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Cingoli, 14 Maggio 2017. Eccoci alla domenica e al consueto appuntamento con il dilemma del “nuovo” CIR. Due terzi di Rally, due vincitori parziali, uno “totale”. Meno male che obbligatoriamente il finale coincide con uno dei due di giornata, altrimenti si arriverebbe al paradosso di avere più vincitori che giornate di Gara. Ma questo è un particolare, istruttivo ma solo di dettaglio.
Occupiamoci invece, prima di tutto e doverosamente, della strepitosa “cinquina” di Umberto Scandola e Guido D’Amore, protagonisti assoluti, con la Skoda del Team Ufficiale Italiano, anche della 24ma edizione del Rally Adriatico. Cinque volte, cinque vittorie, quest’ultima maturata con un’intransigenza agonistica che rende difficili le parole e molto, molto più facile che si lasci raccontare ai fatti, anche questi prima di tutto strepitosi. “Umby” ha portato la Fabia R5 a sette vittorie su nove prove speciali sabato, e a un altrettanto “tondo” quattro su sei domenica. Caso vuole che il secondo giorno, sui primi due passaggi della Laghi, Campedelli prenda il volo, e che la Panicali disossata a metà scarsa del suo sviluppo originario impedisca a Scandola di recuperare. È un fatto che rompe, per fortuna non tutte, le uova nel paniere dell’Equipaggio Skoda Motorsport Italia, che pur in condizione di manifesta superiorità porta a casa solo una vittoria sulle due possibili, e utilissime, per la storia del Campionato Italiano Rally 2017. Consolazione retorica dal punto della tradizione, ma inutile da quello del Torneo, Scandola vince il Rally preferito per la quinta volta consecutiva. E questa è un argomento che definisce ampiamente la caratura del Pilota in queste condizioni di terreno, con un livello di enfatica precisione se si parla del Rally Adriatico. Per farla breve, Scandola è stato in testa alla Corsa dalla prima all’ultima Prova Speciale, con un vantaggio indicativo al termine della prima e un vistoso distacco alla fine dell’ultima, quasi mezzo minuto a Campedelli e quasi tre quarti a Andreucci. Punto. Tutto il resto sono chiacchiere e giustificazioni, e solo limitatamente opportune o efficaci.
Leggermente diverso, e molto più complicato come si addice a chi fa le cose perché ha tempo da perdere e si propone di farlo scontare anche agli altri, è il discorso relativo al Campionato. Andreucci porta a casa un secondo e un terzo posto, 6+5 punti, più un punto per il podio finale del Rally, Campedelli raccoglie un primo e un terzo, 7,5+5, ai quali aggiunge i due punti del piazzamento finale, e Scandola incamera i punti derivanti dalla vittoria e dal piazzamento, 7,5+6, più i 3 punti per la vittoria del Rally Adriatico. Ci ho messo tutto il pomeriggio e la serata per fare i conti che vi ho descritto “live”, e sicuramente salterà fuori qualcuno a dirmi che c’è un errore. Datemi un excel. La morale, comunque, è che Andreucci e Andreussi restano in testa al Campionato e passano dai 25,5 ai 37,5, con una progressione incrementale di 12 punti, Scandola passa da 15 a 31,5 con un differenziale di 16,5 che è il migliore del week end, soprattutto scavalcando sia Campedelli che l’assente Perico al secondo posto della generale provvisoria, e Campedelli, forte dell’Hi light della seconda Tappa, fissa l’esito dell’Adriatico in un’accelerazione algebrica di 14 punti e mezzo, passando da 16,5 a 31, che comunque non gli bastano per conservare la piazza d’onore nella classifica di Campionato. Come vedete, ci teniamo ad essere brevemente precisi, e se non ci avete capito niente, come del resto succede a noi, per favore rivolgetevi al Beautiful Mind dell’istituzione. E figuratevi che stiamo parlando di un Rally a coefficiente 1, e non di quell’1,5 che caratterizzerà i Rally del Salento, probabilmente su base chilometrico-geografica della trasferta, e il 2Valli, quasi certamente sulla base di un incentivo di presenza al commiato della stagione.
Kalle Rovanpera, giovanissimo funambolo che ha mandato in delirio il pubblico dell’Adriatico, ma anche dal meccanico per ben due volte la 208 T16 di FPF. È certo che il ragazzo si farà, e lo dimostra anche il fatto che il ragazzino avesse già un casco Red Bull, ma deve ancora prendere certe misure
Sfiniti da algoritmi che ci mandano in pappa il cervello, vogliamo definire gli altri punti salienti del week end marchigiano del CIR. Il primo è senz’altro l’elogio parziale a Kalle Rovanpera, giovanissimo funambolo che ha mandato in delirio il pubblico dell’Adriatico, ma anche dal meccanico per ben due volte la 208 T16 di FPF. È certo che il ragazzo si farà, e lo dimostra anche il fatto che il ragazzino avesse già un casco Red Bull, ma deve ancora prendere certe misure. Resta il fatto che la sua bravura sbalorditiva è a un crocevia, e con l’arrivo del diritto alla patente di guida arriveranno anche le cambiali.
