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Roma, 20 Luglio 2019. Un cambiamento di umore così drastico e radicale si può imputare solo al martellamento della vecchiaia o a un Rally sbagliato, improvvisamente stravolto nelle dinamiche.
Sebbene non si sia, effettivamente, di primo pelo, è certo che il cambiamento di umore in questione dipende dalle vicende del Rally di Roma Capitale e, in particolare, da quel “colpo di scena” dei due passaggi sulla prima Speciale del giro, ripetuto fino alla noia.
Ma come! L’avevano detto in tutte le salse. L’aveva detto Paolo Andreucci, e poi Max Rendina dando voce al megafono dell’Organizzatore, l’aveva detto la storia: attenzione a quella prima Speciale, la Pico-Greci di 19 chilometri e mezzo. È insidiosa. Che poi quel “insidiosa” potrebbe restare anche un termine genericamente retorico a uso e consumo della promozione subitanea dell’Evento, non fosse che poi viene spiegato meglio, nel dettaglio. Quindi Speciale insidiosa perché stretta, perché veloce, perché quindi è facile “tagliare” e portare dentro dei sassi taglienti, perché l’asfalto è sconnesso, “brutto”.
Metti tutti questi “indizi” insieme, e come minimo quella prima Speciale, soprattutto a essere italiani, e quindi avvezzi, la prendi con le molle, con la massima attenzione e riducendo la pressione di un filo. Invece, no, mancopugazzo! Passi per Campedelli, che era già sotto schiaffo per una penalità di 5 secondi, due chili sottopeso, dalla vigilia, e che non si sa come, ha bucato subito, pronti-via. E passi anche per un coefficiente generoso alla sfortuna, ma il fatto è che al secondo passaggio avevano bucato Campedelli, Crugnola e Rossetti.
E sapete per quale motivo eravamo così contrariati? Ve lo dico, alla fine del primo giro, Campedelli a parte, Crugnola, Rossetti e Basso, in magnifico ordine, erano in testa, in tre davanti allo stuolo di Concorrenti dell’Europeo. Alla fine del primo giro ci sentivamo di dire: belli miei, se volete andare forte per crescere venite a scontrarvi sugli asfalti italiani del CIR con i Piloti italiani.
Appena pensato, confortati dall’evidenza, e succede l’ecatombe. Alla fine è tutto da rifare, con pochissime chances per quella che si potrebbe definire facilmente come un’occasione gettata alle ortiche.
Nel micidiale guazzabuglio emotivo il Rally risulta come travolto da un insolito destino. Rallentato Crugnola, fuori Rossetti, “sopravvive” Giandomenico Basso, che ha cambiato “fornitore” e corre sempre con Loran ma tecnicamente assistito dal Team Metior, e tornano a farsi sotto gli “europei”. Non Gryazin, che spara a vuoto una delle due cartucce ricevute come premio alla vittoria dell’Europeo Junior dello scorso anno, e “sparisce” in principio di mattinata dopo aver fatto una comparsata in testa. E neanche il polacco Habaj, il grande antagonista nella corsa al Titolo insieme al Detentore.
È infatti il Campione in carica, Alexey Lukyanuk, alla guida di un’efficiente Citroen C3 R5, che suona la… carica degli Europei contro la fuga di Basso e di Lorenzo Granai, peraltro distanti oltre mezzo minuto in testa alla Corsa.
A metà della prima Tappa, quando Crugnola, tornato alla Fabia, volava, e quando Rossetti, Citroen “italiana”, poteva vantare un grande progressivo d’attacco nonostante fosse l’unico a non conoscere queste strade, la “lezione” italiana all’Europeo era esemplare. Ma è durato poco, troppo poco.
Per fortuna, se è vero che non si può più parlare di una “lezione”, resta la sensazione che possa persistere l’idea di un “ripasso”, tenuto conto del fatto che il solido leader del Rally, Giandomenico Basso, è stato due volte, nel 2006 e nel 2009, Campione Europeo. Le nuove generazioni dei protagonisti del Campionato continentale possono riconoscere nel quarantacinquenne veneto la figura del Maestro.
Più importante ancora, tuttavia, è il fatto che la Star di metà Rally di Roma Capitale sta facendo il colpo grosso nel Campionato Italiano. Basso, infatti, prende le distanze dall’inseguimento di Rossetti, il quale al danno della foratura con conseguente uscita di strada deve aggiungere la beffa di ben due Concorrenti che hanno successivamente “centrato” la C3 parcheggiata a lato della strada.
Per dare un’idea di come si va svolgendo il tema di un ben strano Rally di Roma Capitale, basta dare un’occhiata alla Gara di Simone Campedelli che, un minuto indietro a causa della foratura nella prima Speciale, ha insistito e a fine giornata porta la nuovissima Fiesta dal nono al terzo posto assoluto del Rally, e salta al secondo posto dell’Italiano, seppure con una piccola erosione di punti da parte di Lukianuk.
Pronti a scommettere che non è finita qui? Probabilmente no, forse è meglio pensare che il peggio è passato, e che la seconda Tappa possa concentrarsi sull’effettivo valore del Rally di Roma Capitale.
Gran finale alla Cittadella dei Motori di Ostia, terzo palcoscenico della Corsa bella e difficile di Motorsport Italia.