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Sanremo, 30 Marzo 2017. Si corre il Rallye Sanremo, seconda prova del Campionato Italiano Rally e 64ma edizione della serie. È uno dei più grandi Rally della Storia, che non sarebbe la stessa se non ci fosse il mito del Sanremo (non quello della canzonette)! Ma il Sanremo di oggi è anche il termometro che misura la febbre a una disciplina che in Italia, anche altrove beninteso, è pericolosamente in bilico tra una irrevocabile picchiata delle sue ambizioni e l’irriducibile sostegno di pochi, geniali Organizzatori, pronti a tutto. Pronti non solo a “tenere in vita” la loro “creatura”, ma pronti a perpetrarne i valori della tradizione, pronti a tenere viva la memoria e il mito degli anni della leggenda e pronti soprattutto, qualora se ne presenti l’opportunità, a rilanciare riprendendo il discorso laddove era stato interrotto. L’Organizzatore in questione è Sergio Maiga, quasi inutile precisarlo o ricordarlo, e l’argenteo valore lucidato ad ogni nuova edizione non è nei capelli dell’Architetto ma nel fascino irresistibile dell’Evento, reso presente, quasi tangibile, in ogni aspetto del “Rallye”. Anche per questo la marcia di avvicinamento all’evento agonistico è così lenta, ponderata, evocativa.
Naturalmente, attenzione, non è solo fascino e Storia, non solo bagni di champagne d’annata e subdola inclinazione alla melanconia dell’irripetibile, non è solo ricordare o piangere il passato. È anche e soprattutto mantenerlo vivo nei contenuti tecnici, pronti a…
Per questo il Rallye Sanremo è un evento, come si direbbe gratuitamente con uno luogo comune, di “spessore”. Originale, tecnico, incerto per sua natura e per le sue strade, infide e mangia-gomme, per quel campionario completo di curve che, messe insieme in un risultato valgono più di una laurea, di un master all’università del Rally. Corsi di laurea tutti esauriti, dal CIR ai Trofei, dalle Storiche alle Leggende: 190 partenti. Vorrà pur dire qualcosa!
Rally difficile, dunque, che allerta alla cautela. Sentiamo cosa hanno da dire Paolo Andreucci e Anna Andreussi, nel loro Briefing.
Paolo Andreucci: “Hai detto tutto te, dura e delicata. Ma aggiungerei ancora qualcosa. Il Rallye Sanremo è tutto questo e di più, ma è soprattutto una Gara oggettivamente molto difficile. E non ci vuole molto a capirlo. Vera la storia delle curve, della necessità di guidare con la massima concentrazione per mantenere un ritmo già difficile da prendere, ma aggiungiamo la lunghezza della prima giornata del Rally, della giornata e della… serata, e della Mini Ronde che sarà pure “mini” ma è sempre un bel 33 chilometri, e per di più con il buio! Quando poi si arriva al parco di Assistenza finale è già mezzanotte passata, e le macchine entreranno al Parco Chiuso del Palafiori, per “riposare”, all’una passata anche quella, per cui, considerando che la seconda tappa inizia ufficialmente sabato alle sette di mattina, a noi di tempo per “riposare” ne resta ben poco. Un “tappone” lunghissimo, impegnativo per le sue caratteristiche di “terreno”, e per circostanze di tabella. D’altra parte è anche vero che questo è un Rally unico, e che il suo bello è anche in questa formula senz’altro atipica, improntata alla durezza dell’impegno.”
E se dovessimo sintetizzare, a cosa ci si può riferire per caratterizzare l’impegno del Sanremo?
PA. “Non è difficile. Curve, tante e di diverso tipo, e asfalto “diverso”. C’è più grip, le gomme si “mangiano” prima, rispetto al Ciocco per esempio, e la scelta delle nostre Pirelli deve cadere su un livello di mescola più dura.”
Condizioni diverse. Determinanti?
