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Termini Imerese, 5 Maggio. Tra poche ore… centododici anni fa, partiva la prima edizione della Targa Florio. Era un’alba radiosa per lo sport automobilistico e per la Gara che sarebbe diventata la più antica e famosa del Mondo, un monumento al Motorsport destinato a sfidare il tempo… e a vincerlo. Parola di Vincenzo Florio, il magnate-mecenate inventore della “Cursa”. Settanta edizioni storiche, consecutivamente fino al 1977, fatta eccezione per le inevitabili interruzioni negli anni delle grandi guerre, una Targa Florio di Regolarità nel 1957, scelta imposta all’indomani della tragedia di Guidizzolo, e si arriva all’edizione numero 102, con il Rally appena concluso al termine di una battaglia lunga e tatticamente complicata con la vittoria di Andrea Nucita e Marco Vozzo, che incidono così per la prima volta il loro nome sulle tavole dell’Albo d’Oro più lungo della storia.
Tutto in un lungo giorno che comprime l’intero impianto agonistico, solitamente “spalmato” sull’intero week end, nel lunghissimo sabato imposto dal nuovo regolamento. 600 chilometri, 150 di questi cronometrati e divisi in 16 Prove Speciali, tre giri dell’”Anello” di cinquanta chilometri, più il “vernissage” spettacolare del venerdì sera sul lungomare davanti alla Fabbrica ex Fiat, e ora Blutec, che ospita anche il Parco Assistenza del Rally. È la terza prova del Campionato Italiano Rally 2018.
La Gara è emozionante, non solo per la patina di storicità, copertina un po’ ingiallita di un’opera universale da troppo tempo sul viale di un lungo tramonto, ma per la particolare forza che anima le buone intenzioni dei protagonisti, siano essi gli uomini che sull’Isola si adoperano per la perpetuazione del mito, gli spettatori che non mollano o i Piloti, un plebiscito di appassionati spinti dall’orgoglio a riconoscere ancora una volta, e fanno 102, l’unicità dell’Evento siciliano. A questo si aggiunga un’”imprecisione” meteo esasperante, un giorno intero tra umido e asciutto, con qualche sporadica “lavata”, che ingarbuglia ancor di più la matassa imponendo anche la massima attenzione e una perizia fuori dal comune nella scelta delle gomme, talvolta peraltro consegnata, nonostante tutto, alla lotteria del caso. È così che si mescolano e si alimentano le motivazioni, e che il Rally si trasforma strada facendo in un rebus agonistico intricatissimo e avvincente.
Come accennavamo all’inizio della storia, c’erano già sulla carta almeno due detonatori di base, micidiali. Quello innescato dal corso del Campionato, e la sfida tutta siciliana tra i siciliani, e dei siciliani contro la tradizione “usurpatrice” che viene dal “continente”, anche se proprio quella tradizione “importata” è venuta a integrarsi magnificamente con la realtà di passione dell’area magica delle Madonie. Alla fine si aggiunge il fattore ambientale e, dunque, tre giri, tre dinamiche, tre parti distinte del Rally per tre soluzioni possibili del “thriller” Targa Florio. Fino a quella finale.
Parte prima. Matrix “CIR”, con qualche “indizio” di disturbo “localizzato”. Rispecchia abbastanza fedelmente l’indice dei valori in campo del Campionato. Andreucci, dopo averci pensato a lungo, sceglie perfettamente la gommatura, incrocia le mescole ed esce dalla prima Scillato-Polizzi con il tempone che mette tutti a tacere. Campedelli e Crugnola, in perfetta coerenza con la classifica provvisoria del CIR, sono alle spalle del Toscano. Le eccezioni del caso sono due. La prima è la… prima assoluta di Luca Panzani, che unisce alle riconosciute qualità un paio di circostanze favorevoli, pioggia nel finale e, si dice, lo spostamento delle “balle” di una chicane, e vince per la prima volta una Speciale di Campionato. La seconda è l’irruzione di Salvatore “Totò” Riolo al secondo posto e di Marco Pollara al quinto, due indizi che confermano le supposizioni basate sulla via siciliana della vigilia. Poi Campedelli vince due Prove consecutive, Geraci e Bergi, Crugnola si ferma per l’inspiegata rottura di un mozzo. Andreucci è al comando con quel che resta del margine della prima Speciale, vince la successiva Pollina ma guadagna appena tre decimi, ripresi con gli interessi quando Riolo vince la Cefalù e Campedelli è quarto davanti all’Ufficiale Peugeot. Luca Panzani torna in lizza e al termine del primo giro irrompe Andrea Nucita, tiratore franco del CIR con una Hyundai che, evidentemente irretito dagli exploit di Riolo, decide di mettere giù le proprie carte e sale fino a due decimi dal leader, ancora Andreucci.
