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Verona, 13 Ottobre 2017. Quando succede poco e si parla tanto vuol dire che c’è tensione. E non c’è da meravigliarsi, in due giorni si condensano a Verona tutti i vapori del Campionato, espressione di sei Rally che non sono riusciti ad emettere un verdetto definitivo. Non c’è da meravigliarsi, dunque, e nemmeno da dispiacersi se dopo aver scelto questa via per rendere interessante il CIR, adesso si vocifera che si voglia in qualche modo tornare ai santi vecchi e ridurre la “frattura” dei Rally divisi in due per raddoppiare l’eccitazione del Campionato. Staremo a vedere, ma non stasera né domani, né per l’intero week end. Ora quel che conta è seguire le ultime, infuocate fasi dell’Italiano e andare a vedere chi la spunterà. Verona, Due Valli e coefficiente 1,5, tanto per rendere difficile e varia la vita, e in programma due lunghe giornate di gara, e alle quali si aggiunge il “vernissage” del venerdì sera, e così è lungo anche il primo dei tre giorni del… lungo week end.
Tanto chiasso per nulla, o per poco, giacché nel bilancio del venerdì di Verona vanno lo shakedown, ininfluente, e la corta prova spettacolo, a coppie, dell’Arena 2Valli di Verona. Si è portati ad evocare qualcosa di “classico” giocando sulle parole, ma non si può certo immaginare di mandare in scena il prologo del Rally dentro l’Arena di Piazza Bra, da dove invece è partito ufficialmente il Rally. Così bisogna essere contenti se l’ACI è riuscita ad allestire il teatro dell’inaugurazione della 35ma edizione del Rally interamente tra le mura della Città, con il palco di partenza che più centrale di così non si può e la PS Spettacolo in uno dei giganteschi parcheggi del Palazzetto dello Sport. Parco Assistenza, come da previsione, nei piazzali della Fera. Niente di particolarmente suggestivo, sia chiaro, ma certamente pratico e facilmente raggiungibile.
Partenze a coppie, sfide con il taglio del duello ma, tempi alla mano, ecco che ritroviamo in fila, giusto per partire con il piede giusto, i soliti nomi, per la cronaca, Campedelli e Ometto con la Fiesta R5 di BRC, Scandola e d’Amore con la Skoda Fabia, e Andreucci e Andreussi con la Peugeot 208 T16. Distacchi ovviamente ridottissimi, due tornate per un totale di poco più di tre minuti e mezzo. Tutto secondo prassi, insomma? No, a Verona, stando alla debolissima indicazione della Prova Speciale “Città di Verona”, apripista di lusso nel nome di Miki Biasion, si gioca anche la carta dell’ecezione (o del quarto incomodo). È Luca Rossetti che scende nell’… Arena con una Skoda e che per un soffio non ottiene il tempo migliore, solo nel finale superato da quello di Campedelli.
Nel pomeriggio, l’altra faccia del Venerdì, era stata la volta dello Shakedown ad attirare l’impazienza degli appassionati. Sui tre chilometri dello “spaccato” del Due Valli a Illasi, il miglior tempo è quello di Paolo Andreucci, davanti a Campedelli, Rossetti e Scandola. Tutto e niente, si è appena iniziato.
Sabato, per i 65 Partenti del CIR, la faccenda si fa più complessa. Due volte la Roncà, 11 chilometri, due la Ca’ del Diaolo, 23,3, e due volte la Santissima Trinita, quasi undici. Non bastassero gli 85 chilometri abbondanti di Speciali, ecco riapparire la Città di Verona 2, ripetizione rush della prova inaugurale.