CIR 2016. Rally Roma Capitale. Il Briefing di Paolo Andreucci

CIR 2016. Rally Roma Capitale. Il Briefing di Paolo Andreucci
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Il 4° Rally di Roma Capitale è già grande. Paolo Andreucci si sofferma sulle particolarità della Corsa del suo amico Max Rendina, e si distrae così dalla caccia che avversari, circostanze e federazioni stanno dando alla Peugeot dei Campioni d’Italia
23 settembre 2016

Roma, 23 Settembre. Il Rally Di Roma Capitale. Quasi lo dice il nome, è qualcosa di più, di speciale. Nelle intenzioni di Max Rendina di sicuro, perché il Campione del Mondo Produzione, quando ha pensato a un Rally che avesse per epicentro la Capitale d’Italia, ha voluto subito porre l’asticella un po’ più in alto. A parte i Gladiatori e le Pantere Alate, due cose che stanno agli opposti estremi del ragionevole ma che convivono nel “Roma Capitale”, il Rally è giovane e, forse per questo, guarda senza pregiudizi e con una buona dose di coraggio a un futuro diverso. A Roma c’è tradizione, cent’anni di corse e di motori sono un termometro dell’evoluzione anche nella Capitale, c’è la Storia, l’ambito incomparabile della Città Eterna, e ci sono le Pantere… no quelle arrivano dopo, e la Corsa in un attimo è trasformata in festa, in happening, in vetrina. Bel colpo, bel regalo agli appassionati laziali e attorno al CIR, che arriva puntuale a due prove dalla fine della stagione 2016 con un ventaglio di proposte incandescenti.

Campioni d’Italia sotto tiro, questo è uno dei leit motiv del Rally Roma Capitale. Da tempo immemorabile non si presentava a una prova dell’Italiano rimpinzata di cecchini, pronti a uno show di tiro incrociato contro l’Equipaggio della Peugeot n° 1, uno in tutti i sensi. Cose che capitano, l’occasione di vedere in ginocchio, o addirittura di mettere in ginocchio il numero 1 è sempre ghiotta. Fa parte, per fortuna, di un angolo dello Sport che rende accettabile, al di là del fatto che sia giusta, una certa acredine agonistica. Per fortuna, stando a quanto sentiamo dire e a quello che avvertiamo, l’Equipaggio ne fa una questione di principio ma non sembra particolarmente intimorito dalla “congiura”. C’è spazio anche per un po’ di propaganda all’amico Rendina.

Paolo Andreucci. “Niente affatto, non facciamo pubblicità a Max. Succede semplicemente che gli riconosciamo il coraggio e una grande vena creativa, appassionata e potente. Già dire “Roma”, e ancora “Rally di Roma”, “Roma Capitale”, tre parole e una congiunzione, e ti vengono i brividi. Il Rally è nato con fatica, ma Max non ci ha fatto caso, può arrivare lontano, e Max ci fa caso ma non lo dà a vedere, e intanto e soprattutto, è un Corsa bellissima, cresciuta, maturata in fretta secondo una linea di DNA perfetta.”

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E cos’ha di speciale questo Rally?

PA. “Senti queste altre tre parole: Rendina l’anno scorso ci ha fatto vedere un volto nuovo del CIR. Attenzione, quel volto l’ha inventato lui, non è che l’ha fatto il CIR e Rendina lo ha mostrato. Comunque, il suo Rally è Spettacolo, Partecipazione, Cinema! Guarda caso, è quello che manca al CIR, e prima ce ne rendiamo conto, meglio è per tutti. Non invento il buco alle conche se dico che un Rally di Roma così può fare da traino per le altre Gare, indicare la strada giusta e avere un ruolo da protagonista nella promozione della Specialità.

Sì, ma lo speciale-speciale?

PA. “Ti basti questa. Quando passi attraverso il centro di Roma, su quelle strade della storia tra monumenti di una bellezza senza eguali, vivi una situazione ambientale e umana che ha un fascino incredibile. E se lo fai con la Macchina da Corsa tra due ali di folla il fascino è ancora più strano, coinvolgente. Sono sensazioni che ti rimangono dentro, e negli occhi Anna e io abbiamo ancora il bagno di folla della spettacolare prova inaugurale al Colosseo Quadrato. Quest’anno la facciamo due volte, uno contro uno, e il Parco Assistenza è in Città. La vetrina del Rally diventa doppia, tripla.”

Vogliamo pensare che sarà anche una Corsa? Come è il percorso, le speciali?

PA. “Le Prove Speciali sono belle, direi tutte. Nove sabato e cinque domenica, un bel ritmo di competizione. Sono guidate e più veloci della “media” del CIR. Diciamo che sono più vicine alle Prove del Targa Florio, per dare un’idea. Il fondo è generalmente buono, le strade larghe e con molte curve. C’è da guidare, e allo stesso tempo da divertirsi.”

La nostra gara sarà dura, questo lo sappiamo, difficile. Per una volta non partiamo per primi, ma non è un grosso vantaggio sull’asfalto, e se dovesse piovere potrebbe non esserlo affatto. Noi abbiamo chiaro l’obiettivo da centrare e spingeremo in quella direzione senza esitare

Anche con la muta di inseguitori che avete alle calcagna?

PA. “La nostra gara sarà dura, questo lo sappiamo, difficile. Per una volta non partiamo per primi, ma non è un grosso vantaggio sull’asfalto, e se dovesse piovere potrebbe non esserlo affatto. Noi abbiamo chiaro l’obiettivo da centrare e spingeremo in quella direzione senza esitare. Abbiamo la Macchina dello scorso anno, gli altri hanno dei “pacchetti” evoluzione, ma possiamo contare sull’affidabilità della 208 T16 di Peugeot Italia, sulle prestazioni sicure delle Pirelli, e se permettete anche sulla nostra voglia di ristabilire le distanze.”

Pronto a giocartela allo “sprint” o preferiresti che fosse una gara più lunga?

PA. “Non scherziamo, qui entra in ballo il CIR con le sue regole. Stiamo parlando di gare sprint, come tutte visto il chilometraggio “regolamentare”, e quindi ci attende un impegno “tirato”. D’altra parte non bisogna farne un dramma, pensa come sarebbero “tirate” le gare se il CIR decidesse di fare della tappe di 5 chilometri!”

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