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Muro Leccese, 1 Giugno 2017. Paolo Andreucci lo ha “schematizzato” molto chiaramente: il Rally del Salento è una corsa delicata e difficile, diversa, e la causa dell’”anomalia” è nelle strade strette, nelle curve “a gomito” e nella difficoltà di trovare e mantenere il ritmo su strade che cambiano repentinamente da strette a larghe, da tortuose a dritte, da lente a veloci. Ma ci sono altri due aspetti della “delicatezza” del Salento. Il primo è nell’importanza che questo Rally assume per la cancellazione della possibilità di assegnare i punti parziali del Targa, dopo ”aver preso atto” che c’erano le condizioni per farlo. Il secondo è ancora il carico da undici che il Rally finisce per avere a causa del coefficiente 1,5, che non riesco a vedere “sportivamente” giustificato. Se si da un’occhiata all’elenco degli iscritti, infine, è chiaro che il Campionato Italiano nel Salento è talmente una faccenda a tre che solo “Los Tres Amigos”, più pochissimi “trasparenti” sono di fatto della partita.
Una festa di compleanno con pochi invitati, insomma. Proviamo a chiedere ad Anna Andreussi e magari a “provocarla”.
Anna Andreussi. “Per quello che riguarda l’aspetto della guida pura, Paolo naturalmente è maestro e ha spiegato benissimo dove risiedono le difficoltà maggiori del Salento. Dal momento che ha introdotto l’argomento “ritmo”, posso aggiungere qualcosa. In effetti, dopo aver effettuato le ricognizioni, ho scoperto che questo Rally, che non si faceva da una manciata di anni, si rivela molto complicato, soprattutto per la navigazione. Le molte curve, i bivi a novanta gradi, la sagra di “tricky roads”, sono tutti elementi che rendono molto difficile anche l’organizzazione della gara e la lettura delle note.”
E che si deve fare, dunque?
AA. “Bisogna trovare il ritmo. Per questo bisogna entrare in Prova molto concentrati. Ricordare le Speciali a memoria è impossibile, per cui il ruolo del navigatore in questa gara diventa molto importante. Bisogna aiutare con le note, con il supporto anche questo ben ritmato al Pilota, e naturalmente con la massima precisione a trovare e mantenere quel ritmo. Perso il ritmo diventa davvero difficile uscire dai “labirinto” del Rally con un risultato utile.”
In questo senso siete in una botte di ferro. Paolo sa come guidare la “sua” Peugeot. Ci ha parlato di grip, di accelerazioni, di frenate e di ritmo. Ma a questo ultimo, ma non ultimo aspetto, ci pensi tu, che altro dunque? Non è un bel Rally?
AA. “Questa è una cosa giusta, anzi è la prima che si dovrebbe ricordare. Il Salento è un Rally bellissimo! È un piacere tornare a correrlo ed è veramente piacevole essere in questi luoghi.”
Dai, io penso che è tutto difficile e bello, ma qualcosa di deviato o che è sfuggito al controllo dei “Saggi” magari c’è. Questo coefficiente 1,5, magari travestito da incentivo, non arriva e determina una situazione un po’ spropositata?
AA. “Certo, un coefficiente di 1,5, senza dimenticare che anche i Bonus Rally vengono moltiplicati allo stesso modo, fa sì che il Salento diventi una gara importantissima per il Campionato. Per tutti e tre gli Equipaggi “interessati”.
Quindi un Rally con un peso rilevante sulle sorti del Campionato. Come dire un Rally con lo “special”. Questo può capitare strada facendo in determinate circostanze, ma io non ne vedo un solo motivo che lo giustifichi a priori.
AA. “Questo dipende da una decisione della Federazione. Noi la accettiamo, anche se si è venuta a determinare una situazione particolare…”
A questo alludeva Paolo quando parlava di “anomalia”?
AA. “No, paolo parlava di condizioni di guida. La situazione “anomala” a cui fai riferimento è che sono saltati i punti del Targa. Non discuto certo le ragioni che hanno tristemente cambiato le sorti di una festa del Motorsport come il Rally siciliano. È un fatto, tuttavia, che in Sicilia abbiamo fatto più chilometri di una tappa dell’Adriatico, e ora corriamo il Salento che ha un peso tale per cui come minimo potrebbe definire molto più chiaramente l’esito del Campionato. È così che si rivela una formula che piace sempre di meno.”
Quindi il Salento, senza alcuna ragione, diventa un Rally cruciale. Beh, vediamo come va a finire. Ma vuoi dire che Paolo si è lasciato innervosire da questo fatto?
AA. “Non ne abbiamo parlato, e di solito evitiamo di farlo perché non ce n’è bisogno. Paolo esterna senza alcuna difficoltà i suoi sentimenti quando è il momento, ma poi torna a concentrarsi sulla cosa che più gli piace fare. Ecco, quindi, come si fa a liquidare la faccenda e a tornare perfettamente concentrati sull’obiettivo, che comunque è sempre lo stesso, e sugli aspetti indiscutibilmente affascinanti di questa Corsa.”