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Udine, 30 Agosto 2019. Oh Giorgio, abbi pazienza. Tu organizzi un Rally storico e bellissimo, un’epopea di 55 edizioni che da lustro alla disciplina, il Rally che è statolo spartito agonistico di una madrina ispirata e nata tra le tue speciali, che è diventata icona della bellezza, della sua e tua stupenda Terra e del Rally all’italiana, inutile che ti dica che parlo di Anna Andreussi, e che insieme a quel Big Jim del Volante, l’ormai leggendario Paolo Andreucci, ha scritto alcuni tra i più bei concerti a quattro ruote motrici del Friuli Venezia Giulia. Tu Giorgio, hai messo nell’antologia del Rally la corsa che è il triangolo delle bermude del Nord Italia, più spostato geograficamente e mentalmente a Est, d’accordo, che gli appassionati si sono messi a piangere quando hannosaputo che dovevano saltare il turno dell’Italiano. Fine del purgatorio, il Friuli Venezia Giulia torna nel CIR, nell’Italiano di cui diventa la settima prova, cruciale evidentemente, e tu Giorgio non puoi permettere che una giornata di Italiano si esaurisca in 36 chilometri di Prove Speciali. Non puoi permettere che un Cazzaro qualsiasi mandi a gambe all’aria Shakedown e una Speciale con l’olio bruciato della sua Golf. Non puoi permettere che i tuoi Piloti, gli attori del film che potrebbe essere il più appassionante della serie, non riescano a convincersi di aver fatto parte di un Evento, non puoi permettere che gli Appassionati, che i Team, che noi tutti si sia fatti 500, mille chilometri di viaggio per trenta di Speciali più due di “piazzalata”, ormai la chiamano così anche ai megafoni della RAI, che detta così è ben lungi dall’evocare l’epopea dell’azione che va in scena su un campo di battaglia. Non puoi permettere tutto questo, Giorgio, anche se far quadrare i bilanci vuol dire far ospitare il Campionato Italiano Rally nella soffitta dell’Alpi Orientali Historic.
E tu Angelo, anche tu non puoi permettere. Non puoi permettere che l’Organizzatore mandi in scena la caricatura del tuo regolamento così raffinato, non puoi permettere che si permetta ai tuoi funzionari di permettere che un grande Rally diventi una piccola cosa. Angelo, o svegli i tuoi funzionari ispettori o mandi giùun killer, una task force che raddrizzi questo Mondo ristretto come un golfino di cashmere nel programma cotone nella lavatrice dei Rally italiani. Punto.
Detto questo, cari Giorgio e Angelo, strizziamo bene e vediamo cosa è venuto fuori dalla prima di due giornate della settima prova dell’Italiano Rally, in attesa che la seconda e definitiva, cruciale, definisca meglio e su buone ragioni uno schema attendibile di valori in campo.
L’Italiano se lo giocano Basso, Skoda Loran, Campedelli, Ford Malcom, Rossetti, Citroen Italia, Crugnola, Volkswagen Skoda (sembra un frullato d’alluminio, vero?). Oggi, giorno 1 del Rally Friuli Venezia Giulia se le sono suonate di santa ragione, onorando un impegno che neanche loro riuscivano a comprendere bene, Campedelli e Rossetti. Basso non è stato all’altezza e Crugnola è stato irriconoscibile, tanto è vero che Albertini, il vincitore dell’edizione purgatorio dello scorso anno, si infila giusto a metà del sandwich dell’Italiano.
Campedelli ha vinto la prima, Valle di Soffumbergo, 10 chilometri, e la terza, stessa Valle… dopo l’annullamento della prima Malghe di Porzus. Quando sembrava, ormai, che fosse in grado di gestire il Rally, indicazione almeno coraggiosa visto che erano stati corsi appena 20 chilometri, ecco che Rossetti è uscito allo scoperto e ha “giustiziato” Campedelli con una perfetta Malghe 2, recuperando tutto ed esattamente lo svantaggio.
Thriller e suspence, si andava alla “piazzalata” Città Fiera, vista la fiera ma non la Città, con i due Assi perfettamente appaiati. Non si può certo dire che, sui duemilacinque metri della prova “spettacolo”, Campedelli sia venuto fuori alla distanza, ma è un fatto che l’ufficiale Ford M-Sport ha fermato il cronometro, partito da poco e poco affaticato, su un tempo di mezzo secondo più basso di quello di Rossetti.
Con Albertini e Basso a poco più di 15 secondi, Crugnola a oltre mezzo minuto, e Perico tornato una tantum sugli asfalti dell’Italiano ma non così incisivo, si direbbe che il Rally possa vivere sull’interessantissimo duello tra Campedelli e Rossetti. Diciamo anche che nessuno dei due può permettersi di sbagliare, ciascuno ha il suo bello “zero”, e che Basso dovrà pur scartare almeno i 7,5 punti del Sardegna. In questo modo è più chiaro che, se l’italiano non si decide nel NordEst, è pur vero che il Friuli Venezia Giulia si presenta come una Tappa fondamentale del Campionato.
Con Ciuffi, Peugeot, primo nel 2 Ruote Motrici e Pollara, Ford, primo tra gli Junior, aspettiamo quindi con impazienza, e ci scuseremo poi per aver voluto sdrammatizzare, che Giorgio e Angelo riescano a far decollare, con la trilogia delle Speciali di Sabato, Trivio San Leonardo, Drenchia e Mersino, il Grande Friuli Venezia Giulia con una giornata memorabile di Gara (e di Grande Sport, si dice in questi casi).
1. Campedelli-Canton (Ford Fiesta R5) in 28'13.6; 2. Rossetti-Mori (Citroen C3 R5) a 0.5; 3. Albertini-Fappani (Skoda Fabia R5) a 16.0; 4. Basso-Granai (Skoda Fabia R5) a 17.0; 5. Crugnola-Ometto (Skoda Fabia R5) a 32.0; 6. Perico-Turati (Skoda Fabia R5) a 40.1; 7. Michelini-Perna (Skoda Fabia R5) a 48.7; 8. Zannier-Marcuzzi (Renault Clio W.) a 2'36.3; 9. Casella-Arlotta (Peugeot 208 R2) a 2'39.3; 10. Rusce-Farnocchia (Skoda Fabia R5) a 2'42.4; 11. Griso-De Guio (Peugeot 208 R2) a 2'44.4; 12. Ciuffi-Gonella (Peugeot 208 R2) a 2'47.6; 13. Pollara-Siragusano (Ford Fiesta R2) a 2'52.9; 14. Testa-Bizzocchi (Ford Fiesta R2) a 3'01.3; 15. Guglielmini-Panini (Peugeot 208 R2) a 3'02.4