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Roma, 21 Luglio 2019. Gran Finale. Mai come in questo è il caso di dirlo. E con questo abbiamo già steso il tappeto rosso dell’Oscar del CIR al Rally di Roma Capitale edizione 2019. Un Evento con una sceneggiatura che sviluppa così tanti temi, mantenendosi in tutti questi costantemente avvincente è un Evento… vincente.
Un autentico thriller, di quelli che ti tengono con il fato sospeso, non tanto per le diverse possibilità di risolversi con un epilogo-colpo di scena, quanto perché, in qualunque modo fosse andato a finire, il Rally di Max Rendina aveva già mandato in tilt il manometro delle emozioni.
Ricordate l’inizio? Tre Piloti italiani in testa, Crugnola, Rossetti e Basso, e gli Equipaggi del Campionato Europeo relegati a un ruolo di comprimari, in taluni casi addirittura di comparsa. Era una vera e propria Lezione di… Italiano. Due Pico-Greci e i giochi sembravano irrimediabilmente fatti, situazione ribaltata, via due degli italiani dalla testa della Corsa e di nuovo sotto gli Europei. Peraltro, è in quel contesto che si modella la solida leadership di Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, con una Skoda Fabia “nuova gestione ottimizzata” e oltre mezzo minuto di vantaggio sui Campioni in carica Alexey Lukianov e Alexey Arnautov, in Gara con una efficiente Citroen C3 R5.
Alla fine della prima giornata del Rally la situazione sembra abbastanza stabilizzata. Basso largamente in testa, Lukianov obiettivamente non in grado di dare l’assalto al vertice e verosimilmente al sicuro di un eventuale, difficilissimo attacco da parte di Campedelli, nel frattempo caparbiamente risalito dalla nona alla terza posizione. Rossetti è costretto al ritiro, e gli “macinano” la C3 abbandonata troppo vicina all’asfalto, e Crugnola è troppo indietro per pensare di poter recuperare un ruolo da protagonista nella “trama” del Film.
L’inizio del grande giorno porta subito l’evidenza di un colpo di scena, di quelli a “tavolino”, i meno piacevoli. A Lukianov trovano la Macchina non in regola, la misura del passo eccede di un paio di millimetri. Non si capisce bene con quale criterio, si è buoni o cattivi, di solito mai mezzo e mezzo, il russo viene penalizzato di un minuto, sanzione che modifica radicalmente la classifica a partire dalla 4° Speciale del Rally. Appello? Vedremo, intanto quel minuto fa scendere Lukianuk dal Podio. Il vantaggio di Basso passa da mezzo a un minuto intero, Campedelli sale al secondo posto assoluto e Lukianov torna nel gruppo, quarto addirittura alle spalle di Mares. Si sa che quando cadi in disgrazia diventi carne da macello, e ben tre cani affamati lo braccano. Tra questi Andrea Crugnola, con Pietro Ometto tornati su una Skoda e in assetto di guerra.
Ed eccoci alla giornata conclusiva del Rally, riflettori su una battaglia che non esclude nessuno, a parte “Giando” Basso che inizia il suo lungo tour di beneficenza amministrando la Gara e regalando secondi a destra e manca pur mantenendo il grosso del gruzzolo. Non è mai un’operazione facile e fluida, perché può portare a degli scompensi di concentrazione e all’errore, ma Basso la porta a compimento alla perfezione, con grande lucidità.
Affile-Bellegra, 7,34 chilometri, Rocca di Cava, 7,25, Rocca Santo Stefano, 19 ma già alla vigilia ridotti a 13 chilometri, Guarcino, 11,75. Tre giri in programma prima che la carovana e il circo si spostino a Ostia per un finale da Monte-Carlo italiano con due piccole, spettacolari Prove cittadine. In tutto due chilometri e due che nessuno immagina quanto possano essere determinanti alla stesura finale del “verbale”.
Si parte, la caccia a Mares è aperta e il ceco resiste solo un giro. Alla decima Prova se lo mangia Lukianok, e due Speciali dopo, sulla seconda Rocca Santo Stefano Crugnola lo divora.
Il fatto più eclatante, l’aspetto agonistico più vistoso del giorno è, appunto, la “fame” di Andrea Crugnola, che ha rinunciato all’idea di vincere il Rally quando ha perso oltre due minuti per sostituire la ruota durante la seconda Pico-Greci, ma non allo show del suo repertorio migliore. O la va o la spacca, Crugnola vola sulle Speciali, è il protagonista assoluto della seconda Tappa del Rally di Roma Capitale, e dopo aver vinto 4 Speciali il sabato, si butta a testa bassa la domenica a caccia di… tutto. Non ce n’è per nessuno.
Quando si arriva alla fine del secondo giro della giornata conclusiva, Crugnola ha vinto sette delle otto Speciali, solo la prima è stata di Campedelli, ed è quarto a un secondo da Lukianov. Altro Rally!
Ecco come il gran Finale delle due Ostia – Super Stage Arena ACI Roma diventa Maracana. Al Pubblico Oceanico il privilegio di assistere allo scontro finale, non più soltanto a uno show.
Crugnola vince il primo passaggio, Lukianuk è terzo. Il ritardo è annullato e, dopo oltre duecento chilometri e due ore di confronto cronometrato, Crugnola ha superato l’Avversario. Di un solo decimo di secondo! Virtualmente appaiati, si va alla bella. L’ultimo minuto del Rally deciderà chi dei due salirà sul Podio. Incredibile!
Vince ancora Crugnola, glaciale, impeccabile, e fanno nove su dieci. Lukianuk crolla, solo ottavo a due secondi e mezzo. Il Podio finale, definitivo, è configurato.
Vincono Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, Skoda Fabia. Un lavoro perfetto e, dopo vari tentativi andati parzialmente a vuoto, arriva la bellissima vittoria. Secondi sono Simone Campedelli e Tania Canton, Ford Fiesta, 53 secondi. Certamente il merito principale di non essersi arresi. Terzi, finalmente, Andrea Crugnola e Pietro Ometto, Skoda Fabia. Già detto tutto. Il sogno del primo giro di Speciali del Rally di Roma Capitale, tre italiani sul Podio, che sembrava definitivamente svanito, è invece realizzato. Fantastico. Lukianov è quarto, e non vede l’ora di tornare a casa per mettere fine all’”incubo italiano”, Mares quinto, Ingram sesto. Rusce, quarto nell’Italiano, e Scandola entrano nei dieci. Tomaso Ciuffi, diciottesimo assoluto, vince la 2 Ruote Motrici, Giuseppe Testa è l’unico “sopravvissuto” tra gli Junior dell’Italiano.
Rally bellissimo. Lo scontro diretto tra gli attori dell’Europeo e dell’Italiano ha esaltato l’Evento, e evidentemente galvanizzato i nostri Equipaggi. Il risultato è eccezionale e dovrebbe far riflettere chi invece ha paura dei confronti aperti, i più semplici, spettacolari e espressivi. Rally un po’ complicato da seguire, per le distanze e soprattutto tra i sessantamilioni di vacanzieri e domenicali sulla costa di Roma, ma indimenticabile.
Mi chiedono se il Roma Capitale vale il Mondiale. La risposta ce l’avete. Italia con due Mondiali. Terra Sardegna e misto terra-asfalto, Lazio-Toscana, come Catalunya.