PA. “Non a priori, ma se mettiamo insieme tutte le caratteristiche del Sanremo e le confrontiamo con il Ciocco, ecco che non ci sarebbe da sorprendersi se la Gara e il Campionato prendessero qui una diversa piega. Non necessariamente, ma è possibile!”
E che fare, allora, cambierete molto alla Macchina?
PA. “No, la Peugeot 208 T16 è a posto. Sappiamo che abbiamo una Macchina molto competitiva, e ne abbiamo avuto dimostrazione il primo giorno al Ciocco, per cui solo piccole regolazioni rispetto all’assetto provato al Ciocco. Dopodiché, attenzione, massima concentrazione e, d’altra parte, subito all’attacco. Non c’è tempo per adattarsi, la concorrenza è agguerrita.”
Già, un sacco di “papabili”, e poi quel Paddon…
PA. “Sì, non credo che Paddon sia venuto in Italia per… turismo. Deve fare chilometri sull’asfalto, e il Sanremo è ideale, ma sono sicuro che cercherà anche il risultato, e il neozelandese è uno che potrebbe benissimo vincere.”
Anna. Quindi una Gara carica di emotività?
Anna Andreussi. “Beh, sì. Anche se il lato emotivo più forte viene, in questo caso, dalla Gara prima, dal Ciocco. Il ritiro di Gara 2 ci porta a Sanremo con il “dovere” di portare punti al nostro Campionato. Di conseguenza una certa apprensione per una Gara che risulta un po’ più in salita indubbiamente c’è. Siamo abituati a “fare bottino” al Ciocco, per cui questa volta bisognerà stare molto attenti a non sbagliare e a prendere le decisioni giuste ogni volta, sia per le gomme che per l’assetto.”
Solo una questione vostra, per così dire?
AA. “No, Sanremo è comunque sempre difficile, perché gli avversari sono forti. Scandola, per esempio, qui è sempre andato molto forte, e così immagino Campedelli con la BRC, e direi Nucita visto molto bene al Ciocco, e poi Perico, anche lui sempre bravissimo a Sanremo.”
Mi fa molto piacere che Paddon sia venuto a confrontarsi nell’Italiano e in questa Gara. Vero che è un Rally di valore europeo, ma è soprattutto un Nazionale, ed è interessante che una Casa come Hyundai sia venuta ad onorarlo mandando un dei suoi Piloti di punta a correrlo
E Quel signor Paddon? Che cosa suscita la sua presenza?
AA. “Ci stavo arrivando. Sì, Paddon. Devo dire che mi fa molto piacere che sia venuto a confrontarsi nell’Italiano e in questa Gara. Vero che è un Rally di valore europeo, ma è soprattutto un Nazionale, ed è interessante che una Casa come Hyundai sia venuta ad onorarlo mandando un dei suoi Piloti di punta a correrlo.”
Magari è venuto per allenarsi in vista del Corsica Mondiale?
AA. “Magari anche, ma è un fatto che ha scelto proprio il Sanremo. Vuol dire che il Rally è ritenuto importante, non solo per la sua Storia, anche da una Squadra ufficiale.”
Eccoci. Sanremo uguale fascino, leggenda, una scia di storia. Si sente tutto questo, o è un pretesto per spingere Sergio Maiga a riportarlo ai fasti Mondiali del suo tempo… leggendario?
AA. “No, il fascino del Sanremo si sente davvero, e anche oggi che percorso e programma sono molto ridotti rispetto al passato. Quando era Mondiale era una delle più belle gare su asfalto, e quelle caratteristiche sono rimaste, noi corriamo ancora quelle Speciali della Leggenda, le Classiche del Campionato del Mondo. Non c’è dubbio che per gli Equipaggi il Sanremo ha un valore, non solo emotivo, molto particolare. E poi basta leggere di tanto in tanto l’Albo d’Oro, e vedere con chi siamo in compagnia!”
Foto: Marco Passaniti