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Sanremo, Ottobre. A fine settembre è andata in archivio la 70ma edizione del Rallye Sanremo, l’opera di Sergio Maiga che è sempre uno spartiacque di qualità nel panorama dei Rally italiani. Ha vinto, anzi è tornato alla vittoria, dopo 11 anni è la quarta tra i fiori, Giandomenico Basso. Con Lorenzo Granai “Giando” ha offerto uno show autoritario su strade come sempre assai poco negoziabili, che non perdonano. Difatti è stato un Rally a eliminazine, circa il 25% i ritiri, tra gli altri quelli di Andolfi, Nucita, Nicelli, Dall’Era, Paperini, soprattutto Crugnola. Beh, Crugnola se lo poteva permettere, così come avrebbe potuto permetterselo al 1000 Miglia, che invece ha vinto, dove era andato come “garanzia” di affermazione Pirelli. Infatti Andrea Crugnola e Pietro Elia Ometto, Citroen, sono Campioni Italiani dal Rally di Roma Capitale, a seguito di una metà stagione nella quale hanno scatenato con FPF Sport un inferno di 5 vittorie in 5 gare, acquisendo così quella certezza che anni fa all’Italiano si poteva chiamare anche … incertezza, almeno fino alla fine. Basso, due gare in meno, e Andolfi, una meno, adesso si giocano la seconda posizione del CIAR Sparco alla resa dei conti del Monza, inutile coefficiente 1,5, dei primissimi di dicembre. Gli altri due Campionati, Asfalto e Terra, restano aperti.
E qui si dice “aperto” con cognizione di causa e sospensione. Il Campionato Italiano Rally Asfalto, che pure si conclude con una prova a coefficiente 1,5, il Città di Bassano di questo fine settimana, vede Stefano Albertini, Skoda, confermarsi specialista e, con tre vittorie e un secondo posto, essere al comando della classifica provvisoria con un certo agio. Simone Campedelli, due piazzamenti e la sola vittoria del Salento, è secondo ma, a 13 punti e mezzo, appoggia le proprie speranze un cuscino di svantaggio che non è propriamente come dormire… tra due guanciali. Fuori gioco, ormai, sia Corrado Fontana che Corrado Pinzano, quest’ultimo vincitore del Como. Anche l’asfalto, che ha nel numero di partecipanti e in una certa fidelizzazione i suoi punti di forza, oltre a una maggiore semplicità generale, ha vissuto una stagione a senso unico con un solo nome di fatto ben al di sopra della mischia.
Discorso diverso per il Terra. Il Campionato al momento forse più interessante deve ancora disputare il Marche e si concluderà anch’esso a Monza viziato dal coefficiente 1,5. Qui se la giocano in due, forti, agguerriti e rappresentativi di due mondi diversi. Paolo Andreucci e Nikolay Griazyn. Andreucci è la nostra “vecchia guardia” e Maestro. Ha vinto la prova inaugurale al Val d’Orcia. Griazyn è la new age che viene dal professionismo moderno. Ha vinto le successive tre, San Marino, Adriatico e Nuraghi, con Paolino sempre alle calcagna ma non sempre fortunato. C’è un certo divario tecnico, principalmente dipendente dal fatto che Gryazin ha il suo “posto fisso” nel Mondiale, ma questo non significa che Andreucci valga meno e non abbia buone chance. Lo vedremo strada facendo e, in ogni caso, la sfida incrociata tra Italiano e Mondiale, che si riflette nel confronto tra i due Assi, è un grande motivo di interesse, tale da giustificare in pieno il successo del Terra.
Dopodiché AciSport è già al lavoro sulla prossima stagione. È stato deciso di apportare delle modifiche agli schemi attuali e di introdurre alcune novità, soprattutto all’”assoluto”. Tra queste la decisione di aumentare il chilometraggio delle Gara del CIAR (Sparco), l’introduzione della Prova di Qualifica (prelevata dal format del Rally di Roma Capitale e introdotta anche nel Terra) e una diversa attribuzione di punti, si partirà da 15 per il vincitore, come per il Terra e l’Asfalto. A proposito di quest’ultimo non si capisce perché ma cambia il nome: non più CIR Asfalto bensì Trofeo Italiano Rally. Un declassamento da Campionato a Trofeo per lasciare in pace le gare su asfalto della massima serie?
© Immagini – ACI Sport – Massimo Bettiol