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Forte dei Marmi, 18 Marzo. Da una parte il Pontile. Maiuscolo, perché è il nome proprio di uno dei punti cospicui di Forte dei Marmi. Per i naviganti, per gli innamorati, per chi prova a farsi una passeggiata quasi dentro il Tirreno e, anche, per gli amanti delle onde, che riconoscono a quelle che si formano attorno al Pontile la gloria un po’ indulgente di “oceaniche”.
Dall’altra parte gli aguzzi livelli di sfondo delle Apuane imbiancate dalla neve, caduta meglio tardi che mai sulla montagna e sulle stazioni sciistiche toscane. È la terrazza naturale delle montagne del marmo, baluardo estetico ineguagliabile che privilegia la Capitale delle Versilia e palcoscenico del primo scorcio di stagione italiana dei grandi Rally. In mezzo, sulla via che dal “Fortino Rosso” si inoltra fino al pontile attraversando i viali a mare, il podio di partenza della 39° edizione del Rally Il Ciocco e Valle del Serchio, su cui campeggia il nuovo logo, un dettaglio dell’evoluzione che i più non percepiscono, dell’Evento organizzato da OSE, Organization Sport Events, e diretto da Valerio Barsella. C’è molto di già visto, studiato, provato, ma tutto insieme è tutto nuovo, ed è lustro e vernissage della prova inaugurale del Campionato Italiano Rally. Come da tradizione, ormai, è un onore e un onere, in particolare quest’anno con tante cose da verificare per primi. Ciocco apripista, dunque, ma non facilmente impressionabile per il ruolo di responsabilità che gli viene dall’aprire la porta del CIR 2016. Anzi, come abbiamo già visto, il sapore della scommessa alimenta nuovi stimoli negli organizzatori, fieri di raccogliere ogni anno una nuova sfida.
Si dice che il Rally ha deciso di andare dalla gente, e di non attendere più che la gente venga al Rally. Detto fatto, Il Ciocco e Valle del Serchio si spalma su mezza Versilia, quasi contemporaneamente. Lo shakedown appena nell’entroterra di Massarosa e Stiava, il Controllo Orario “Zero” a Viareggio e, pochi minuti dopo, la partenza dal Palco del Forte e la corta, spettacolare Prova Speciale su uno dei lungomare più prestigiosi e noti del Mediterraneo, quello di Forte dei Marmi. Improvvisamente, dopo aver atteso cinque lunghi mesi, l’Italiano Rally riparte. È lustro, scintillante, sembra ringiovanito. Non grandissime novità, né rivoluzioni, ma l’impegno e l’eccitazione, la voglia di correre al massimo livello traspare netta, chiara. “Vecchi” Piloti, d’accordo, o per meglio dire nomi che sono sulla ribalta da tempo o che sono facilmente riconoscibili in un confronto che si propone immutato da qualche anno, ormai. Ma anche giovani, nuovi “esploratori” dell’Italiano, promossi e riesaminandi. E nuove Macchine, nuove evoluzioni, talvolta importanti. In un’era che non è neanche parente dell’età dell’oro, se non si può paragonare la quantità, certo c’è una grande ricerca di qualità, di cura della preparazione e dei dettagli. Della “finitura” estetica, persino. Lo stesso vale anche per i campi di battaglia, e sotto quest’aspetto, che il Ciocco abbia già vinto la sfida di una grande proposta si vede subito.