Altro punto. Andreucci e l’Adriatico non vanno storicamente d’accordo, ma il Pilota Peugeot esce dal Rally con un risultato come si dice “pesante”, il ché vuol dire che Il Toscano, da non confondersi con “lo Scuro”, ha amministrato con grande perizia e lungimiranza il confronto con un Rally non suo, traendone il massimo profitto. Dopo il Salento sarà la volta del San Marino, e non è detto che il “Garfagnino” non abbia la possibilità di togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Avanti. Tre Rally disputati, lasciamo da parte lo sfortunato Targa Florio, e tre vincitori. Campedelli al Ciocco, Andreucci al Sanremo, Scandola all’Adriatico. Si dirà che il Campionato è “tirato” e dunque avvincente. Questo è vero, ma per altre ragioni e non per i regolamenti. Chi altri potrà mai inserirsi nella partita? Nessuno, ormai è chiaro, e il concetto rimanda a un assetto già ampiamente collaudato, con Andreucci e Scandola al loro posto e Campedelli che sostituisce Basso, tutt’ora Campione in carica ma assente e diversamente orientato.
Dov’è la novità, allora? In una prospettiva di opposti luminosi. Nella corsa al decimo Titolo del Pilota Icona dell’Italiano, e nel bel confronto tra i due sedicenni, un’esclusiva che il CIR si è garantita non pagando ma derogando, e che mette di fronte Rovanpera e “Marquito” Bulacia. Entrambi ritirati, il finlandese domenica e il boliviano due volte, ma tutti d’accordo che la ventata di gioventù che portano è un bel valore di contropartita per il prezzo del biglietto.
Altre cose? Sì, la bellissima gara di Marchioro e Marchetti, che con un’altra 208T16 hanno ottenuto un esplicito quarto posto assoluto e l’affermazione nella Gara “embedded” del CIR Terra.
Con il Salento del cinquantesimo il CIR si lancia ora sul bordo di ritorno.
Rally Adriatico 2017. Classifica Finale. 1. SCANDOLA-D'AMORE (Skoda Fabia) in 1:07'30.8; 2. CAMPEDELLI-OMETTO (Ford Fiesta R5) a 26.5; 3. ANDREUCCI-ANDREUSSI (Peugeot 208 T16) a 41.4; 4. MARCHIORO-MARCHETTI (Peugeot 208 T16 R5) a 1'37.6; 5. DALMAZZINI-ALBERTINI (Ford Fiesta) a 1'46.4; 6. RICCI-BIORDI (Ford Fiesta) a 2'02.9; 7. NUCITA-VOZZO (Skoda Fabia) a 2'06.3; 8. CECCOLI-CAPOLONGO (Ford Fiesta R5 ST) a 2'09.8; 9. BRESOLIN-POLLET (Peugeot 208) a 2'11.4; 10. DEDO-INGLESI (Skoda Fabia) a 2'21.3
CIR 1a Tappa. Classifica Assoluta. 1. SCANDOLA-D'AMORE (Skoda Fabia) in 33'35.1; 2. ANDREUCCI-ANDREUSSI (Peugeot 208 T16) a 28.0; 3. CAMPEDELLI-OMETTO (Ford Fiesta R5) a 30.1; 4. ROVANPERA-PIETILAINEN (Peugeot 208 T16) a 35.4; 5. MARCHIORO-MARCHETTI (Peugeot 208 T16 R5) a 54.9; 6. DALMAZZINI-ALBERTINI (Ford Fiesta) a 1'01.9; 7. DEDO-INGLESI (Skoda Fabia) a 1'07.5; 8. DONETTO-MENCHINI (Ford Fiesta) a 1'12.9; 9. CECCOLI-CAPOLONGO (Ford Fiesta R5 ST) a 1'13.3; 10. BRESOLIN-POLLET (Peugeot 208) a 1'20.3
CIR 2a Tappa. Classifica Assoluta. 1. CAMPEDELLI-OMETTO (Ford Fiesta R5) in 33'52.1; 2. SCANDOLA-D'AMORE (Skoda Fabia) a 3.6; 3. ANDREUCCI-ANDREUSSI (Peugeot 208 T16) a 17.0; 4. NUCITA-VOZZO (Skoda Fabia) a 37.7; 5. RICCI-BIORDI (Ford Fiesta) a 45.4; 6. MARCHIORO-MARCHETTI (Peugeot 208 T16 R5) a 46.3; 7. DALMAZZINI-ALBERTINI (Ford Fiesta) a 48.1; 8. BRESOLIN-POLLET (Peugeot 208) a 54.7; 9. CECCOLI-CAPOLONGO (Ford Fiesta R5 ST) a 1'00.1; 10. DEDO-INGLESI (Skoda Fabia) a 1'17.4