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Sanremo, 12 Aprile 2019. Un freddo cane. Sui tornanti della Vignai, della Brignone e della San Romolo umidi e coperti di fango il freddo prende il cervello, a non essere organizzati. Soprattutto di notte, soprattutto quando ha smesso di piovere e l’umidità gela sotto lo strato di protezione. Non bastano piumini e papaline di lana, i più accorti, quelli che sono lì dal pomeriggio, hanno messo a punto una strategia vincente. Birre, birre, birre. Qualcosa da mangiare, anche, e il calore della compagnia. Sulla montagna del Rally ci si nutre di passione, del resto, e di notte è una vera scorpacciata di emozione. La musica, la luce, il sibilo di un attimo. Essere sulla curva del Rally, di notte, è questo. Impagabile. Persino le forze dell’ordine, comandate e di giorno svogliate, in quei momenti per cui tutto questo esiste, sono dei nostri.
Il Sanremo offre questo. Grazie di cuore. Un lavorone dell’Organizzatore, l’irriducibilità di Sergio Maiga e del suo Commando. Per arrivare alla Mini Ronde di mezzanotte e al secondo passaggio sulla San Romolo, si fa mezzanotte, poi l’una.
Un freddo cane. Non per dirlo di nuovo, solo per puntualizzare, precisando che fa ancora più freddo, ogni minuto che passa. Finalmente eccoli. Nell’ordine Campedelli, Mr. Breen, Basso, Albertini, Rossetti. In fila secondo il risultato maturato nel pomeriggio. I fatti. Giandomenico Basso, Skoda, già vincitore del Ciocco, ha vinto davanti a Campedelli e Crugnola la Porto Sole, primo applauso cittadino del 66° Sanremo, la copertina delle Macchine da Corsa sullo sfondo del Mare. Poi. Craig Breen, l’ospite d’onore del CIR, ri-Skoda, si è aggiudicato la Vignai 1 a spese di Campedelli e Basso. Infine. Dopo due secondi posti, Simone Campedelli, Ford, ha finalmente vinto Brignone e San Romolo ed è andato al comando del Rally prima della lunga pausa di ora di cena. Il tempo necessario per far venire definitivamente buio, per un riordino e l’assistenza delle undici (di sera), poi tra applausi ancora più sentiti e complici, via per la tornata serale, meglio dire notturna, che caratterizza il Sanremo 2019. Ora capite perché tanta complessità di orari e di programmi. Come dire che il Sanremo leggendario rivive, o continua a vivere, nel desiderio di qualcosa che, pur diverso, ridotto, sacrificato, stretto e costretto, porti il pensiero all’epopea della sua Storia. E magari con il pensiero che qualcuno possa un giorno ripescare uno dei Rally più famosi e rilanciarlo in una nuova, giusta era. Maiga, potreste giurarlo, sarebbe lì, pronto a non dormirci la notte.
Il tempo di un ponce, e siamo già in piena Mini Ronde. 29, 34 chilometri! Di notte. Metà asciutta, metà umida e “macchiata”, fangosa. Il cielo si rasserena. Bella forza, siamo a fine… nottata! Quello che era maturato nel pomeriggio assume nuova forza nella sfida della notte. Campedelli vince ancora. Bella Speciale, difficile, combattuta. Dopo quasi trenta chilometri i primi tre, oltre a Campedelli anche Breen e Rossetti, sono racchiusi in un niente di sei secondi. Nell’intensità della notte sembra una specie di prova del nove del Campionato. Manca parzialmente all’appello Basso che, non perfettamente a suo agio ha preferito non prendere rischi. Ci ha “dormito” un po’ e ha perso tredici secondi dal leader. Con una prestazione che interrompe una lunga attesa, il Rossetti che inizia a prendere confidenza con la nuova Citroen si è fatto sotto. Ah, Campedelli perfetto. Si arriva all’ultima, la ripetizione della San Romolo, 14 chilometri. La prima al tramonto, la seconda a notte fonda. Ormai è Campedelli Show. Tre secondi al redivivo Crugnola e all’indeciso Basso, sette e mezzo all’irlandese che non morde più. Eppure Breen non è al debutto sanremese, non è una voce nuova. Si vede che a questo Campedelli ci vuole ben altro per mettere il sale sulla coda. Fine della lunga, complessa prima Tappa. Campedelli, Breen a venti secondi, Basso a 27, Rossetti a 35. Leadership chiara e piuttosto robusta.
Delirio notturno. Ecco i verdetti che ti mandano a letto sereno. Quello della prima Tappa del Sanremo 2019 è forse il più bel Campedelli da una vita a questa parte. Da Basso ci si poteva anche aspettare qualcosa di più, ma con un Campedelli così può anche essere che uno si senta un po’ imbarazzato, non più a suo agio con la strategia. Anche da Breen ci si poteva aspettare di più. Anzi, per la verità alla viglia ci aspettavamo molto. Giornata difficile e frustrante. Una vittoria nella Vignai, poi un ruolo da comprimario. Rossetti. Ecco quello da cui ci si continua ad aspettare di più. Più che altro per il profilo del Campione di Citroen Italia. Rox va via molto sciolto, non da mai segno di forzare, evita la spettacolarità. Uno che fa così deve avere qualcosa in serbo. Forza, mostriamolo al Mondo! Le due. A letto!