Improvvisamente, dopo aver atteso cinque lunghi mesi, l’Italiano Rally riparte. È lustro, scintillante, sembra ringiovanito. Non grandissime novità, né rivoluzioni, ma l’impegno e l’eccitazione, la voglia di correre al massimo livello traspare netta, chiara
87 Equipaggi al via. Sono i numeri delle scorse stagioni, ma un miglioramento, anche lieve, è un buon segno. 58 sono i partenti del CIR, 28 del regionale, uno solo, peccato, per il nuovissimo Rally Storico rilanciato quest’anno dagli Organizzatori. “Immersi” ci sono i Trofei Asfalto, Junior, 2 Ruote Motrici, e i trofei Monomarca, i fortunati e sempreverdi Renault, Suzuki, Peugeot, il duello Federighi-Calvi per il Feminile. La qualità del “pacchetto” di testa è notevole. Le R5, ormai lanciate verso un successo di formula e configurazione che è degna eredità delle Super 2000, offrono al Tris d’Assi che ha animato le ultime stagioni un affinamento della dotazione tecnica che è la migliore finestra sulla credibilità del Campionato. La BRC Fiesta a GPL di Giandomenico Basso e Lorenzo Granai è “accreditata” dell’evoluzione con cui la R5 Ford guadagnerebbe oltre 30 cavalli. La Skoda Fabia R5 è tanto “matura” quanto ideale per consentire a Umberto Scandola, il Pilota veronese Campione Italiano 2013, e al Navigatore Guido D’Amore, un altro grande salto di qualità. E non meno attesa ed eccitata è la verifica al primo appuntamento stagionale della Peugeot 208 T16 R5, che affronta imbattuta, e con un “light pack” di evoluzione, la terza stagione del CIR guidata dalla Coppia del Secolo Paolo Andreucci-Anna Andreussi. Per i Campioni Italiani c’è in ballo il decimo Titolo.
Il Campionato Italiano così impostato non può contare su un’affluenza “oceanica”, ma la tassa d’iscrizione non del tutto logica fa almeno da spartiacque delle intenzioni. Se infatti limita il numero degli accessi e tiene fuori i più, dall’altra equivale a un proclama incondizionato per chi aderisce al massimo torneo nazionale. Ed ecco che viene un po’ più difficile, almeno teoricamente, limitare il “bouquet” dei candidati al Titolo ai soli tre “Fenomeni”. Viene da puntare almeno un po’ attenzione su altri nomi. Perico, che è il Campione in Carica del Ciocco, Tassone, che approda a una delle 208 R5 di Perico dopo aver vinto lo Junior lo scorso anno, le Citroen di “Ciava” e Michelini, altra bella figura del Rally toscano del 2015, o le Ford di Tempestini, Baccega e Rusce.
La più chiacchierata delle novità per la stagione 2016 è il nuovo regolamento, che si propone di cambiare e rimescolare le carte in tavola. Ne abbiamo già pre-parlato abbastanza, e finalmente potremo seguire l’evoluzione del Campionato in funzione delle due giornate di gara, intendonsi Gara 1 e Gara 2 all’interno dello stesso evento, metà punti a “gara” e un vincitore del Rally, completamente indipendenti e… dipendenti da una norma tutta nuova che è basilare per l’assegnazione del Titolo.
Il frangente simbolico della prima prova speciale del Campionato Italiano Rally 2016 emette un verdetto di ex-aequo tra Andreucci e Basso, stesso identico tempo
Il proposito è di rendere più interessante e “tirato” il confronto, e di conseguenza di limitare i “danni” di immagine del Torneo colpevolizzando chi va più forte. Mordendo il freno per non emettere un giudizio, visto che ormai sarà il campo ad emettere la sentenza, dobbiamo limitarci ad indicare un segno venuto dal cielo. Per quanto possa valere il chilometro e due della spettacolare volata tra jersey e balle di paglia sul lungomare “del” Forte, il frangente simbolico della prima prova speciale del Campionato Italiano Rally 2016 emette un verdetto di ex-aequo tra Andreucci e Basso, stesso identico tempo, e guarda caso mezzo secondo meno del terzo, che è Scandola. La lettura del verdetto può, come una prova, spiegare che l’interesse, anzi l’entusiasmo, scaturisce dal confronto diretto, istantaneo, visibile. Quel genere di confronto che, manifestandosi e non richiedendo nessun artificio di matematica, porta la folla di Forte dei Marmi più vicina ai Rally.
Tanto per non dimenticare. Ma poi arriva presto il sabato del Ciocco, 12 Prove Speciali dall’alba al tramonto in Garfagnana, primi 75 chilometri dei 155 cronometrati che compongono il mosaico di un magnifico evento.
Foto: Massimo Bettiol, Marco Passaniti, Peugeot