Parte seconda. L’onda siciliana. È così che il secondo terzo del Targa cambia frequenza e si sintonizza sugli exploit dei “nativi”. Nucita vince le prime due speciali di forza, sorpassa e stacca Andreucci, dieci secondi, e i due impattano nella terza con lo stesso tempo. Nel frattempo Campedelli ha sbagliato ed è fuori e Scandola, che non è mai stato veramente della partita, approfitta dell’uscita di scena di Crugnola e di Campedelli per rilevare la terza posizione del Rally tornando ad essere, di fatto, l’unica e antica “minaccia” alle leadership di Andreucci e della Peugeot Campioni d’Italia. Ottima la tenuta di Panzani, quarto.
La Gara, almeno da un lato, cala inevitabilmente di tono. Dall’alto, è in balia dell’imprevisto. Da una parte c’è il prestigio Targa, infatti, dall’altra gli imperativi del Campionato. Andreucci si divide tra orgoglio e ”interesse” per un attimo, non sa decidere e solo nel fonale opterà per la generale del Torneo. Pensarci troppo non gli fa bene, comunque, si incastra in una chicane. Continua a piovere e ad asciugare a intermittenza. Qualcuno ci indovina, molti no, o sbagliano a turno. Nucita perde tutto il vantaggio nella penultima vinta da Antonio Rusce, consentendo Andreucci di raggiungerlo e di riallinearsi alla perfezione, Scandola di sicuro ci indovina, e mentre Andreucci fa manovra vince l’ultima Prova del secondo giro, la sua prima volta al Targa 2018. Da capo. Ora Nucita conta quindici secondi di vantaggio su Andreucci e Scandola è terzo a trenta. Panzani sempre bravo, sempre quarto. Il tempo corre, le Macchine di più, e la Corsa accumula ritardi. Siamo già di un’ora oltre la tabella originale e si va incontro al buio. Ci mancava anche questa!
Parte terza. La resa dei conti. Che il Rally sta diventando un affare difficile l’hanno capito tutti, ma nessuno si tira indietro. La Forza della Targa Florio. Nucita continua a spingere forte, Andreucci non si arrende all’idea di alzare il piede e di smettere di cercare almeno di destabilizzare l’avversario in fuga. Si da il caso, tuttavia, che il Nucita in questa occasione affatto influenzabile, abbatta la barriera dell’impasse psicologico e vinca le due prime speciali dell’ultimo giro con un’autorità solo in parte ridimensionata dall’indecisione che regna nell’abitacolo della Peugeot 208 T16. Andreucci vorrebbe attaccare, Andreussi invita alla lungimiranza. Quando la saggezza della Signora riesce ad imporsi, d’improvviso e finalmente la tempesta del Rally si placa e tutto attorno al gran finale è stabilità dell’Evento. Anche il meteo la finisce e quello che va al tramonto sul mare dalla bellezza inebriante di Cefalù è un sole caldo e potente. Nucita si calma e tira i remi in barca, il Rally si apre alle proposte di nuovi sub scenari, Rusce vince ancora, poi è la volta di Giacomo Scattolon e di un nuovo cenno di bella presenza di Scandola, di un altro siciliano, Pollara, che libero da “maledizioni” esprime un bel manico.
Sono solo diversivi, sfumature dell’arcobaleno che finisce dove c’è la pentola d’oro del Targa Florio e, mentre si raffredda, la lava incandescente del Rally fissa la vittoria straordinaria di Andrea Nucita e Marco Vozzo. Vittoria bellissima. Storica. Da brividi. 4 Speciali vinte in un Rally da questo punto di vista singolarmente equilibrato, 2 Andreucci, 2 Campedelli (+ Prologo), 2 Rusce, 2 Scattolon e una Panzani, Riolo e Scandola, in testa al Rally dalla settima Prova, una volta un “rischione” per andar pari con Andreucci nel momento delicatissimo in cui i due protagonisti assoluti del Rally condividevano perfettamente allineati la leadership. In altre parole, un grande talento. Non ci sono dubbi!
