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Castelvecchio Pascoli, 6 Marzo.
Castelvecchio Pascoli, 6 Marzo. Il Coronavirus sta condizionando la nostra esistenza, e non risparmia le nostre passioni. Anzi, è proprio il crescente clima di segregazione che porta alla cancellazione, ora a cascata, di eventi, manifestazioni, occasioni d’incontro. È affar serio. Quanto e come lo vedremo più avanti. Per ora limitiamoci a descriverne le malefatte nell’ambito del nostro Sport.
Annullare o, come nel caso del Rally Il Ciocco e Valle del Serchio, rimandare, non è solo l’applicazione di un protocollo condiviso, bensì la liberazione di un flusso potente di problematiche. Un po’ come aprire una diga che contiene un bacino straripante di problemi.
Ne parliamo con Valerio Barsella, General Manager di Organization Sport Events, la mente (e anche il braccio) del Rally che riferisce alla tenuta de Il Ciocco, a Castelnuovo e a tutta la Garfagnana, a Forte dei Marmi, e che fino a ieri era la prima Prova del Campionato Italiano Rally.
Rinviato il Rally a data da destinare, il lavoro continua, più forte e meno appagante, su direttrici antipaticamente divergenti. Da una parte si continua a mantenere “viva” la struttura dell’Evento, nel caso possa essere recuperato a breve, dall’altra si ricomincia su una variante di Progetto per molti aspetti sostanziale nel caso si vada per le lunghe con i calendari e si debba “girare” un remake della Gara che, come si può ben immaginare, era pronta e sui blocchi di partenza.
Cosa accade immediatamente dopo aver deciso di rinviare il Rally de Il Ciocco?
Valerio Barsella. “Una volta presa la decisione, sofferta naturalmente, si è in battaglia esattamente come prima, ma… più di prima. La Gara era pronta, tutto pronto e verificato, in molti casi già rodato. Mancavano solo i Piloti. La macchina organizzativa era già in moto, e doverla spegnere non è solo un dispiacere ma una nuova serie di obblighi. Per prima cosa stiamo lavorando con la Federazione per capire se è possibile “riproteggere” il Rally alla scadenza dei termini del decreto presidenziale, cioè il 5 Aprile. Riuscendoci non butteremmo via quasi niente, sia in termini di percorso che di attività svolte fino a oggi. Non dovremmo cambiare quasi niente, solo piccoli aggiustamenti logistici e del materiale di Gara. Ci sono delle difficoltà oggettive, principalmente legate al gran numero di Rally che affollano il calendario e quindi al grande rischio di andare in concomitanza con altri Eventi, magari anch’essi titolati. È chiaro che la Federazione vorrebbe evitare di prendere una decisione “vicina” che rischierebbe, nell’eventualità di una proroga dei provvedimenti governativi, di risultare vana. D’altra parte, se la Federazione dovesse spingerci a riposizionare il Rally de Il Ciocco in estate, come ci propongono, vorrebbe dire stravolgere tutto e ripartire praticamente da capo con altre difficoltà, comunque senza eliminare il problema delle sovrapposizioni. Basti pensare che la partenza da Forte dei Marmi, nel pieno della stagione della Versilia, potrebbe diventare improponibile e comunque onerosa, difficile e, anche, imprevedibile. Capiamo che in una situazione così atipica la soluzione ideale non c’è. Quello che dico è che mi piacerebbe poter cambiare poco o nulla e spostare la Gara ai primi di Aprile, e per questo sto “combattendo”!
Quali sono le difficoltà oggettive dell’annullamento, o dello spostamento della Gara? Cosa si conserva e cosa si butta via?
VB. “Intanto cambia completamente la gestione della comunicazione del Rally. Fino a poche ore fa raccontavamo quello che stava per succedere, adesso invece stiamo correndo per informare tutti del cambiamento drastico. È una gestione della comunicazione non facile, intensa. Piloti, enti, media, ospitalità e fornitori, molti interlocutori dei servizi già attivati con i quali sospendere un iter che marciava a pieno regime. Poi si cominciano a contare i “danni”. Anche con un piccolo cambiamento, anche se cioè la Gara si farà tra poche settimane, molto del materiale grafico, tecnico e informativo, parlo di roabook, tabelle, programmi, note informative e numeri unici, spazi pubblicitari, andrà comunque al macero. Se andiamo per le lunghe, è chiaro che riavviare e ripetere le procedure organizzative avrà un costo doppio. A parte i valori sprecati, è seccante aver lavorato con grande calma e attenzione e ritrovarci oggi nella condizione di ripartire e rifare molto o tutto in funzione dei tempi brevissimi o molto lunghi che dovessero intervenire. Qualsiasi cosa si inizi a fare è sovrapposta all’urgenza di trovare il più rapidamente possibile la soluzione della data.”
Ovviamente preferiresti la data vicinissima…
VB. “Certo, sarebbe una soluzione che ci permetterebbe di lasciare quasi tutto invariato, principalmente percorsi, ordinanze, permessi, logistica, gli eventi collaterali dei luoghi di partenza e transito.”
Ci pensavate da un po’, immagino. Avreste comunque aspettato la decisione dall’alto o avreste preso la vostra indipendentemente?
VB. “Abbiamo aspettato fino all’ultimo. In questa situazione di grande indecisione, con un ventaglio molto aperto di soluzioni e iniziative del Governo, noi abbiamo considerato che fino all’ultimo o fino a prova contraria la Gara ”s’aveva da fare”. Purtroppo è arrivata la prova contraria, giusta evidentemente, è arrivato il decreto e quasi contemporaneamente noi abbiamo emesso la nostra decisione. Diciamo anche che in rapporto al Decreto, il Rally potrebbe essere considerato “borderline”. Non c‘è reale assembramento di persone, e con un controllo accurato l’Evento si potrebbe fare. Tuttavia è evidente che laddove l’emergenza Coronavirus continui a pesare, e magari anche sulla Toscana che finora è considerata Terra incontaminata, potrebbero venire meno molti dei servizi di sicurezza necessari sulle Prove. Comunque viviamo un momento di attenzione molto forte e particolare, nel quale nessuno può arrogarsi il diritto di rischiare. Ci sarebbero rimasti, comunque, degli aspetti da verificare con grande cura. Il controllo del Pubblico, degli Equipaggi provenienti dalle Zone più “colorate”, per esempio, e l’applicazione di una serie di interventi di attenzione mirata che sono comunque una cosa difficile da realizzare a una settimana dall’avvio dell’Evento.”
Come eravamo messi in termini di partecipazione?
VB. “Credo bene, oso dire molto bene. A 4 giorni dalla chiusura delle iscrizioni, e cioè il giorno in cui è stato deciso il rinvio, eravamo a quota più 100% rispetto allo scorso anno. Storicamente al Ciocco moltissimi si iscrivono all’ultimo momento, ma penso di poter dire che sicuramente avremmo superato di gran lunga il “muro” dei circa 100 iscritti degli ultimi anni.”
Cosa pensi, molto generale, dell’”interferenza” del COVID-19 con i nostri eventi, la vita, la società?
VB. “È una cosa seria. Sicuramente all’inizio si è calcata la mano con un’informazione un po’ approssimativa creando un allarmismo eccessivo. Giusto in ogni caso suggerire soluzioni preventive e di emergenza, meno giusto creare una situazione di panico che poco o nulla è di giovamento. Certamente è un virus particolare che ha suscitato giuste preoccupazioni e spavento, anche un senso di impotenza, e sicuramente è un problema che lascerà una traccia profonda, temo storica, nell’economia italiana.”
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