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Il primo anno il fortunato fu Stefano Albertini. Un anno da Pilota ufficiale Peugeot Sport Italia, alla guida della 208 R2 che Paolo Andreucci aveva messo a punto in una stagione “declassata”, ma vittoriosa. Qualcuno disse bella operazione, peccato che sarà come tutte le altre di questo mondo, episodica. E invece l’anno dopo fu la volta di Michele Tassone e Daniele Michi, che non solo furono la conferma di un progetto non più isolato, ma si aggiudicarono il Titolo di Campioni Italiani Junior. Progetto, e obiettivi, centrati alla perfezione.
Un Pilota, per la verità, dette del filo da torcere a Tassone. Il suo nome è Giuseppe Testa, un diavolo venuto dal Kart e passato per i corsi federali e le attività promozionali di ACI Team Italia. L’anno scorso partecipò ad alcuni appuntamenti mondiali e al Trofeo Peugeot Competition, dimostrandosi l’unico avversario di Tassone nella corsa per il Titolo della Junior. Testa non immaginava, probabilmente, che durante l’inverno i “talent scout” di Peugeot Italia, confermato il Progetto Team Junior, erano già sulle sue tracce. Non è passato molto tempo, infatti, e il nome di Testa era nella “scaletta” dell’annuncio dei programmi sportivi di Peugeot Italia. Sarà dunque Giuseppe Testa, in compagnia di Daniele Mangiarotti, a raccogliere il testimone di Tassone, ovvero di ripetere la corsa al Titolo della Junior con il privilegio di parcheggiare la 208 R2 a due ruote motrici accanto alla 208 T16 R5 di Paolo Andreucci e Anna Andreussi sotto li tendone del Team italiano di Peugeot Sport Italia. Non è difficile immaginare la contentezza del Pilota e del Navigatore. Sono occasioni rare, sempre più rare. Fortuna che qualcuno le tiene ancora in vita e ha il coraggio, e la forza, di rimetterle in pista sulla corsia di sorpasso della promozione dello Sport!
Giuseppe Testa. “Sì, dire che siamo contenti non basta a rendere l’idea di quello che proviamo, e tanto meno di quello che abbiamo provato quando Peugeot Italia ci ha proposto di entrare a far parte del loro Progetto Team Junior. Come si dice… non ci sono parole. Nel 2014 ho fatto il Super Corso, l’ho vinto e sono partito per la stagione 2015 veramente carico. Per tutta la stagione siamo stati in bagarre con Tassone e Michi, e quest’ano si avvera quel sogno da bimbi, quello di far parte di una Squadra ufficiale fortissima, come quella di Peugeot.”
Come è andata, ti hanno chiesto quanto volevi, ti sei fatto pregare?
GT. “Ah ah, farmi pregare? Avrei pregato io loro! Negoziare l’ingaggio? Avete idea di quale opportunità mi è stata offerta? No, le cose sono andate precisamente e semplicemente così, e credete a me che ci ho messo un bel po’ per crederci e per realizzare finalmente che era tutto vero, che non stavo ancora sognando. Quando mi hanno contattato per telefono sono andato in trance, mi sembrava di vivere in un’altra dimensione. Poi mi hanno fissato l’appuntamento e c’è stato l’incontro con Eugenio Franzetti e Carlo Leoni. Abbiamo parlato e in un batter d’occhio abbiamo definito il programma e le condizioni. Immediatamente, non vedevo l’ora di mettermi al lavoro.”
Tutto sommato, visto come è cresciuto il Progetto Junior Team, viste le ambizioni e visto che il risultato è vincente, questa volta avrai un po’ di pressione in più? Ti hanno già chiesto di vincere ancora?
GP. “Beh, pressione credo che ne avrò, a cominciare da parte mia. Il Team non me ne ha messa, e credo che debba ringraziarlo… per non avermi fatto notare che io ho un Titolo, che loro hanno conquistato prima di, da difendere e da confermare. Tensione, direi piuttosto. Parlerei di una tensione positiva dovuta all’innegabile carico di responsabilità che grava sulle mie spalle. Ma non mi dispiace, la vita non è tutta un gioco facile. Questa volta mi si offre una grande opportunità, e io farò certamente di tutto per vincere ancora il Titolo Junior e per portare alla Squadra il massimo dei punti che le serviranno per il Titolo Costruttori. Approssimativamente, mi propongo di dare il 1000%!”
Come ti definisci come Pilota? Trovi che hai delle qualità più spiccate?
GT. “Non saprei, o non vorrei parlare di me. Mi viene difficile giudicarmi. Preferisco che siano gli altri a farlo, e magari in un modo buono. Comunque, mi piace correre sia su terra che su asfalto, non ho una predilezione particolare e non soffro situazioni specifiche. Diciamo una cosa: sono un amante del “traverso”.
Cosa vedi in questa esperienza adesso che sta iniziando davvero?
GP. “La prima cosa che ho visto è l’ambiente. Più che una squadra è una grande famiglia, molto unita e votata a una missione. Questo fa già molto per il morale e per la serenità con la quale inseguire gli obiettivi. Abbiamo effettuato i primi test, e si sono dimostrati tutti molto pazienti, tolleranti con l’emozione che inevitabilmente accompagna l’inizio di una nuova esperienza. Tutti, Manager e meccanici, direttori e Compagni di Squadra come Paolo Andreucci e Anna Andreussi. Per esempio, tre meccanici si sono messi d’impegno per insegnarci ad effettuare correttamente l’operazione di cambiare una ruota. Una foratura “simulata”. La prima volta è stata un disastro. Crick in bilico, giù la ruota e la macchina, quella di scorta incastrata sotto. Nessuno ha detto nulla, muti come sfingi. Da capo, mi hanno detto come fare, abbiamo riprovato. Un po’ meglio. Ancora istruzioni, pazientissimi, poi il cronometro. Ancora meglio, ma non abbastanza, e uno di loro ha deciso di sdrammatizzare: “Questo non è un tempo da pistola pneumatica ma da… chiave a “T”. E giù risate. E la volta successiva è andata molto, molto meglio. È così, si lavora in famiglia, tutti per uno. Toccherà anche a me, tra un po’, uno per tutti!:”