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Cingoli, 27 maggio. Si torna sulla terra. Anzi, ci si arriva, finalmente! È uno dei due soli Rally su terra del Campionato Italiano. Un po’ pochi per il massimo torneo nazionale, soprattutto se si pensa che chi riesce a fare il salto e a sfondare la vetrina internazionale, poi si trova la brutta sorpresa di vedere invertite le proporzioni, con il Mondiale che solo di tanto in tanto frequenta il duro asfalto. Ben venga il Rally Adriatico, allora, che non solo per questo motivo è uno degli hilight del CIR. Benvenuta la grande sfida che si rinnova, con il paventato “rischio” di vedere coinvolti più Piloti, più Macchine e più Team. No, più team no, questi ultimi sono sempre gli stessi, pochi. E benvenuti Andreucci e Andreussi, che ci provano ancora. Dopo le tre Corse di inizio stagione, Ciocco, Sanremo e Targa Florio, che corrispondono perfettamente ad altrettanti Rally vinti dalla coppia regina del Team Peugeot Sport Italia, ecco una sfida che, nelle ultime stagioni, non e riuscita proprio perfettamente. Per ritrovare Andreucci-Andreussi sul podio, e in questo caso sul primo gradino, bisogna infatti risalire addirittura al 2009, 19ma edizione del Rally marchigiano. Questo non è normale.
Ecco dunque che si presenta l’occasione buona per allineare anche l’Adriatico alla media. Ma non sarà facile, non è mai facile. Ci riproverà senza dubbio Scandola, che ha vinto le ultime tre edizioni, e altrettanto senza dubbio alcuno ci proverà Basso, che si presenta con la novità di correre… alla vecchia maniera, a benzina. Quali sono le incognite della prima prova su terra del CIR, allora?
Paolo Andreucci. “La domanda è pertinente. E la risposta è vaga e “inquietante”, perché le incognite del Rally Adriatico sono… molte. Intanto è il Rally dove si potranno finire di misurare i valori degli sviluppi invernali delle macchine. Poi sarà senza dubbio interessante giudicare, alla prova dei fatti, quanto sulla terra saranno “falsificati” questi valori, condizionati dai nuovi regolamenti. Ormai non è più soltanto questione di vedere se partire per primi, come guarda caso tocca sempre a noi, solo perché qualche volta siamo i più bravi, ma di capire quanto questa “maledizione” incide sul rendimento della gara e del risultato finale.”
Ma questa non è, ormai, una novità. Dovresti averci fatto la bocca, l’abitudine.
PA. “Questo lo dici te che sei lì sereno a scribacchiare, ma vorrei vedere te al volante. Se per caso ti capita di pensarci, ogni volta è una nuova inca… volatura. La morale è che chi è in testa al campionato parte per primo sabato e per primo domenica. Una ingiusta monotonia che sfora nel Ridicolo, ma non ci sono santi che tengano. E sono, dicono loro, gara 1 e gara 2. Ma conta che ci saranno appena sessanta chilometri al giorno, una gara di 60 chilometri, dimmi te, e quindi anche pensarci è un’enorme perdita di tempo. In sessanta chilometri al giorno non ci sta nemmeno un moccolo, figuriamoci il tempo di pensare, di speculare su quello che ti hanno combinato. Per fortuna ormai mi sento un po’ come un cavaliere medioevale. Quando il semaforo diventa verde calo la celata e non penso ad altro che ad andare al massimo, al massimo e bene. Ecco, la vera novità è che mi accorgo che mi riesce bene. Si vede che in vecchiaia divento refrattario alle angherie!”
Avete in serbo delle sorprese per gli avversari? Che ne avete fatto della 208 T16, un monumento al Targa Florio?
PA. “Non ci abbiamo fatto niente. Va come una schioppettata. I Racing Lions fanno un lavoro davvero eccellente. Adesso si tratta di portarla alla “configurazione”, come si dice, adatta a questa Gara. In parole povere, per noi semplici, rialzi e assetto terra. I Fabbri padre e figlio sanno come fare.”
Un Rally non facile, con qualche difficoltà in più, secondo te?
PA. “No, non direi che ci dobbiamo aspettare delle difficoltà particolari. Per le sue caratteristiche intrinseche il Rally Adriatico è abbastanza simile a sé stesso anno dopo anno. Le Prove Speciali sono le solite e il percorso in generale, molto caratteristico, anche. Possiamo dire una cosa. Che le strade sono molto belle, e le prove di conseguenza. È un Rally che fa guidare e divertire. In fin dei conti, è quello che… conta.”
Insomma non sei preoccupato? Teso? Curioso?
PA. “Buona la terza. Sono curioso. Curioso di vedere come vanno Della Casa o Colombini. Curioso di vedere come va Campedelli passato alla macchina a gas. Curioso di vedere come va Basso tornato, invece, a quella a benzina. Curioso, ma sono certo che cercherà di sfruttarla al massimo e che sarà più pericoloso.”
Non vorremmo metterti agitazione, ma qui nelle ultime tre edizioni non hai mai vinto. Casi sfortunati, ne capitano sempre, anche ai migliori. Non è che è un Rally che non ti piace troppo?
PA. “Questo è falso. Falso e tendenzioso. Questo Rally mi piace, e di molto. E non bisogna dimenticare che è qui che ho vinto il mio primo CIR, nel 2001!”
Bene. Partenza da Senigallia venerdì sera, riordino notturno a Cingoli. Sabato “pieno” e domenica a metà. Il 23° Adriatico è partito.