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Buonconvento, Siena, 24 Novembre 2019. Gli amici Quagliodromo e Toscano34 (mi sento davvero che lo siano, perché vigilano con amore sul nostro lavoro) hanno perfettamente ragione. Una storia così non può essere lasciata lì in sospeso, irrisolta anche per quanto irrisolvibile. Non può essere taciuta e merita almeno la dignità di una ricerca di soluzione, dell’impegno a non arrendersi.
Rally del Friuli. Si parla di chiodi. Rally Due Valli. Si parla di chiodi. Rally Tuscan Rewind. Si parla di chiodi. La Gara di Rossetti è finita a gambe all’aria con una gomma bucata, il Team di Citroen Italia (Quagliodromo, ci stanno simpatici, sì, sanno fare bene il loro lavoro. Tutto qui) ha presentato un esposto circostanziato ed emesso un comunicato con il quale cerca, per l’ennesima volta, di sollevare la questione, di scoperchiare il paiolo della scelleratezza. Dunque alla fine dell’ultima prova dell’Italiano, la procedura. Esposto, foto, camera car, piombatura e insacchettamento (sacco della spazzatura, nero) del pneumatico incriminato, anzi trafitto.
L’ambiente non è così sconvolto. I più parlottano, magari a mezza bocca. Altri ne approfittano per riempirsi la bocca. Sanno tutto e cosa fare. Ma non dicono e, soprattutto, non fanno. Poi tutto finisce nel silenzio. Non so neanche se la Legge restituisce i cerchi o se sono diventati parte integrante del reperto, se ormai giuridicamente tutt’uno con la gomma vanno sugli scafali dei corpi di reato, vittima del delitto in mancanza dell’arma, o all’asta su ebay.
Ne abbiamo parlato, e abbiamo chiesto che si rendesse palese, ufficialmente acquisito il problema, e che lo si affrontasse con la grinta dell’importanza che riveste, più forte anche nell’incertezza di una soluzione effettiva e efficace.
Stiamo parlando di una minoranza di minorati, sia chiaro, ma di una cosa, controtendenza, siamo certi: non parlarne per non fare male al Rally vuol dire ucciderlo.
Si parla di chiodi, ormai non più romanzescamente o alla Topolino. Si dice di tavolette chiodate, di piastre di chiodi, di tecniche raffinate di “impianto” del dente letale. Di come lanciare il “sasso” e togliere immediatamente la mano. È il romanzo surreale dell’incredibile, surreale non-vedenza del crimine in una forma perversa di compiacimento. L’elogio della pazzia solo perché si ha paura di far male all’immagine del Rally.
Finiamola. Ci vuole una soluzione. E prima ancora una potente, esplicita, chiarissima dichiarazione d’intenti che tenda verso la soluzione del problema che ha infettato le ultime tre Prove dell’Italiano Rally. Il problema è stato preso in carico dall’istituzione ma mai dichiarato, è rimasto sospeso come un pipistrello a testa in giù nel buio di un mondo rovesciato.
Tutti i mezzi devono essere presi in considerazione. Foto e camera car, immagini e testimonianze. Se si crede di aver visto si corre a denunciare, se si pensa di essere passati su una foratura che non poteva e non doveva esistere, si ferma la macchina, la si mette di trasverso e si chiama il castigo di dio in diretta mondovisione. Altrimenti si finisce la speciale con la coda tra le gambe e si sta zitti, colpevoli complici per l’eternità, e si cerca di sparire nell’oblio.
Come si risolve il problema? Non sono io a doverlo dire. Io chiamo a voce alta che si dichiari e si faccia qualcosa di concreto. Che almeno si tenti. È la sorveglianza metro per metro delle Speciali? Non facile, ma se Google Maps ci vede anche mentre facciamo pipì acisport potrebbe cercare di vedere almeno chi piscia chiodi lungo le strade. Oppure si mette una bella taglia da 10, 100.000 dollari su tutti gli alberi – Wanted Il Maniscalco Delle Speciali – e quando lo si sarà preso giù legnate sul palco del prize giving e via catramato e coperto di piume. Poi lo si passa a Sandrina per il Penale. È tentato omicidio!
Hey, sono qui che scrivo e arriva un comunicato che fa scattare l’allarme del PC. Sai, quei “ding” che ti allertano sull’arrivo della mail importante. A suo tempo avevo classificato le notizie acisport come tali.
È un comunicato. Bene. Il titolo dice “10° Tuscan Rewind | La Federazione apre un'inchiesta” Molto bene. Sono allertato. Stai a vedere che mi hanno letto nel pensiero. Copio e incollo:
“La Direzione Centrale per lo Sport in ACI in accordo con la Presidenza di ACI, Federazione Nazionale dell'Automobilismo Sportivo, in relazione ai fatti accaduti durante il 10° Tuscan Rewind, ultima prova del Campionato Italiano Rally, ha deciso di interessare la Procura Sportiva per l'apertura di una inchiesta.”
Nessuna firma.
Molto meno di tre righe. Se si sfronda delle sue parti protocollari, il comunicato si stringe in questo contenuto:
“in relazione ai fatti accaduti durante il 10° Tuscan Rewind… deciso di interessare la Procura Sportiva per l'apertura di una inchiesta”.
Quali fatti? Il fatto che abbia vinto Basso? Che Andreucci ha vinto il Terra? Che pioveva? Un’inchiesta su Basso, Andreucci, sul meteo o sul Brunello di Montalcino? No. Si parla di una cosa precisa, ma non la si nomina. Sono cose che non si possono dire nemmeno quando se ne parla? Si lancia il sasso e si ritira la mano?
Ridicolo. Di più.
Si comincia male. Speriamo solo di finire meglio.