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Roma,18 Luglio 2019. Torna il Campionato Italiano Rally. Due mesi dopo il Targa Florio archiviato e quasi dimenticato (se ci si può dimenticare di un nome del valore di “Targa”), e un mese dopo la parentesi strepitosamente “mondiale” del Rally Italia Sardegna che ha riunito nel salotto buono, anzi ottimo, della disciplina un eccezionale bouquet di opportunità. Adesso siamo pronti per il quinto Evento dell’anno, sesta prova (il Sardegna valeva doppio) della serie Nazionale.
Nazionale? Sì. Certo, ma non solo.
Il Roma Capitale di Max Rendina è un Rally a parte. Bisogna prima accettarlo, e poi capirlo. È il Rally che dichiaratamente punta in alto, e per farlo brucia le tappe e si porta costantemente avanti. Con la formula, con le idee, con il lavoro.
Proviamo a spiegarlo.
Roma e il Lazio. Che senso ha distribuire 150 chilometri di cronometro in mezzo Lazio? Che senso partire da Fiuggi e arrivare a Ostia? Poco senso se si guarda allo sviluppo della Corsa sotto la lente del CIR, un grande senso se lo si guarda in prospettiva, sotto la lente d’ingrandimento del potenziale svelato.
Tutto ha un grande senso, insomma, se si guarda a un futuro più ambizioso, ancor più esteso, non tanto dal punto di vista geografico, per il quale c’è già ampio e confortante collaudo, ma da quello dello spessore, dei chilometri contro il cronometro, del numero delle Speciali.
Roma e l’asfalto. Siamo sicuri che il Roma Capitale sia definitivamente, interamente un Rally su asfalto? Anni fa, quando Rendina lanciò il “remake” di una Gara che era andata in scena per 18 edizioni, si parlava di Terra, si voleva la terra. Poi siamo rimasti all’asfalto. Non credo definitivamente.
Roma Capitale è Campionato Italiano. Ma è anche e soprattutto ERC, Campionato Europeo Rally. Complessivamente, è una levatura esclusiva e potente che deriva dalla riunione dei Tornei più “affamati” della disciplina, quello nazionale alla ricerca del lancio definitivo, il continentale che esige rispetto e riconoscimento.
Roma e… Roma. Immaginate di includere in un Evento un programma “metropolitano” al centro dei Colli, al centro dell’Urbe, al centro di Roma… Capitale. Un programma che non te lo chiede nessuno, che è un delirio organizzativo e logistico, che non serve a migliorare o decidere una classifica.
Serve, tuttavia, per fare contenti, per offrire, per farsi orgogliosamente notare. Serve per portare il Rally alla Gente, in mezzo alla Gente, a molta, moltissima Gente. Nel cuore il gioco vale sempre la candela, nella vita anche se ci sono ambizioni misurate ma non contenute.
Ecco, il Rally di Roma Capitale è alla Prova dell’Otto. Tante sono le edizioni sotto la direzione e l’inventiva di Motorport Italia, leggi Max Rendina. Dopo sette edizioni è quella che vorremmo considerare una prova generale. Aggiungeremmo altrettanti chilometri, un Tassello storico di Toscana, lo spessore della sua Terra e il profumo (e anche un po’ di polvere) della sua terra, porterei le Macchine che non hanno limiti.
Ne farei un Mondiale, il Roma Capitale, magari solo Rally di Roma, Caput Mundi anche nel WRC.
Visto che, così, è più facile capire un sacco di cose del Roma che va in scena per l’Europeo e per l’Italiano?
E parliamo dunque di quest’ultimo.
Tornano al “lavoro” gli dei del Rally italiano. Torna al lavoro il leader della Serie, Giandomenico Basso, che ha cambiato struttura ma non Macchina, al via, l’importante è che è al via, con la stessa Skoda Fabia con la quale guida la Generale provvisoria a metà stagione, o oltre il giro di metà secondo altri calcoli. Torna al lavoro l’antagonista per definizione, quasi storico, Luca “Rox” Rossetti, con fame di vittoria, quella che manca ancora e che con i soli podi non si fanno contenti tifosi e amministratori di bottega. D’altra parte è meglio cominciare cauti e progredire evitando passi falsi e errori. Il Campionato è ancora lungo e c’è tempo per completare il puzzle, tempo per farlo al meglio. Del resto Citroen caldeggia ma non mette pressione. La C3 R5 è arrivata al pelo e aveva bisogno del consueto lavoro di adattamento. Ora dovremo essere pronti, e si può iniziare a pensare al meglio, al di più.
Torna al lavoro, felice della Macchina sempre nuova e ora più nuova, Simone Campedelli. Gli fanno tenere a battesimo dell’Italiano, e anche dell’Europeo, la nuovissima Ford Fiesta R5. Motivo d’orgoglio, giusto, e anche di responsabilità. Pensando al fatto che Simone ha già vinto il Rally e che dei tre in corsa per il Titolo nazionale è il più indietro. Altre motivazioni? Le solite, quelle personali di cui non si hanno dubbi.
77 iscritti, tra Europeo, Italiano e R1, ai quali si devono aggiungere i 43 del mitico Rally di Pico, Coppa Rally di Zona, di fatto su una “fetta” del Roma Capitale, 190 chilometri contro il cronometro, 16 Prove Speciali, attenzione, la Rocca Sato Stefano è stata accorciata, e soprattutto, per cominciare con il passo giusto, la grande parata del Rally nel centro di Roma. Lungo Tevere Castello, Ponte Vittorio Emanuele II, Corso Vittorio Emanuele II, Largo Argentina, Piazza del Gesù, Via d’Aracoeli, Piazza d’Aracoeli, Via del Teatro Marcello, Piazza Venezia, Via Quattro Novembre, Largo Magnanapoli, Via Panisperna, Via dei Serpenti , Via degli Annibaldi, Via Nicola Salvi, Piazza del Colosseo, Via Celio Vibenna, Via San Gregorio, Piazza di Porta Capena, Terme di Caracalla, Via Druso, Piazza di Porta Metronia, Via Gallia, Piazza Tuscolo, Via Etruria, Via Albenga, Via Appia Nuova. Basta?