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Verona, 12 Ottobre 2019. Andrea Crugnola ha vinto la 37ma edizione del Rally 2 Valli. In modo netto e quasi sconcertante. Dal mezzo secondo a chilometro degli inizi al finale in rilascio… potente e controllato, non è rimasto spazio per nessun altro e per alcuna alternativa possibile.
Ci siamo già soffermati sulla prontezza di riflessi del Pilota e della sua Squadra che, non appena la Polo è tornata ad affiancare affidabilità alla competitività che già aveva, sono tornati al primo amore stagionale. Poi, Crugnola imprendibile, fino alla fine.
Il risultato del Rally si fissa definitivamente al termine del primo giro del Sabato, Tappa conclusiva, quando Crugnola decide di mollare la presa e controlla la vicenda agonistica cui aveva già dato forma e contenuti strabilianti alla proposta clamorosa della prima ora.
Dovessimo stabilire chi è il Pilota più forte del momento, non avremmo dubbi: è Crugnola. Non lo dobbiamo dire, ma ci viene spontaneo chiedercelo, per il semplice motivo che l’istruttoria per decidere chi lo sarà, il Campionato, diventa improvvisamente, inaccettabilmente debole, espressione non del tutto sincera dei valori espressi nel corso della stagione quando manca una sola prova alla fine.
Si è portati a dire che il campionato che resta aperto fino all’ultimo appuntamento sia interessante, combattuto, avvincente. In realtà si è 'portati' a crederlo, ma le cose non stanno così. Il Campionato è interessante perché ha messo insieme, unite nell’ideale collana del torneo, sette Rally belli o bellissimi. Punto. Si vedrà se il Tuscan Rewind Rally, ultima Prova, sarà all’altezza della sua fama e delle aspettative, e non abbiamo dubbi al riguardo, e in quel caso sarà bellissimo. Non lo sarà certo, anche se si sarà portati per mano a crederlo, solo perché avrà finalmente 'svelato' il mistero attraente dell’assegnazione del Titolo Italiano Assoluto.
È noto, e non voglio neanche misurarlo con precisione, che possono diventare Campione Italiano 2019 Giandomenico Basso, Simone Campedelli, Luca Rossetti e ora anche Andrea Crugnola, arrivato ad alzare le proprie quotazioni con la stupenda, indiscutibile, chiara e anche un po’ avvilente per la concorrenza, vittoria al Due Vally.
Per questo abbiamo pensato a una proposta da portare al tavolo di discussione del regolamento 2020. Sette prove da giudicare per la loro valenza estetica e di contenuti, e l’Italiano assegnato in Prova unica all’ultimo appuntamento della stagione. È quello che sta succedendo quest’anno, e se siamo tutti d’accordo che è una bella stagione tanto vale codificarla in quel modo. E chi se ne frega se il Sardegna Mondiale vale solo 0,75 di coefficiente, se con gli scarti in definitiva, come ribadisce il mio amico Cogni, si penalizza l’affidabilità ripescando chance nella sfiga e nell’inettitudine, se all’Italiano così confezionato e 'avvincente', manca quella motivazione che porti un numero di unità partecipanti maggiore delle dita delle mani.
Venendo al Rally Due Valli. Bello. Spettacolare nella misura in cui si è visto un Crugnola lanciarsi a pelo sullo stomaco su ogni tornante, staccata e salto. Potente quanto il margine di supremazia che Crugnola ha mandato in scena addensando contenuti forse inaspettati. Avvincente per come è stato gestito psicologicamente, in difesa e rilancio delle candidature pre-esistenti, Basso, Campedelli, Rossetti. 'Drammatico' per quei diversivi di cui si tende a parlare poco o nulla e che sono, invece, una spina nel fianco della disciplina.
Partiamo da qui. Rossetti, che aveva vinto in Friuli e che era tornato, proprio come oggi Crugnola, perfettamente in corsa per il Titolo, non la manda a dire e, finita la 6a Speciale, la Santissima Trinità numero 1, denuncia due forature 'sospette'. Campedelli, al successivo riordino, rincara la dose ricordando l’analogo episodio di cui è stato vittima in Friuli. Di che stiamo parlando? Di forature indotte, non casuali. Una piaga antica, quasi romantica sotto un certo punto di vista, che non si cicatrizza. Di che stiamo parlando? Vedete che anche noi siamo riluttanti, e come tutto il sistema omertoso siamo 'portati' a calare un lenzuolo sulla vicenda?
Stiamo parlando di 'tavolette chiodate', di sassi rotolati sulle strade da altre montagne. Di trappole vere e proprie destinate a colpire con precisione e rallentare una Macchina e l’Equipaggio che la guida, mettendolo in pericolo e magari facendogli fare la figura del fesso. Si tende a sorvolare, perché mancano le prove, perché ci rimette la manifestazione, perché si avvelena il cesto della passione autentica con la mela marcia del criminale.
Bene (cioè male), io non so chi ha ragione o chi ha torto, se è facile o se è difficile stabilirlo, ma bisogna metter un punto alla commedia. Controllo, sorveglianza, indagini, testimonianze, perizie. Dopodiché misure punitive, esemplari, 'contagiose'. E andare fino in fondo, finché non c’è una risposta. Chi lo deve fare? Gli organi ufficiali, intesi non come testicoli ma come entità autorevoli e capaci di porre una firma alla fine di un documento esaustivo e risolutore. Hanno da guadagnarci tutti, a cominciare da quelli che si intende 'proteggere' oggi con il silenzio.
