CIR 2018-2. Sanremo. Andreucci-Andreussi-Peugeot: Fermate Quei Tre (se ci riuscite)!

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Sintesi perfetta di potenza e controllo, Andreucci e la 208 T16 sbancano ancora una volta Sanremo. Dalla Speciale spettacolo alla più lunga del Rally n°65, una passerella di successo. Campedelli e Scandola sul Podio, Crugnola sfortunato
15 aprile 2018

Sanremo, 14 Aprile. Proprio così, la quarta vittoria consecutiva di Andreucci, Andreussi e Peugeot al Rallye Sanremo (e non dimentichiamo le altre due di un’era precedente) rappresenta con molta chiarezza una sintesi perfetta di potenza e di controllo (neanche fosse la vecchia, sempre attuale pubblicità di Pirelli, pur di esplicita attualità nel contesto di riferimento). È forse questo l’aspetto più nuovo e “sconcertante” all’epilogo del 65° Sanremo. Il “nuovo” va riferito al particolare equilibrio di efficienza del “Pacchetto”, il “clamoroso” al fatto che solo qualche settimana fa eravamo ancora qui a disquisire sul possibile ritiro del 10 volte Campione Italiano e sull’ipotesi di un’inversione di tendenza della parabola. Col senno di poi, quest’ultima era davvero grossa!

Paolo Andreucci con la sua 208 T16 R5
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Il “Pacchetto” funzionale Pilota-Macchina (ma sì, anche Gomme) risponde oggi in maniera eccellente alle richieste degli impegni, incrementando la pressione e spalmandola, oltre che sui risultati, anche sul morale degli avversari. La 208 T16 è migliorata, con pochi accorgimenti veri e propri ma con molto lavoro di affinamento, convertendo il potenziale in una maggiore efficacia. Andreucci, dal canto suo, oltre ad aver ispirato tutti quei miglioramenti, si è cucito perfettamente addosso l’abito, e si è proiettato con nuovo vigore nella danza felice di una supremazia ancor più marcata. Fino a prova contraria, fino a quando, cioè, le classifiche non cambieranno “orientamento”, fosse anche per una circostanza isolata o casuale, questa è l’agghiacciante verità, frustrazione fatale per le generazioni di Piloti che si avvicendano nella cordata d’assalto, vano, alla cima impossibile. A corollario di tanta e forte espressione di potenziale, si deve aggiungere il particolare approccio del Campione ad ogni Gara che si aggiunge alla serie, che si perde, ormai, nella notte dei tempi. Ad ogni appuntamento Andreucci si presenta con rinnovato “appetito”, che non è la “fame” potenzialmente pericolosa quando si trasforma nella sconsiderata aggressività del predatore, ma un motore di annientamento che spinge in avanti una schiacciasassi, un frantoio a pietre.

Pensiamo per un attimo agli errori, che sono il contrario di una forma autenticata di sicurezza. Il Team Peugeot (perché conta molto anche quello) non ne ha commesso uno solo. Andreucci nemmeno, e tuttalpiù si può considerare una leggerezza l’eccessivo vantaggio concesso a Campedelli e Crugnola nell’ultima Speciale del venerdì. Troppo guardingo e “lento” Andreucci, troppo coraggiosi e veloci i due Avversari, colpo parzialmente riuscito e recupero “enorme”. Circa otto secondi, davvero un’enormità, altrimenti probabilmente il discorso del Sanremo numero 65 era chiuso già dalla notte del Venerdì.

Prova notturna dal rally di Sanremo
Prova notturna dal rally di Sanremo

Errori. Vediamo, invece, quelli degli altri. Campedelli e Nucita hanno sbagliato scelta di mescole per la Tappa del Venerdì, Crugnola una Speciale, fatale, Sabato. Scandola a fidarsi di una confidenza con i pneumatici ancora prematura e rivelatasi buona solo nelle particolari condizioni di asfalto del venerdì. Non sono errori gravi, non abbagli e, sicuramente, c’è da mettere in conto anche una bella dose di sfortuna, ma la risultante è sicuramente una concessione del tutto inopportuna a un Pilota e a una Macchina che sono già difficili da raggiungere, figuriamoci da battere se tutto non gira alla perfezione. Di buono c’è che i quattro Piloti appena citati sono buoni davvero, e che stanno offrendo la prova di un allargamento del fronte di confronto del CIR, al netto del fatto che Nucita all’Italiano non si è ancora iscritto, non è dato sapere se lo farà e in ogni caso non va a punti finché non si decide. Scandola è tornato quello di sempre, sincero e forte, generoso. Campedelli è ormai padrone, oltre che del potenziale che nessuno gli ha mai contestato, anche della maturità per gestirlo al meglio. Crugnola è al suo primo Campionato e, smussati gli angoli di adattamento al contesto, nuovo per lui, non sarà sicuramente un soprammobile dell’Italiano. Al momento tutti hanno fatto vedere del concreto e del potenziale, ma solo Campedelli è in tabella da Campionato. Scandola paga l’avvio trasparente del Ciocco e Crugnola lo zero di Sanremo, ma il torneo è lungo e cambierà scenario almeno un paio di volte. Con l’arrivo delle due Gare su terra, San Marino e Adriatico, e dei due Rally a coefficiente 1,5, sì, esistono ancora queste forme di illogica manipolazione di equilibri altrimenti naturali, Adriatico e Due Valli. Al contrario, Andreucci viaggia con le caldaie in pressione e a punteggio pieno, nella prospettiva diciamo plausibile di continuare almeno fino a dopo Targa Florio, e dunque di creare un certo “disagio” tra le file di quel fronte contrario.