Andreucci, secondo, manda a segno il colpo del Campionato, che salva il solo Scandola, terzo, ma stabilisce una nuova linea di frontiera della supremazia del Campione in carica. Totò Riolo riesce solo nel finale a scavalcare Luca Panzani, ancora una volta il fattore ambientale davanti alla bravura del Toscano emergente, Damiano De Tomaso a riprendere il successo della Junior per lungo tempo nelle mani di Ciuffi.
Concludiamo con un pensiero serissimo. Targa Florio. Facciamo un breve punto cercando di essere chiari. È una Forza. La potenza dell’Evento magico che attinge dalla forza della Storia, della Terra e della sua Gente. Non potrebbe essere altrimenti, la Targa Florio non potrebbe essere altrettanto forte altrove o separata, anche in casa, dalla sua Gente. È stata una magia di Vincenzo Lancia, d’accordo, ma oltre un secolo dopo esserci ancora è molto più che Storia, è Leggenda. Tuttavia il valore leggendario deve essere in quale modo nutrito, alimentato al seno dell’affetto. Invece la Targa Florio rischia continuamente di andare alla deriva, di perdersi tra i flutti delle correnti, politiche, economiche e di pensiero, o di rimanere intrappolata tra le maglie fittissime della rete più impietosa, l’indifferenza. La sua immagine è sbiadita, come le decorazioni e i murales delle Tribune di Cerda, trascurate dall’Evento e comunque mèta di pellegrinaggio dei Concorrenti, degli appassionati, degli amanti della Targa e della sua Forza. La Regione ha approvato una legge di finanziamento. Piccolo, ma se prima non c’era neanche quello vuol dire che è stato gettato un seme. C’è stata polemica attorno all’ipotesi della cessione del Marchio, del “Brand” Targa Florio, ma a quanto pare è stata utile per chiarire che la Targa Florio non è in vendita perché è della Sicilia e dei Siciliani. Insomma. È ora di partire, di ripartire. Ci vuole una task force che si metta di nuovo al lavoro con idee chiare e obiettivi concreti. Ne vale la pena perché stiamo parlando di un nome che ha una Forza unica e che riunito nei suoi elementi ispiratori, ora centrifugati in orbite e stagioni diverse dell’anno, può essere imbattibile e moderno, “classico” e attraente, ancora più Targa Florio di quanto sia stata in passato. Una task force al lavoro da subito. Propongo tre nomi. Rosario Lapunzina, il Sindaco di Cefalù che ha portato la centesima, e quest’ultima edizione della Targa Florio in una delle gemme di maggiore forza evocativa del fascino dell’Isola. Angelo Pizzuto, il Presidente di ACI Palermo e dunque il depositario delle chiavi del forziere, del Marchio e della proprietà di un Patrimonio siciliano dal valore incalcolabile. Rosario Giordano, perché sente e capisce perfettamente la Forza.
1. NUCITA-VOZZO (HUNDAY I20) in 1:37'40.7; 2. ANDREUCCI-ANDREUSSI (PEUGEOT 208 T16) a 19.2; 3. SCANDOLA-D'AMORE (SKODA FABIA) a 52.4; 4. RIOLO-RAPPA (SKODA FABIA) a 1'33.1; 5. PANZANI-PINELLI (FORD FIESTA EVO II) a 1'46.2; 6. SCATTOLON-ZANINI (SKODA FABIA) a 2'10.2; 7. MICHELINI-CASTIGLIONI (SKODA FABIA) a 2'20.9; 8. RUSCE-FARNOCCHIA (FORD FIESTA R5) a 2'24.0; 9. TESTA-BIZZOCCHI (FORD FIESTA) a 3'14.3; 10. POLLARA-PRINCIOTTO (PEUGEOT 208 T16) a 4'48.3; 11. GILARDONI-BONATO (FORD FIESTA) a 5'06.8; 12. MAESTRINI-MICHI (SKODA FABIA) a 5'39.1; 13. FERRAROTTI-AGNESE (RENAULT NEW CLIO) a 7'11.6; 14. DE TOMMASO-FERRARA (PEUGEOT 208 R2) a 7'51.0; 15. CIUFFI-GONELLA (PEUGEOT 208) a 8'36.3; 16. VINTALORO-BUSCEMI (SKODA FABIA) a 9'31.6; 17. MAZZOCCHI-GALLOTTI (PEUGEOT 208) a 10'03.2; 18. LUCCHESI JR-POLLICINO (ABARTH 124 RALLY) a 10'54.9; 19. CAMPANARO-PORCU (PEUGEOT 208) a 11'58.9; 20. NICELLI-NOBILI (PEUGEOT 208 GTI) a 12'38.8