Non è giusto che Rossetti torni in coda alla fila per l’assegnazione del Titolo per due forature 'premeditate', progettate, e neanche che Campedelli faccia la figura del cretino perché ha forato due volte per la stessa ragione. Non è giusto che un Campionato debba dipendere dalla… fallibilità di un cecchino.
Tornando al Rally. Bello. Imprendibile Crugnola, tagliato fuori Rossetti, c’è stato un duello animato e delicato. Tra Simone Campedelli e Giandomenico Basso, i leader di carta velina del Campionato. A entrambi faceva comodo il secondo posto, o finiva per star stretto, per varie ragioni, il terzo. Disagio da grip per Basso e 'tagli' di elettronica per Campedelli il primo giorno. Acqua passata. Mentre Crugnola continua a andar via, l’onore è conquistare il secondo posto.
Fino alla fine del primo giro è in vantaggio Basso, che prova una regolazione diversa e a far innervosire l’avversario dichiarando l’intenzione di tenerlo dietro. Non è chiaro se la regolazione è inefficace o se la 'pressione' si rivela inutile, sta di fatto che Campedelli non 'abbocca' e, anzi, esprime il meglio di sé. Prima controllando la 'schiuma', poi mettendo sulle strade veronesi il meglio del suo repertorio. E finisce che Campedelli ha la meglio su Basso.
Crugnola, Ometto alle note, vince 7 Speciali sulle 11 disputate, va in testa alla prima e chiude con un margine di 11 secondi (ma aveva mezzo minuto alla fine del primo giro di Sabato). È evidente che il Titolo Asfalto già conquistato non gli basta. Campedelli, Canton alla Nav, è secondo con tre successi parziali. Basso, Granai codrive, terzo con una vittoria di PS. Rossetti e Mori finiscono al settimo posto, cioè nel Gruppo 'B' del Rally dietro anche a Bottarelli, Rusce e Scattolon. Finalmente Campedelli fa i complimenti a Crugnola, e Basso li fa a Campedelli e a Crugnola.
Restando in classifica, Griso e De Guio fanno meglio di Ciuffi e Gonella. E questa è una notiziona! Non tanto per il primo passo falso di 'Ciuffino', e neanche perché si tratti comunque di due Peugeot 208 R2. L’evento è che l’Equipaggio toscano Diventa Campione Italiano R2 con una prova d’anticipo. Griso in crescita, e tra l’altro in testa al Trofeo Peugeot Competition 208 Top, Ciuffi incoronato, laureato con il Titolo massimo di categoria.
Il Campionato assoluto è e resta apertissimo. Facciamo finta di niente e commentiamo. Basso in testa con 84 punti e mezzo. Secondo è Campedelli, 68 e settantacinque. Terzo Crugnola, 67 e venticinque, quarto Rossetti, 65 e cinquanta. Il fatto curioso è che, anche così stando le cose, in ogni caso il Titolo verrebbe assegnato in Toscana, Basso sarebbe in testa in virtù della migliore affidabilità, e a parte Rossetti, sia Campedelli che Crugnola potrebbero ancora vincere il Campionato.
Entra in gioco il sistema degli scarti, due obbligatori, e in effetti la situazione è ancora più livellata, il margine di Basso su Campedelli scende a un solo punto e i 4 contendenti possono tutti vincere l’Italiano. E dunque si va alla prova unica del Tuscan, con un carico enorme di responsabilità e di pressione che solo Crugnola, in questo momento almeno, può permettersi di non sentire.
Comunque sia una bella trasferta. E per chi non lo è stata completamente ecco un’altra proposta. Che rimanga il ricordo indelebile… delle castagne regine di San Mauro di Saline e, soprattutto, di quel prodotto idilliaco di rarissima intesa e comunione di intenti tra genero e suocera che è il sublime piatto di fettuccine al ragout di Gelmini.
37° Rally Due Valli. Classifica Finale Assoluta:
1. Crugnola-Ometto (Volkswagen Polo R5) in 1:44'27.3;
2. Campedelli-Canton (Ford Fiesta R5) a 11.6;
3. Basso-Granai (Skoda Fabia R5) a 26.3;
4. Bottarelli-Pasini (Skoda Fabia R5) a 2'02.3;
5. Rusce-Farnocchia (Skoda Fabia R5) a 3'41.4;
6. Scattolon-Nobili (Hyundai I20Ng R5) a 3'47.4;
7. Rossetti-Mori (Citroen C3 R5) a 4'29.2;
8. Griso-De Guio (Peugeot 208 R2) a 10'40.6;
9. Ciuffi-Gonella (Peugeot 208 R2) a 10'44.1;
10. Guglielmini-Giorgio (Peugeot 208 R2) a 11'25.8;
11. Dal Castello-Zanet (Peugeot 208 R2) a 11'58.3; 12. Nicelli-Mattioda (Peugeot 208 R2) a 12'19.8; 13. Zantedeschi-Righetti (Skoda Fabia R5) a 13'47.2; 14. Gaspari-Falezza (Renault Clio S1600) a 13'53.8; 15. Franchini-Andrian (Skoda Fabia S2000) a 14'16.8; 16. Casagrande-Camiscia (Renault Twingo R2) a 14'24.5; 17. Trevisani-Faustini (Peugeot 208 R2) a 14'28.9; 18. Camponogara-Confente (Peugeot 208 R2) a 17'03.3; 19. Campanaro-Porcu (Ford Fiesta) a 19'17.9; 20. Costantini-Bertasini (Peugeot 106 S16) a 20'05.3.