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San Marino, 9 Luglio. Sorprese e colpi di scena, eventi difficilmente interpretabili, Rally senza dubbio “vivace”, ma per pochi. Paolo Andreucci “accompagna” la 208 T16 Campione d’Italia a lato della strada polverosa, Umberto Scandola non riesce a sfruttare completamente l’occasione perché non trova le gomme e va incontro a una pop off “capricciosa”, e Giandomenico Basso vince di forza la prima tappa di un San Marino che definire “critico” è riduttivo.
Detta così, potrebbe sembrare che Basso abbia raccolto quello che gli altri hanno perso per strada, ma non è affatto così. Ciascuno degli eventi di cui sono protagonisti i Piloti “implicati” nei fatti vive in realtà da solo, nessuno ha regalato nulla e nessuno ha ricevuto in regalo nulla che non fosse strettamente in collegamento o conseguenza della propria gara. Ciò non toglie che il risultato, nella sua globalità, è per certo aspetti clamoroso, e che quindi solo per caso, adesso che il “girone” di ritorno del Campionato Italiano è appena iniziato, ci si trovi di fronte a un nuovo, e più esteso, fronte di equilibrio.
Iniziamo da Basso. Lui fa il Pilota, le decisioni le prende la Squadra, e il Pilota si adegua di buon grado alle scelte. È bravo ed è un professionista. Dall’Adriatico la Fiesta BRC a GPL è stata affidata a Campedelli, che in quell’occasione ha colto un “significativo” secondo posto, di cui non riesco a cogliere il significato, e Basso corre con la Fiesta R5 a benzina. Se l’intento era quello di dimostrare che Campedelli è più in gamba di Basso, non è un Rally che lo dimostra. Se si voleva, invece, dimostrare che la Macchina a GPL nelle mani giuste può vincere, la dimostrazione l’aveva già data Basso. Quindi non capisco, sul serio, a cosa tenda il cambio di marcia di BRC, ma forse è presto per arrivarci, né se, comunque, BRC abbia voluto fare un favore o un dispetto a Basso.
La prima tappa del San Marino Basso l’ha stravinta, e stando alle evidenze l’avrebbe vinta anche se a Andreucci e Scandola non fosse successo niente di “strano”. Non è dato sapere cosa Basso volesse “dire” partendo all’attacco, aggiudicandosi cinque delle sette Speciali in programma, andando in testa alla fine della prima PS e rimanendoci fino all’ultima. Non è dato sapere se e cosa avesse in mente di dimostrare, ma è un fatto che… l’ha dimostrato. Non ha risparmiato un filo di pneumatici o di macchina, ha spinto subito fortissimo, ed è questo che ci fa pensare che avesse qualcosa da dire, non ha aperto un solo varco al rientro degli avversari. Sin dal primo passaggio sul giro di due Speciali, Sistino e Selvanera, un gruppetto di tifosi armati di spriz aveva trovato lo slogan giusto: “XXX, oggi Basso ha un altro passo!” dove le tre X stavano ad indicare, al loro passaggio, Andreucci, Scandola o qualsiasi altro.
Considerato lo “zero” di Andreucci, il quarto di Scandola, e l’”intrusione” di Colombini, la vittoria di Basso vale doppio e rilancia le quotazioni del Pilota nella corsa al Titolo. Andreucci resta in testa, ma Scandola è a tre punti, e Basso a tre punti da Scandola. Così, a spanne, non so contare i mezzi punti che sono la caratteristica regolamentare principale del CIR 2016.
Lo “zero” di Andreucci. Ecco il vero colpo di scena, un fatto che si può considerare inedito. Non so da quanto tempo non succedesse, mi pare dal 2008 e senz’altro qualcuno avrà già dato un’occhiata alle statistiche, ma certamente nessuno ormai se l’aspettava. Come è andata? A sentire le scuse del Pilota alla Navigatrice, Anna Andreussi, alla squadra e alla Macchina, Paolo si assume la piena responsabilità dell’atto sconcertante, che imputa ad un piccolo errore finito con un giro e mezzo e la 208 T16 appoggiata su un fianco a lato della strada, pronta per il carrozziere. Ergo, non mi attribuisco la paternità della massima, anche i migliori sbagliano. La festa di Peugeot è salvata dalla bellissima, e combattuta, vittoria di Testa tra gli Junior ai danni del solo appena meno previso Pollara.
L’errore di Andreucci, dicevamo, non c’entra nulla con l’attacco di Basso. No, perché quando, sulla seconda Sistino, Andreucci & Andreussi si son chiamati fuori erano appena quinti, in pieno calvario da primi a partire, e “Giando” era già abbondantemente primo. “Lo strano caso” degli Andreucci, semmai, trova un collegamento da decifrare nelle gare di Scandola e di Colombini, l’uno partito con gomme troppo dure e l’altro arrivato sulle tele, quindi in difficoltà rispettivamente all’inizio e alla fine della Tappa. questo sta a significare che era ben difficile capire qualcosa del San Marino all’alba della prima tappa.
Scandola troppo dure, Colombini sulle tele… quindi, ci si immaginava, il Pilota di casa soffrirà nei due passaggi sulla San Marino spettacolo in città, e il veronese ne approfitterà per recuperare e riavvicinarsi al binomio Basso-Campedelli al comando del Rally. Neanche questo. Poteva essere ma, non bastasse, Scandola è rimasto al palo, attardato da una delle solite valvole pop off che sono la maledizione di turno un po’ per tutti. Colombini ne approfitta e riduce il proprio ritardo a una frazione di secondo, quanto basta per rilanciarlo verso il podio.
Certo, nessuna spiegazione, ancora, sulle probabili cause del disastro, i motivi di quella “criticità” a cui si accenna all’inizio. Eppure è semplice. Molto caldo, un caldo atroce, oltre cinquanta gradi all’interno degli abitacoli e, forse di conseguenza, l’eccessiva scivolosità della strade, della ghiaia superficiale che ha sorpreso più di un Pilota. Ma non Giandomenico Basso.
Domenica, restano 58 chilometri in due speciali per due volte. Cambia tutto, regione, tipologia di terreno, scenario. Le Speciali sono ritagli dei ricordi del Sanremo attorno a Gubbio. Un’idea degli Organizzatori, bravissimi.
CLASSIFICA ASSOLUTA 1° TAPPA: 1. Basso-Granai (Ford Fiesta R5) in 48'14.7; 2. Campedelli-Fappani (Ford Fiesta R5 GPL) a 12.5; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia) a 26.5; 4. Colombini-Ferrara (Skoda Fabia) a 26.9; 5. Ceccoli-Capolongo (Skoda Fabia) a 2'01.3; 6. Tempestini-Banca (Ford Fiesta) a 2'15.7; 7. Hoelbling-Grassi (Skoda Fabia) a 2'37.9; 8. Marchioro-Marchetti (Peugeot 208 T16) a 2'47.3; 9. Ricci-Pfister (Subaru Impreza STI N14) a 2'52.4; 10. Dalmazzini-Ciucci (Peugeot 207) a 3'00.0; 11. Versace-Canton (Ford Fiesta) a 4'09.2; 12. Von Thurn und Taxis-Degandt (Skoda Fabia) a 4'30.5; 13. Testa-Mangiarotti (Peugeot 208 VTI R2) a 4'39.4; 14. Pollara-Princiotto (Peugeot 208) a 4'52.0; 15. Ferrarotti-Bizzocchi (Renault Clio) a 4'52.5