Andreucci-Andreussi impegnati nella notte del Sanremo
Andreucci-Andreussi impegnati nella notte del Sanremo

Il Sanremo Episodio IV di Andreucci si riassume in due momenti cruciali, o almeno emblematici. Il primo è l’insolito successo nell’inaugurale Super Speciale Spettacolo sul lungomare di Sanremo, il secondo è la vittoria nella San Bartolomeo, Speciale centrale del mattino di Sabato con la quale il Toscano ha restituito con gli interessi il disavanzo concesso a Campedelli nella prima, e ridimensionato la pericolosità dell’Avversario paventata già nell’ultima del Venerdì. L’ultima Speciale del Rally, la lunghissima antologia del mattino riunita nell’unica Testico-Colle D’Oggia di trentaquattro chilometri, porta solo la conferma, in aggiunta a quanto già visto al Ciocco, che Andreucci può gestire con disinvoltura anche vantaggi minimi.

Campedelli, merito suo, ha comunque portato molto allo spettacolo di Sanremo, non solo in qualità di sfidante numero 1 del Campione. Tra l’altro ha vinto lo stesso numero di Speciali di Andreucci, quattro, e di fatto la seconda Tappa del Rally, seppure di tre secondi appena e nel particolare contesto venutosi a creare. Solo per tenere viva la memoria, in modo che la sciagura non si ripeta, con il vecchio, fortunatamente stracciato regolamento del CIR sarebbe finita uno a uno.

Dal punto di vista del cronologico del Rally, Andreucci è comunque stato in testa dalla prima all’ultima Speciale, con un vantaggio che è andato dal secondo e mezzo del prologo ai dieci secondi scarsi del finale, con un massimo di 14 cambiando tuttavia avversario, prima Campedelli, poi Scandola, poi di nuovo Campedelli.

L'equipaggio vincitore del rally Sanremo 2018
L'equipaggio vincitore del rally Sanremo 2018

La parabola di Scandola è diversa. Consistente redivivo fino alla sera di Venerdì, quando era secondo, il veronese è calato Sabato finendo per farsi superare sia da Campedelli che da Crugnola. Tutto bene, Macchina, Gomme e… Equipaggio, ma venti secondi e due posizioni (una poi recuperata per il ritardo nel finale di Crugnola) non si perdono per un ”tutto bene”, e quel “c’è da lavorare” significa che qualcosa può almeno essere migliorato. L’”indiziato” numero 1 è il pneumatico. Perfette con l’asfalto umido, bagnato a tratti e magari sporco, le DMack nell’adattamento alla Fabia di Scandola non sono state così performanti Sabato. Ma le Gomme sono buone, alle spalle del supporto di Scandola c’è una fabbrica e un esercito di appassionati competenti, e quindi c’è da supporre che basterà attendere che il processo di abbinamento arrivi alla sua conclusione per ritrovare la piena competitività dell’Equipaggio Skoda Italia, peraltro già “programmata” per le gare su terra.

In attesa dei frutti dei grandi pensieri di Nucita, la voce nuova del CIR è Andrea Crugnola. In poche parole una Gara in crescendo, acuti significativi e nessun complesso nel confronto con i senatori. Crugnola si attribuisce la responsabilità della foratura, che considera un errore, e anche questa è freschezza corroborante per il CIR. Smussati gli angoli del noviziato ne vedremo sicuramente delle belle.

Ah, un’ultima cosa. Il Sanremo Rally Storico, vinto dall’Equipaggio Da Zanche e De Luis con una Porsche 911 SC; il Sanremo Leggenda, vinto da Gabriele Cogni e Marco Pollicino con una Fabia appena presa in mano; il Sanremo Coppa dei Fiori di Gandino e Scarcella con una A112 Abarth e l’Eco Sanremo di Mlynarczyk e Marques con una Zoe. Insomma, l’Evento Totale del Sanremo delle 65 edizioni e novant’anni di Storia che Sergio Maiga tiene vivo e coerente con la sua anima, è un bene preziosissimo per la Città e per la disciplina, un patrimonio dell’umanità degli appassionati e l’autentico, indomabile spirito del Mondiale regalato al CIR.

 

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