di chiedere che asfaltino tutti gli sterrati dei Rally, vedrò di progredire anche nella guida su questo tipo di terreno. In ogni caso non dubitate: ce la metteremo tutta!».